sabato 30 ottobre 2010

Auguri e figlie mignotte


Di questi tempi avere una figlia minorenne è davvero una gran fortuna.
A questo punto ci starebbe benissimo un lodo jus primae noctis, una specie di carta che le famiglie indigenti di operai, insegnanti, precari in vari settori e cassaintegrati, potrebbero giocarsi come alternativa all'assegno di disoccupazione o alla pensione o a un contratto di lavoro decente.
Io do al sovrano una minorenne mediamente bona, lui dà a me 80mila euro.
Più la minorenne è bona, più la famiglia sorride..
Immaginatevi che cambiamento in fatto di incremento delle nascite e che sorta di rivoluzione valoriale e di costume!
Tutti comincerebbero a riprodursi a 14 anni in modo da poter avere pronte sfornate procaci minorenni al momento dell'ingresso nel mondo del lavoro. Cadrebbe in disuso il detto: auguri e figli maschi, nessuno si preoccuperebbe più dei mutui, delle rate per l'armadio a sedici ante, delle vacanze a smozzica e bocconi, non tutti, certo, diciamo quelli in grado di produrre figlie minorenni bone in linea con il discorso sulla meritocrazia del ministro per la pubblica amministrazione.
Potrebbero venir istituite delle graduatorie che tengano in considerazione criteri di idoneità quali il livello o grado di bonaggine, reddito e numero di componenti del nucleo familiare, età anagrafica e una certa innata propensione alla puttanizia.
Tutto pulito, tutto istituzionalizzato, tutto burocratizzato.
Si compilerebbe e invierebbe l'apposito modello 69 scaricabile dal sito del ministero del bunga bunga il cui ministro, Pamela Anderson, controllerebbe personalmente la validità delle domande pervenute.
A parità di punteggio e di età anagrafica verrebbero istituiti dei concorsi pubblici: tre prove, due orali e una anale.
Crepè potrebbe scrivere dei manuali di riferimento per la preparazione delle aspiranti concorsiste: Teoria e tecnica della fellatio; Metodologia applicata dei pertugi vol.1, 2 e 3; Lo zen e l'arte della manutenzione della figa; Metàfisica: quella dalla cinta in giù vol.1 e 2; Metàfisica: quella dalla cinta in su vol.1 e 2.
Verrebbero istituite poi delle scuole speciali, dei licei per le signorine interessate ad approfondire le tecniche amatorie degli antichi romani e greci e degli istituti professionali che avvierebbero, subito dopo il diploma, al mondo del lavoro sulla tangenziale.
Gli insegnanti verrebbero direttamente reclutati sui set dei film porno, la selezione sarebbe spietata, anche in quel caso a parità di punteggio conterebbero gli anni di esperienza nel settore, almeno 10 e l'essere corredati di tette e pene in un'unica soluzione.
Si potrebbero poi lanciare dei bei format per la RAI, televisione di stato, degli avvincenti reality, in cui le concorrenti si contendono il lettone di Putin, mi viene in mente qualche titolo: Il grande fratello del premier; L'isola delle formose; La fattoria di Palazzo Grazioli ecc ecc, ma di certo i nostri autori televisivi, gente illuminata, creativa e geniale, saprebbero di certo pensarne di migliori...
Che mondo fantastico.
Considerando che l'INPS non permette la simulazione delle pensioni ai parasubordinati come me per evitare sommovimenti sociali, sarebbe forse il caso che cominciassi a preoccuparmi seriamente per il mio futuro.
Vado a procreare allora, e che sia femmina e mignotta!!!!

