mercoledì 29 dicembre 2010

AVERE

Ho un mal di pancia moderato. Una fame bestiale. Un brufolo su una tetta. Le idee confuse. Bisogno di un paio di scarpe rosse. Una sigaretta appena accesa che si consuma tra le labbra. Postato un sacco di roba su facebook stile bulimica del web. Una giarrettiera per Capodanno. Una vita quanto mai sana. Un gatto sempre più obeso. Una strana voglia di vivere. Il solito colorito alla Tim Burton. Le spalle rachitiche. Le gambe magrissime. I muscoli tonici. La casa che sa di verdure bollite. Una Brompton. Tanti amici. Buoni propositi. Poche lamentele. Un amore folle per le insalate del napoletano. Un passo veloce. Dei capelli opinabili. Un lavoro. Il solito sogno e la solita ambizione. Le unghie smaltate. Tempo libero. Un viaggio da fare. Un appuntamento per il cinema. Qualche paura atavica. Nessuna paura nuova. Nessun buon proposito per il nuovo anno. Una festa per il 31. Un pacco da ritirare. Pensieri per me. Pensieri per noi. Un record personale da superare nella corsa. Sorrisi dagli sconosciuti. Maggiore autocontrollo. Un bel pacco di figure di merda già confezionate. Un'irruenza sempre più difficile da gestire. Meno peli sulla lingua. Meno peli dappertutto. E, soprattutto, una nuova estetista.

mercoledì 15 dicembre 2010

QUESTIONARIO FACEBOOK

1 A tredici anni cosa volevi fare?

L'agente di Michael Jackson

2 Nel migliore dei mondi possibili dovrebbe essere abolita la parola?

Fondamentalmente e "mezzo" per indicare i 50 centesimi, es: un euro e mezzo..

3 Se la tua vita fosse un film quale sarebbe il tuo regista?

David Lynch

4 All'inferno ti obbligano a leggere sempre un libro: quale?

Uno qualsiasi di Bruno Vespa

5 Hai il potere assoluto per un giorno: la prima cosa che fai?

Cambio le regole e me ne attribuisco uno perpetuo

6 Una cosa che non hai mai capito della gente?

Perchè si ostini ottusamente ad appendere al balcone un babbo natale che sale la scaletta


7 Come ti immagini il paradiso?

Come un luogo in cui il vino non dà mal di testa il giorno dopo

8 La tua casa brucia: cosa salvi?

La borsa di Claudio Sanò, Pignolo e Pippa.

9 Il vero lusso è?

Vivere di rendita e scrivere libri

10 Ti rimangono 12 ore di vita: cosa fai?

La kamikaze a palazzo Grazioli

11 Un posto dove non sei mai stato e vorresti andare?

A Cuba

12 Una cosa che volevi e non hai avuto?

Un premio Strega

13 Se dico Italia qual è la prima cosa che ti viene in mente?

Pizza, mafia, mandolino e Berlusconi?

14 La cosa a cui tengo di più?

Il mio culo ( in senso figurato e non)

15 Il mio maggior successo?

Quello che deve ancora arrivare

16 Di cosa ho paura?

Dell'incomprensione e della cellulite

17 Tre cose che amo?

Scrivere, mangiare e bere, i tacchi 12 cm.

18 Tre cose che odio?

Il cattivo gusto, l'opportunismo, le uova



giovedì 9 dicembre 2010

IL SETTO NASALE

Ci vengo ormai così di rado qua su, che mi sono quasi quasi scordata la password. Intanto dalla finestra minibalcone vista suore orsoline carmelitane stronze, ragazzini urlano come fossero porci scannati e appesi per le palle al gancio del macello. Mi chiedo a volte: ma cosa gli danno da mangiare a sti qua che hanno 6 anni e sono grossi come vacche da pascolo, che hanno il vocione roco del fumatore romano di borgata, che hanno 45 di piedi e ti mandano affanculo se solo intercetti il loro sguardo e se protesti ti spaccano il setto nasale con una testata?.
Quando ero piccola io, cazzo, ero piccola! E avevo tutte le cose piccole dei piccoli: la vocetta, le manine, la facciuccia, i dentini, i piedini, la farfallina e ci siamo capiti. Questi li incontri all'angolo nascosti dietro un cassonetto che vogliono venderti crack e anestetico per cavalli. Dice: "il mese scorso la mia bambina all'uscita dell'asilo ha subito una violenza sessuale", "mio dio, un pedofilo!", "ma no, è stato un suo coetaneo, per la verità era anche un filino più giovane".
Insomma, a vederli, i mostri dei nostri tempi, non ti verrebbe di riprodurti. Tutta quella fatica, la pancia, le gambe gonfie, il prolasso della vescica, la smisurata espansione delle tette, le smagliature, poi, come da suggerimento biblico, partorisci nel dolore e ti viene fuori questo alien che ti si attacca alla pelle per mesi e mesi fino a quando, non appena saprà pronunciare due parole in croce, ti manderà a cagare. Poi li vedi girare, i genitori succubi e depressi, con enormi monovolume, muniti di girelli e tricicli e passeggini e lavaculi e cazzi e mazzi, che poi quando devi scendere dall'auto, mettiti lì a tirar fuori tutto l'armamentario e gira che ti rigira, ci hai impiegato 40 minuti per poi, cosa aver risolto? che appena infili l'alien nel portaalien lui, tempo record di un nanosecondo, inizia a urlare. Allora, in genere, il primate quello più grosso, quello preposto alla difesa della prole, se l'accolla per tutto il pomeriggio, così quando a sera si ritirerà nella grotta, gli saranno andate in putrefazione braccia gambe e cassa toracica, per non parlare della lussazione all'osso lombosacrale.
Sarà che mi rode un po' il culo in questo periodo, ma ovunque vada non vedo che orrore. Ieri ero al centro commerciale che come è ovvio, non è che sia propriamente il posto migliore per aprire con se stessi una sentita riflessione sul senso intrinseco dell'estetica dell'essere, se mai quello che ho appena scritto significasse qualcosa.
Però vabbè, necessità. Ero al centro commerciale e succede come per magia, come fossi in un sogno contorto di quelli che ti fanno sudare e che vorresti svegliarti ma non ci riesci, di quei sogni che un freudiano interpreterebbe come in genere interpretano ogni cosa, scopare scopare scopare, ma che ovviamente non è così. Insomma, sono al centro commerciale e vedo questa tipa, che la cosa meno coatta che ha addosso è lo stivale bianco a punta con le frange countrie, che fuma. Cioè, fuma.
FUMA.
Sigaretta in bocca, cicche a terra e fuma nel bel mezzo del centro commerciale, tutto luci e vetrine, neonati e famiglie, adolescenti coi brufoli, gente vestita di arancione o blu elettrico o verde per la promozione della nuova bibita al latte di cetaceo o della crema per il viso di capocollo di suino, luogo asettico per antonomasia, in cui ogni due metri c'è un cartello grosso così che dice vietato fumare, e questa fuma.
A quel punto sarei dovuta andare da lei e ripagarla dello sdegno che mi aveva fatto provare. Una valanga di sdegno, una fraccata di sdegno, una quantità N al quadrato perenne di sdegno. Andare da lei e dire una cosa del tipo: ti hanno ibernata nel 2005 e ti sei scongelata solo ora, sei cieca e perciò non vedi i cartelli, non sai leggere o cosa? Ma poi lei mi avrebbe spaccato il setto nasale con una testata e io sarei finita in ospedale e allora mi sono fatta venire un mancamento e come Dante, sono uscita di scena facendo cmq la mia porca figura.