martedì 29 dicembre 2009

OSTIA, ANTICA TRANSESSUALE..

La prima cosa con cui mi scontro ieri notte appena arrivata a Roma è questa notizia angosciante di una transessuale ritrovata imbustata in un sacco della 'monnezza a Ostia Antica. Per capirci, non è che fosse andata all'osteria da Gujermo* dove c'è scritto che se bevi pe' dimenticà, paga prima de magnà.
No, è stata trovata incastrata nel mezzo di un canneto, avvolta nel cellophane, trascinata dalla corrente a ruota libera verso la contenuta immensità del mar Tirreno se non fosse che un cespuglio rivierasco non l'avesse trattenuta.
Pare che un cane delle baracche, dalle sponde teverine di confine, tra cianfrusaglie, tazze da cesso accatastate, gomme carbonizzate, case spaiate e trabiccolanti, vetri rotti, lamiere, mattoni da muratura, rifiuti tossici e umani, abbia cominciato ad abbaiare attirando l'attenzione verso quel pacco umano gettato nel fiume trenta giorni fa.
E' una storia agghiacciante.
Alla Laura Palmer.
Noi generazione di trentenni sfigati a cui l'Italia ha promesso tanto e dato un cazzo, tutti noi figli dei tristissimi anni '90 ben conosciamo e mai dimenticheremo il nome di Laura Palmer e men che meno il suo scabrosissimo diario, comprato in allegato a qualche giornalino da adolescente e letto di nascosto nei cessi del liceo. O forse era alle medie.
E poi ci fu Twin Peaks.
Come dimenticare la prima favolosa serie di Twin Peaks dell'illustrissimo David Lynch con tutti quei nani e demoni e sesso a fottere e minorenni possedute e squartate e zoccole come non mai e quelle atmosfere da foresta nera, con la nebbia e i boschi fitti fitti carichi di mostri; i nostri incubi peggiori, noi poveri trentenni sfigati che da grandi avremmo voluto essere musicisti e scrittori e artisti e attori e pittori, noi, poveri attuali trentenni sfigati, sottopagati, frustrati, precari nella buona e nella cattiva sorte, quegli incubi ce li siamo fatti tutti e continuiamo a viverli, grazie anche a David Lynch.
Il decesso della transessuale trovata morta e insacchettata risale dunque al periodo Brenda Marrazzo e chiappe d'oro.
Devo ammettere che tra tutte le cose che avrei voluto scrivere di ritorno da Praga, e sono tante e mi spiace perché probabilmente non ne parlerò più, tra tutte le cose belle vacanziere e cazzone da ridere, che mi vengono bene le descrizioni dei popoli altri e Voi potete confermare, ebbene, al posto di una tale pregustata sciorinata di leggerezza, mi tocca invece parlare di questo fatto.
Certo, non me l'ha ordinato il medico, figurati, Siddharta, lui se non può appoggiarti un rimedio omeopatico non si pronuncia nemmeno.
Il fatto è che ciò CHE mi inquieta parecchio non è tanto pensare che la gente possa morire così, come uno schioppo, dall'oggi al domani e scomparire perché nessuno la reclama, perché nemmeno esiste nella sua clandestinità che infima Eva mandria, in Italia è pure un porco di reato, porco porchissimo come quei porci, bestie, che l'hanno pensato.
Mi si rizzano i peli invece se penso al perché, al possibile movente, al presunto assassino, al mandante di questo omicidio così tanto cinematografico e così terribilmente italiano.
Quando ammazzarono Pasolini, io non c'ero, non ero nemmeno nata, ma immagino che debba essere stata una batosta ineguagliabile, un tir preso in piena faccia, un impatto devastante sulla voglia di vivere dei contemporanei dotati di una certa capacità di comprendonio.
Mi sconvolge soprattutto pensare che la nostra classe dirigente, già sputtanata in abbondanza, che ha perso credibilità su tutti i fronti, che ci limitiamo a osservare e schifare senza nemmeno più giudicare, mi sconvolge pensare che tra le fila della nostra classe dirigente ci sia qualcuno, un manipolo, un singolo, tuti indistintamente, qualcuno che con la stessa faccia di culo con cui va dicendo in giro di rappresentare la volontà dell'elettorato e che tutte le sere si fa inculare da transessuali ben carrozzati, poi, arrivati a un certo punto decida che no, basta, si è ingrippato qualcosa, qua si rischia il culo e così, nella sua più ardua meschininità e bassezza morale, disponga, come un rattuso tiranno medievale, della vita e della morte delle persone.
Giocano a fare dio, ma dio non esiste.
Ma voi, scusate..
Cioè tutta questa faccenda, non vi inquieta?