venerdì 22 ottobre 2010

IL CONFLITTO GENERAZIONALE

Se si è disoccupati, non ci si accorge, nel concreto, dell'esistenza del conflitto generazionale.
Quando sei uno studente, uno sfancazzista, una mantenuta (la cui principale fonte di reddito è- per giunta- il vecchio con cui si scopa), un perdigiorno/tempo/spazio, eccetera eccetera, non non ti accorgi del conflitto generazionale, in altre parole di quanto sono stronzi i vecchi.
Che poi dice che dire vecchi è brutto, fuori luogo.
Va bene. Chiamiamoli anziani, prepensionati, uomini e donne con molta esperienza, esseri umani di mezza età, insomma chiamiamoli come minchia vi pare ( io li chiamo vecchi), rimane il fatto che tra un giovane e uno così ci passano almeno 35 anni di differenza e 35 anni sono un mondo con tutte le sue ere geologiche, un mondo che per altro ha fatto il suo tempo, è bello che andato, della serie molla, io uso il computer e tu le pergamene, come la mettiamo? per esempio..
Ora, il fatto che si sia vissuto di più nel senso di più a lungo non è di per sinonimo di migliore, di qualitativamente migliore, intendo.
Pensate a Priebke.
A chi verrebbe in mente di dire: ah, sai, lui si, lui è saggio, ha 190 anni, lui si che ha capito qual è il senso della vita, vai figliolo, va da lui, che hai molto da imparare...

Ora, il conflitto generazionale, ( pensate a totem e tabù di Freud- tralasciando per un secondo il complesso d'Edipo, per favore) è quanto di più potenzialmente cruento ci possa essere a livello di pulsioni umane; pensateci. Il rispetto per i vecchi, i sentimenti di benevolenza, il senso di accudimento e protezione, l'ammirazione per una vita vissuta quasi per intero... ci diciamo, dai, chissà quante ne ha viste, chissà quanto posso imparare da uno che galoppa da 90 anni..
Cosa sono questi atteggiamenti? nient'altro che palliativi sociali sotto forma di norme incoscie dettate dalla collettività per impedire che un giovane accoppi un vecchio a randellate.
Ora vi chiederete: perché mai un giovane dovrebbe prendere a randellate un vecchio? randellate in senso lato e non?
Perché? perché i vecchi sono saccenti, cocciuti, granitici. Perché i vecchi, anche quando dicono cazzate, non li schiodi nemmeno con le bombe, dalle loro cementificate posizioni.
Perché i vecchi hanno sempre ragione loro, secondo loro, perché secondo loro tu non capisci un cazzo e non perché abbiano ascoltato il senso del tuo ragionamento, ma semplicemente perché sei giovane.

Aprioristicamente sbagli perché sei giovane.
Aprioristicamente non conti un cazzo perché sei giovane. E le cose non le sai fare.

- Scusa vecchio, dovremmo chiudere la manopola del gas
- Ah, anch'io ero come te all'età tua, così pieno di energie non canalizzate
- Potremmo, ti prego, aprire una finestra?
- Sei giovane, hai ancora tanto da imparare
- D'accordo, ma almeno non accendere la luce
- Eh eh eh eh, come si vede che ti manca l'esperienza!

Poi salti in aria e vaffanculo.

Insomma, il senso è questo, la solfa dell'esperienza che gira e rigira te la cacciano sempre. L'esperienza di qua, l'esperienza di là, il concetto, abbastanza soffocante aggiungerei, raggiunge livelli da istinto omicida, se ci si proietta in un ambiente lavorativo.

- Il ragazzino piange
- Vedrai che darà i suoi frutti
- Lo stai frustando
- Le punizioni corporali fortificano lo spirito
- Come può risolvere un problema algebrico mentre lo frusti?
- Ah, sei giovane, come si vede che ti manca l'esperienza.
- Non respira più, è morto..
- Anch'io all'età tua saltavo subito a conclusioni sbagliate..ti manca l'esperienza..

