sabato 25 settembre 2010

IODIO



Odio
l'espressione mezzo euro, gli stuzzicadenti, la gente che dice bella mia, i giovanotti e le giovincelle, le unghie con le applicazioni colorate tipo cozza sullo scoglio, le donne volgari, il PDL, le ministre troie da calendario, le brutte figure, le ostriche e le alici, le ali di pollo fritte, potrei anche vomitare, quelli che si definiscono fidanzati, i pomicioni sulle panchine, le bambine vestite di rosa, le bambine con minuscoli bambolotti in braccio, le bambine che spingono minuscoli passeggini per i loro minuscoli bambolotti, quelli che dicono: ma perché bevi il caffè amaro? è già tanto amara la vita, la banalità, i liceali che copiano le versioni di latino e di greco su internet, la solitudine dei numeri primi, Moccia e i Vanzina, Maurizio Costanzo e quella cessa di sua moglie, la musica leggera italiana, le boy band italiane, le boy band, i vari Marco, Giulio Tizio e Caio usciti dai vari talent show o reality italiani, il romanesco usato come prima lingua e lingua ufficiale, la lega, i leghisti, i peli di gatto, i peli incarniti, i peli in generale, il cattivo gusto, le meches, le donne grasse con le gonne corte e le camicie attillate, gli stivali estivi, l'ipocrisia, l'incompetenza, l'inappetenza e le donne sempre a dieta, i lumaconi, quelli che non riescono a dirti che gli piaci, i vigliacchi, gli astemi, quelli che: la carne cruda no, il pesce crudo nemmeno, quelli che mangiano sulla metro, quelli che in tram non lasciano il posto agli anziani, gli anziani che non se vanno in pensione, il sudore, gli oggetti piccoli e sferici, l'oro giallo, quelli che dicono radical chic e non sanno cosa voglia dire, quelli che leggono Vespa, gli elettori di Berlusconi, Berlusconi e i suoi giornali, Berlusconi e i suoi cani, il populismo, l'invidia, D'Alema, le amicizie interessate, la gente che si lamenta, i catastrofisti, le rose senza spine, la pignoleria, l'oculatezza, la tirchieria, la saggezza, i preti, LE MONACHE, le cacche di cane sul marciapiede, i cani di grossa taglia senza guinzaglio, la provincia, la pioggia e l'umidità, il nord Europa in agosto, l'inglese, la povertà linguistica dell'inglese, il fatto che non riesca a imparare l'inglese, la gente che dice easy, cheap e assolutamente si, la morbosità, i profili bassi, i bambini a teatro, il festival di san Remo, Carla Bruni e le persone asfissianti, gli appiccicosi, quelli che dicono: che se ne andassero a casa loro e poi hanno la badante romena, la donna delle pulizie ucraina, l'amante polacca e vanno a puttane nigeriane, quelli che dicono ci rubano il lavoro, quelli che i rom sono tutti ladri, il papa e la chiesa cattolica, gli omofobi, quelli che i gay vanno curati, le scarpe a punta, le ascelle non depilate, le schiene con i brufoli, il rossetto non rosso, le labbra rifatte, la gente che mi definisce alternativa e io che rispondo: alternativa a cosa, gli uomini che non si arrendono alla calvizie, gli uomini con le camicie a maniche corte, la montatura d'occhiali enorme e quadrata da mongoloide, il tifoso accanito, i cibi light, la birra analcolica, quelli che nella vita non ci provano, i logorroici, il narcisismo esasperato, i congiuntivi sbagliati, quelli mi mandano in bestia, i denti mancanti, il mal di denti, le brutte metafore nella narrativa, le donne che piangono di fronte a uomini che le umiliano, i film in mandarino che vincono il festival di Locarno, Sofia Coppola e le persone sopravvalutate, il proverbio chi troppo vuole nulla stringe, i proverbi in generale, la carne carbonizzata che fa mia madre.. .