* Non esiste nessuna trattoria da Gujermo a Ostia Antica. Licenza poetica fu.

sabato 26 dicembre 2009

made in Italy

Allora, non trovo accenti ne apostrofi ne alta roba simile percio arrangiatevi, la tastiera e quella che e, sti cechi hanno parole lunghissime formate da consonanti assurde piene di segnetti rovesciati e praticamente quasi zero vocali.
Dunque freddo fa freddo, ma sopportabile, un freddo piemontese per intenderci, niente di che. OvviaMENTE sono bardata dalla testa ai piedi che sembro goldrake. Ho comprato una specie di piumino d oca lungho fin sotto le caviglie, elegante come un saccone dell immondizia, di quelli neri e grossi da ristorazione. Degli stivalacci imbottiti di pelliccia di muflone, delicati come un rutto, un felpone di pile che sembra una muta subacquea mentre nella parte di dentro ritorna il motivo lana di pecora.
Sulla capccia cappellone di lana, collare lanoso peloso, insomma, se mi incotri a Praga, quello che vedi non e altro che un grosso e morbido tubo nero con gli occhi e gravi difficolta nella deambulazione.
Bratislava, li usano gli euro. Tutto e molto economico e se vogliamo ancora abbastanza sovietico. Il centro della citta invece e una riproduzione in scala di via condotti in cui puoi trovare il meglio del made in italy e anche il peggio, direi. Percio bulgari, valentino, armani, dolce e quell altro, versace, prada e addirittura bata e terranova che io pensavo esistesse solo all aquila e invce to, c e pure in slovacchia. La ferrari spopola e tutti i gestori di bar e ristoranti hanno la loro cazzo di foto accanto alla tamarrissima auto rossa sfoggiando felpe e cappellini con lo stemma, quello la, il cavalluccio.
E questo e quanto.
Per ora sono a Praga. Sono arrivata il 24. Non mi dilungherei sulla citta, perche insomma veniteci, non e che potete starvene a casa comodi a costo zero e mandare me a fare i resoconti. Per il momento mi sento di dire che la birra e ottiama, il vino non male, il cibo invece ti ammazza. Tipo che se hai intenzione di mangiare carne, le opzioni sono due> o glulasch, ovvero spezzatino di carne di vitello con patate che sei vai da qui se magna in via del pigneto te lo fa uguale solo senza burro, e ginocchio di porco segato all altezza della caviglia, servito su un letto di mostarda e salsa al rafano ( che dio ci salvi e liberi dalla salsa al rafano) e un paio di sciabole conficcate nella carne trasudante sugna, al posto delle posate.
A presto
Farfadellest

martedì 22 dicembre 2009

VENCESLAO

Vi saluto, domani parto per Bratislava.
Lo so, a Bratislava non c'è niente ma il volo era più economico, così da lì poi mi prenderò un treno per Praga.
Per capodanno sono di nuovo a casa perciò vi faccio niente auguri di Natale chè sono atea e quindi niente, non è un post per dirvi vi saluto ora che magari poi non ci vediamo.
E' semplicemente un post per farvi sapere che, mentre voi sarete lì appanzati esausti disgustati, in pre-coma lipidico e glicemico, asfissiati da quintali e quintali di parenti, io sarò a Praga.
E' quindi, un post per farvi rosicare.
Ciao.

mercoledì 16 dicembre 2009

IL GIUSTO SOUVENIR

Sono finalmente qui seduta, nella mia postazione computer/macchina da scrivere.
Sorseggio una falanghina pesantemente annacquata ( ovviamente, non da me, ma dalla produzione industriale).
Leggo la posta.
Il 90% delle e mail che mi arrivano sono fuffa:

  • i rimedi anti grasso di bottega verde
  • i fatanstici voli a 0,6 centesimi di euro delle varie compagnie aeree che poi tu clicki e invece anche solo Roma-Milano ti costa 457 euro tasse escluse.
  • Ragazze russe con foto annessa, le quali pare vogliano ardentemente stringere amicizie sessuali con me
  • Offerte di lavoro provenienti da fantomatiche ditte con messaggi scritti in un italiano peggiore, se è possibile, di quello di Lino Banfi
  • Inviti per le serate della stazione della birra, locale da me reputato da sempre ottimo per via della musica proposta. Fino a questo momento, momento in cui ho saputo che sabato prossimo ci sarà un concerto di Povia. ( Classica battuta: ma chi cazzo è Povia? ah, si, il piccione)
  • Mail del Partito Democratico
  • Mail dal sito di Repubblica che mi vuole dire che Saviano mi vuole dire: grazie che anche tu, insieme ad altri 500mila , hai firmato la petizione.
  • Mail di Marco Caponera che qualcuno deve avergli fregato l'indirizzo visto che il contenuto di ciò che mi scrive a ripetizione è esattamente questo: "How are you?
    Tell you a good news, my friend found a good site, they are mainly electronic products, low prices, you may need. Such cameras, mobile phones, PS3 game consoles, LCD TVs, notebook computers, iPhone, motorcycle car is the most popular thing, their project is entirely consistent with the original quality, but if you want to this end, the wholesale busines, please do not hesitate to contact them."
  • Mail di concorsi letterari a cui un organizzatore qualunque, tipo Wanna Marchi, mi spinge vivamente a partecipare (il premio, in caso di vincita, in genere consiste in una pubblicazione a tue spese, la quota di partecipazione è di 25 euro ogni 3 battute, il testo da inviare deve categoricamente essere di, minimo, 500 cartelle)
Tolta la fuffa rimangono solo cose spiacevoli tipo Fineco e quando Fineco ti scrive non è per dirti I love you.

Tutto questo panegirico ( che poi panegirico è una di quelle parole che non mi piacciono proprio e il fatto che la usi in questo contesto denota un certo abbassamento del livello estetico-morale della mia scrittura), tutto sto panegirico per dire che avrei bisogno di ricevere delle e mail più carine.
Non pretendo certo che la signora Mondadori mi contatti per dirmi che vuole assolutamente commissionarmi un libro, che mi offrirà un anticipo di 70 mila euro e che mi pagherà tutte le spese nel caso volessi sparire, tipo ritiro creativo, a scrivere in Irlanda.
Ma insomma, esistono anche le vie di mezzo del tipo: come stai? vorrei offrirti 70 mila euro come anticipo per scrivere un libro, firmato: Bompiani.
E non crediate che con tutto questo humor non me la prenda anche con voi.
Anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti.
Sonquassati rabbattoni maniaco-depressi lettori di questo blog.
E non crediate che il mio silenzio circa la duomata in faccia a Berlusconi vi risparmi da un futuro post in tal senso. Io sono una che riflette e, per trattare l'argomento a dovere, sto solo cercando il souvenir giusto.

sabato 12 dicembre 2009

IL MORTO

Ce l'avete voi questa sensazione opprimente che il vostro tempo, per le vostre cose, per la vostra salute mentale se ne sia andato per sempre?

E' stata fatto un funerale, di quelli all'americana, con tutti i parenti vestiti a lutto, le donne con grandi cappelli neri, i lineamneti accennati dietro le retine, il pastore e la vedova, i becchini che calano mesti la bara giù nel fosso, con le corde.
Quando tocca il fondo io lancio una rosa gialla, poi palanche di terra a seppellire.

Il funerale al mio tempo è stato un gran successo.

lunedì 7 dicembre 2009

I PONTI

Dice, che fai questo ponte?
Il concetto di ponte non so, non l'ho capito ancora se mi piace o mi sta sul culo.
Un ponte presuppone un ostacolo e una strategia per aggiralo o, in questo caso, passarci sopra. Prima non esistevano i ponti.
Prima prima, intendo. Ai tempi dei fiumi che si dovevano guadare e delle montagne che bisognava girarci attorno. Poi un giorno un ingegnere romano ha detto: toh, e se facessimo un budello lungo lungo tipo arco che noi siamo bravi a fare gli archi solo che lo facciamo sospeso e sotto c'è il fiume? E Fuksas ha risposto: ok, però lo disegno io e lo faccio a forma di cubo trasparente. Poi l'hanno preso a randellate sul capocollo e hanno cominciato a costruire ponti.
Insomma, il ponte lo fai e lo affronti con entusiasmo. Ciò implicitamente significa che sorvoli con superficiale euforia il fatto, increscioso, che fai un lavoro che ti disgusta e che la questione del ponte non risolverà mai i tuoi problemi. E non li allevia neppure. Perciò ecco che il ponte finisce e già il giorno prima, cioè oggi, il malumore ti attanaglia e la depressione ti scuote le viscere.