Ora, prima di chiudere questo questo sfogo con pretese universal-filosofiche, vorrei aggiungere, per tutti i neoassunti, i neofiti, quelli che sono nuovi dell'ambiente, quelli che sono appena arrivati e insomma, ci siamo capiti, vorrei ribadire, per tutti coloro che si sentono ripetere fino alla sfiancamento questa cazzata dell'esperienza, vorrei dire loro che, nell'economia di un lavoro ben fatto l'esperienza conta il 2%, che se metti un ingegnere neolaureato a fare un ponte, stai sicuro che il ponte te lo fa, se ci metti un geometra che lavora da 45 anni, è probabile che il ponte te lo faccia lo stesso, ma io eviterei di passarci sopra e anche sotto.
Quello che voglio dire è che l'esperienza sono bravi tutti a farsela, basta che il tempo passi e che ci si ritrovi a fare lo stesso mestiere per 50 anni.
Quello che conta è ovviamente la preparazione, ossia la formazione. La formazione continua, perché il mondo è plastico e si muove e le teorie cambiano e i metodi pure e nuovi argomenti vengono fuori perché oltre a essere plastico il mondo è anche un affare complesso, di una complessità tale che non basta essere allenati a fare grazie al fatto che l'abitudinarietà ti ha incollato a un ruolo su cui non ti aggiorni dal 1956.

Perciò, carissimi, non voglio certo autorizzarvi a spaccare a randellate la mandibola del vecchio che la prossima volta vi caccerà la storia dell'esperienza, ma mandarlo a fare in culo si.
Almeno quello!

venerdì 8 ottobre 2010

WAKA WAKA MINZOLINI TOGLITI DAI COGLIONI

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mercoledì 6 ottobre 2010

de falsa iuventute

Il blog è morto.
Certo è possibile, se è morto dio può morire pure un blog, ma non è così, non temete.
Sono io che sono morta. Cerebralmente. Un poco. A parte il gatto nero, che quello ormai è diventato un'abitudine...quando non mi attraversa davanti ormai mi preoccupo. Poi insomma, vorrei sapere fino a quando la gente mi tratterà da giovincella. Cioè, qual è l'età media in cui uno smette di essere giòvane e diventa adulto. Certo, è tutto relativo, dipende da molte cose, ora per esempio io ho 31 anni e ciononostante sono una figa da paura ( la sensazione è quella, si, soprattutto la paura), sono minima, sembro un'adolescente, ho i capelli da folle e certo non mi vesto come una cartapecora. Questo aiuta a confondere le carte e la gente, in genere, mi dà 21 anni o al massimo 24.
C'è poi da riflettere sull'ambiente di lavoro, l'età media dei miei coleghi oscilla tra i 58 e i 123. Questo dato devo dire, influisce non poco sulla percezione di una certa pischelleria, o pischellaggio o pischellume cronico che apparentemente sembro manifestare.
Ora, a ben guardare, non è che mi dispiaccia più di tanto sembrare giovanissima anche se non lo sono. Che importanza ha essere giovani se basta sembrarlo?
Non fa una piega.
E poi, diciamola tutta, io sono infantile nell'animo.
Faccio i dispetti e le ripicche. Faccio i capricci e ho pensieri futili del tipo " e se quell'uomo seduto accanto al nostro tavolo all'improvviso esplodesse?.
Rido se qualcuno cade.
Rido se qualcuno dice culo. ( voi non potete saperlo, ma rido anche adesso mentre lo scrivo, culo).
Sono campionessa di sgambetto o, alla ciociara, di cianghetta.
Mangio pop corn, patatine fritte e d'estate anche il calippo nonostante alla mia età sia equivoco e anche un pò porco.
Mi piacciono le All Star e i jeans neri a sigarettissima che portano gli emo.
Ogni tanto mi torna la voglia e mi infilo nei lobi i pearsing che avevo nella lingua e sul sopracciglio.
Sono niente saggia.
Sono irascibile e rissosa.
Sono diplomatica quanto una iena.
Non ho ben chiaro il senso del limite.
Sono troppo presuntuosa, ma talmente presuntuosa che a volte mi faccio imbarazzo da sola.
Sono indisponente come una ragazzina viziata.
Sono una ragazzina viziata.
Spendo soldi a fraccate senza piani nè prospettive.
E in ultimo, per 5 giorni al mese porto anche il pannolino.

Vostra babybarf.