Continua...

lunedì 20 settembre 2010

☁☂☠☤☹

Tipo la superstizione.
Io non ci credo. Poco.
Stamattina cammino cammino e a un certo punto del tragitto, sempre quello, uguale uguale sputato ogni giorno della mia vita dal lunedì al venerdì da due anni a questa parte, chi ti vedo? un gatto nero.
Che attraversa.
Bene, dico, la vita mi sorride.
Con i denti marci.
Mi fermo per una manciata di secondi sperando che qualcuno dietro di me arrivi fischiettando a beccarsi la iella che al momento è ancora lì, nell'aria, in cerca dello sfigato di turno mentre intanto gira in tondo come nel più classico dei casi che commemora il cetriolo in cerca del culo dell'ortolano.
Ovviamente non passa nessuno. E ovviamente sono in ritardo perciò, tornare indietro e prendere il giro lungo, neanche a parlarne.
Bene, dico, la vita mi sorride.
Con i denti marci e pochi.
Prendo coraggio e in apnea scaramantica abbozzo un accenno di passo ma come in un film dell'orrore, il gatto rispunta da sotto una macchina e attraversa di nuovo.
E due.
Mi piego dal dolore.
E poi di nuovo.
Tre.
Comincio a schiaffeggiarmi.
E di nuovo.
Quattro.
La mazzata finale, vomito pappe verdi come la bambina dell'esorcista.
Sconcertata, prostrata, avvilita, disumanizzata, in posizione penitente, in ginocchio, camminando sui talloni, strisciando come un'amorfa forma di vita preistorica, masticando pezzi di vetro, tagliuzzandomi le ascelle con forcine per capelli, attraverso il passo della sfiga universalcosmicainterplanetaria che ho davanti.

Ora io voglio dire, a tutti quelli che mi hanno voluto bene, voglio dire che insomma, credo che per me sia arrivata la fine, che non ci sia più niente da fare. La sfiga ci si è messa d'impegno, ha voluto essere esplicita, forse nutre poca fiducia nelle mie capacità di comprendonio tanto che se a una non ci arrivi, te ne mando quattro, così siamo sicuri, non ci sono equivoci.
Diciamo pure che ha voluto eliminare ogni dubbio interpretativo circa ciò che il destino mi riserba, probabilmente, dopo un avvertimento così incisivo non arriverò a domani, forse morirò all'istante, forse sono già morta e la tastiera va da se.
Insomma, tutto può essere.
Il gatto nero aveva un collare rosso, lo dico così, per pura curiosità, senza pretese, magari ha un significato particolare nell'interpretazione della cabala, tipo morte violenta con il massimo della sofferenza fisica, per esempio.
Certo, potrebbe anche darsi che quando il gatto nero passa e ripassa sulla scia di sfiga lasciata sull'asfalto, questa si neutralizzi, perciò due per due 4, una sfiga lava l'altra, al posto mio muoiono i 33 trentini e chi s'è visto s'è visto.
Potrebbe funzionare secondo lo stesso principio della doppia negazione in latino.
Oppure, come è probabile che sia, potrei da un momento all'altro beccare un vaso di gerani in testa, tra l'osso occipitale e quell'altro e vaffanculo.
Chi lo sa.
Trattandosi perciò, evidentemente, palesemente, significativamente di un segno funesto al cubo al quadrato, secondo la formula matematica così di seguito riassumibile:

{[(∜2²×☁2³≠¼`)÷gatto<∫>sfiga±2+2+2]¿σϒ}= ✞☠✞

faccio testamento. Segue dettagliatissimo elenco di beni materiali e morali e delle persone a cui essi sono destinati:

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P.S l'elenco è in Braille

sabato 18 settembre 2010

IL POST(O) DELLE OCCHIAIE

Questa mattina ho certe occhiaie che neanche la fossa oceanica.
Sembrano buchi neri dentro cui tutto finisce e infatti non trovo più niente e mi innervosisco e poi il gatto si è fatto le unghie sul divano nuovo e lui però, bastardo, è sempre qui e per farlo sparire non bastano i buchi neri. Dovresti lanciargli una crocchetta dal balcone forse, anche se poi non è nemmeno sicuro che ci vada appresso, è probabile, ma non è sicuro.
Questa mattina mi rode il culo perché questa città è un quartiere nel quartiere e quando soffro d'asma e non respiro bene mi sento particolarmente asfittica e questa dimensione paesana da sabato del villaggio peggiora la situazione e mi rende cianotica e odio quelle facce, le facce di sempre che ti salutano e ti fermano e ti chiacchierano mentre vorrei rotolarmi nell'anonimato, essere sola, nascosta tra gli altri, invisibile, vorrei scomparire continuando a stare in mezzo al mondo che non si cura di me mentre io non mi curo di lui.
Mentre io non mi curo di lui.
E poi questa mattina piove e c'è una cappa che mi preme sul cervello e mi fa pulsare le occhiaie che si espandono e espandono mangiando ettari di superficie epidermica e mi arrivano ormai giù fino al mento perché le guance se le sono già mangiate e così pure il naso e le labbra e anche se urlo nessuno può sentirmi perché non ho più voce ma solo enormi fosse grigie e tumefatte a dire di me cose che non sono vere, a dire che ieri notte ho fatto l'alba e ho straviziato con per tra fra tutto e di più, falso, perché in realtà ho solo visto un film mediocre e fatto due chiacchiere in piazza a san Lorenzo.
E in questa mattina di pesantezza cosmica che mi schiaccia le tempie e mi attappa le narici e mi ottura i pori e mi fa spruzzare ventolìn per ravviare i polmoni come si fa con una vecchia auto sfatta dal chilometraggio di anni e anni e anni di vecchie glorie.
E in questa mattina di pesantezze cosmiche penso al cinismo e al fatto che , si, il cinismo aiuta. E penso alla razionalità e al fatto che si, la razionalità aiuta. E all'ironia e al fatto che, si, anche l'ironia aiuta, disumanizza, alleggerisce, sdrammatizza. Sdrammatizza le brutture della vita e alleggerisce il carico di sensibilità verso le cose che ci sembrano atroci e disumanizza perché ti porta a scherzare con tutto e anche se sembra funzionare, non sempre funziona.
A volte fallisce e allora inizio a ridere, di una risata isterica che ridere è sempre meglio che piangere. Non si può piangere a lavoro, non è professionale, ridere si, ridere fa di te una persona gioviale, anche se non c'è un cazzo da ridere, anche se quel riso è un grumo di vomito che ti risale come una morsa dalla bocca dello stomaco e si ferma in gola, dove diventa riso, e ridi, ridi, evviva Aristotele, che sempre sia lodato Aristotele, perché il riso è vero che ha la forza di renderti invulnerabile, di fare di te una corazza e di avvolgere il mondo con un manto sublime di superiorità morale; io sono buona e giusta. Io non sbaglio mai, io sbaglio poco. Io sono arrogante e la mia presunzione è un'arma, io ho paura di fare cazzate ma non ne farò perché sono presuntuosa e arrogante e buona e giusta e ideologicamente pura e libera e tutto quel che tocco deve trasformarsi in oro. Perché continuerò a ridere, anche se ho a che fare con una buccia d'essere umano tutto il tempo e mi inventerò il mondo perché quell'essere sia un po' meno buccia e farò i salti mortali perché sia un po' meno buccia, perché io rido e le lacrime le lascio alle madonne.

martedì 14 settembre 2010

PREMI DI GATTO

Per insindacabile giudizio la Magnifica giuria Proclama vincitori ex aequo del concorso internazionale scrivi un post per me: Famohpsse, DiamondDog e Misentosservato.
Il primo premio consiste in Gianfilippadisavoia, pertanto la Magnifica giuria invita i vincitori aventi diritto al ritiro del premio, a segnalare tempestivamente tramite e mail, raccomandata con ricevuta di ritorno o piccione viaggiatore, la sezione di gatto preferita.
Disponibili su catalogo:

  • testa
  • zampe anteriori più porzione di busto più collo
  • zampe posteriori più porzione di busto più coda.
Qualora giungessero richieste per le medesime frazioni di gatto, per l'assegnazione delle stesse si farà riferimento alla tempestività dell'email, al timbro postale ovvero all'efficienza aerodinamica del piccione viaggiatore.

La Magnifica giuria.

lunedì 6 settembre 2010

CONCORSO INTERNAZIONALE SCRIVI UN POST PER ME CHE NON ME NE TIENE

Il concorso internazionale SCRIVI UN POST PER ME CHE NON ME NE TIENE prevede la partecipazione gratuita e volontaria di quanti vogliano scrivere un post per me.
I migliori post a imitazione della sottoscritta verranno pubblicati su questo sito;
il terzo classificato vincerà euro 3, iva inclusa, più la stampa del proprio post autografata dall'amministratore di questo blog;
il secondo classificato vincerà una fornitura completa di Amoxicilina e Acido Clavulanico, più un fazzoletto bianco con su stampate le labbra fatte di rossetto dell'amministratore di questo blog;
il primo classificato vincerà Gianfilippa di Savoia corredata di tutto il necessario alla sua sopravvivenza più un dettagliatissimo libretto delle istruzioni scritto di tutto pugno dall'amministatore di questo blog.

Il giudizio della magnifica giuria è insindacabile.