Dice, che fai questo ponte?
Ecco, ho tinteggiato lo stanzone. Un culo grosso grosso come una capanna a scrostare quella antica idiota intuizione di dipingere, qualche anno fa, un'intera parete di blu, blu mare, oceano, fondale oceanico, di notte, quando c'è la tempesta.
Quindi dài 200 mani di vernice bianca, 200 mani, mano, boh, non so se mano, mani sia un nome collettivo nel gergo carpentieristico, comunque sono state 200 chè il blu, meschino, dopo un'ora era sempre lì, riemergeva all'improvviso come un cazzo di maniaco squartatore in un film horror anni 80.
Tinteggiare comporta una riconsiderazione geopolitica totale degli spazi e delle strutture abitative, chi l'ha fatto lo sa, chi ci è passato può capirmi. Non è che sposti semplicemente le robe, le accatasti al centro della stanza, le incellophani cercando di limitare la puttanizia che schizza folle dai rulli tipo frullatore senza tappo, e poi le rimetti a posto, lì, esattamente e precisamente dov'erano e dove sono sempre state per tutta la vita, no. Troppo semplice.
Troppo semplice perché in quel momento ti viene in mente che la tua vita è arrivata a una svolta e quando si decide di svoltare si comincia dall'arredamento e prima, dalla cantina, nel mio caso dalla soffitta (più propriamente una botola scavata nel tetto da quel genio del padrone di casa).
Quindi butta via quintali di stronzate: barattoli, televisori degli anni 50, coperte incartapecorite, scarpe del nonno, foto ingiallite, quaderni, migliaia di quaderni della giovane farfallula scrittrice senza computer, sacchi e sacchi di robaccia, sacchi neri, quelli che ci avvolgi un cadavere e via, giù nel cassonetto, a un chilometro da casa tua che l'Ama ha fatto tagli al personale e col cazzo che passano più da via Pausania, accatasta i ferri vecchi nella yaris, che tu mica sei incivile, che abbandoni i televisori in strada, ci mancherebbe che il vicino da te tacciato più e più volte di buzzurraggine ti vedesse abbandonare un elettrodomestico nel cassonetto...che figure! allora cerchi i depositi per la raccolta di carcasse inutili e però non hai voglia di attraversare la città che sei con una tuta lercia di strati di fossili e babalotti e chiazze bianche di vernice NON LAVABILE. Allora rimandi e già sai che quelle robe te le trascinerai appresso per tutta la vita e diventeranno parte della famiglia tipo bambini e cane che porti in gita al lago la domenica mattina.
Poi ecco, mi sono fatta prendere la mano e mi sono liberata di un sacco di mobili che ora, a pensarci, vedendomi in questo stanzone in cui lo stereo rimbomba e c'è una sola sedia su cui sedersi e una sola scrivania su cui poggiare le innumerevoli cazzate da soprammobile, ecco, ora, a pensarci, forse mi sono fatta prendere mano, gambe e braccia. Certo, fa molto minimal, nel senso di minimal indispensabile, tipo, toglietemi tutto, pure la sedia e mi metto nella cuccia del gatto, io e il mio breil.
Gianfilippa poi è stanca. Ha passato tre giorni a fare la caccia al tesoro alle sue ciotole.

Dice, che hai fatto questo ponte?
A parte la parentesi manovale, ho visto "a serious man" e un reading a san Lorenzo in cui Flavio Soriga è apparso in via di mutazione genetica da sardo a coreano.

Ora vado, che forse un giretto all'Ikea, nonostante il minimal, ci sta tutto..

Farfacarpentiera.

mercoledì 2 dicembre 2009

I NERDS


Ho appena letto il post di Majortom il quale mi ha ispirato una inutile quanto insignificante riflessione sui miei rapporti con i nerds in particolare e il nerdume come stile di vita in generale.
Ora, è questione piuttosto condivisa che i nerds facciano schifo, siano odiosi, saccenti, noiosi, brutti, maniaci, repressi sessualmente, trasandati e col fascino di una oggetto da cancelleria.
Tuttavia il nerd esercita e ha sempre esercitato su di me un'attrattiva quasi irresistibile.
Chiamatelo masochismo, chiamatelo bassa autostima o poca considerazione di se, chiamatelo autolesionismo strisciante, atto punitivo, perversione sessuale, devianza o come vi pare, fatto sta che la nerdfilia ha sempre avuto il sopravvento nella scelta del partner ideale.
Non è che disdegni il figo, il palestrato, il belloccio da spiaggia, lo spavaldo, il maschio alfa e tutte quelle cosa là alla "mondo di quark: la riproduzione della specie".
Anzi. Apprezzo, apprezzo molto.
Fatto sta che a farmi innamorare però sono sempre state quelle blatte topi di fogna di nerds che più nerds non si può.
Tipo muscolo flaccido, occhiale spesso, capello inforforato, tic, nevrosi ossessivo-compulsive, pedanteria, universi paralleli del tipo tutto il mondo è nella mia stanza, il resto è fuffa.
E non sono la sola. Perciò, a rigor di logica, la credenza popolare secondo cui i nerds non acchiapperebbero una donna nemmeno a pagarla è falsa e fuorviante, così non fosse si sarebbero già estinti da tempo, dal 1980 per la precisione, momento storico in cui il mondo ha avuto la disgrazia di veder comparire sulle proprie terre emerse tali aberranti creature.
Invece ci sono, sono milioni e milioni, si aggirano dappertutto, ovunque con il loro alito alla liquirizia e le loro giacche di velluto a costoni con i bottoni spaiati e i colli logori.
Sono ovunque, nei supermercati a comprare kinder fetta al latte e nesquik, birra scadente e formaggio fuso da mettere nel pancarre.
Nei locali chic con la stessa giacca di vellutone e le scarpe da trekking a sorseggiare vino alla mescita confondendolo con succo di frutta al mirtillo; sono lì bianchi bianchi in faccia a guardarsi attorno schifati da tanta bella gente e tante belle ragazze, che tutti voi credete non gli rivolgerebbero mai la parola e invece vi sbagliate.
Noi ragazze purtroppo, (alcune di noi, preciserei) siamo attratte giù nel baratro da una sorta di malsana tendenza necrofila verso un corpo che cadavere non è ancora eppur ci somiglia, codesto aborto della natura è il nerd, che intanto ti sta guardando dal suo tavolo all'angolo, solo o al massimo con il suo amico immaginario, con finta aria di sufficienza perché sei truccata e hai i tacchi alti e non sei della sua stessa specie, una nerda come lui e il suo amico immaginario e quindi presumibilmente fuori da ogni considerazione, mentre in realtà il solo pensiero di poterti rivolgere la parola lo sta facendo venire nei pantaloni.
Così finisce, finisce che i nerds ti attirino come una mosca nella ragnatela e tu ci caschi, gradassa figliuola che comincia magari col fare una scommessa con l'amica e finisce inguaiata innamorata appresso a un fetoso puzzettino d'appartamento.
All'inizio ti diverti e pensi: minchia che sfigato, ora lo grazio, faccio un'opera di carità e la cosa ti intriga perché sei tu che prendi l'iniziativa, che te la giochi e ti senti una specie di Marlene Dietrich, tutta femme fatal mentre il nerd reagisce dandoti soddisfazione, all'inizio ti sembra di avere a che fare con un cane, tipo. Tu arrivi e lui scodinzola, tu ordini e lui obbedisce, tu tiri il guinzaglio e lui si ritrae, tu punisci e lui impara, in più è autonomo nella gestione degli escrementi.
Poi però ti frega. Arriva il momento in cui il nerd ti frega. Quando è troppo tardi per accorgerti della sua bassezza morale oltre che fisica ( i nerds in genere, non chiedetemi il perché, non sono mai alti più di un metro e settanta)il nerd ti frega. Ti frega perché ormai sei invischiata, perché ormai ti piacciono le sue cose da nerd, le nerdteorie, le nerdversioni dei fatti, le nerddiscussioni, i nerdfilm, le nerdletture, il nerdumorismo e addirittua, accecata oltre ogni limite, anche il nerdlook.
Poi un giorno, in un locale chic mentre il tuo nerd sorseggia un bicchiere di vino alla mescita scambiandolo per succo al mirtillo, da lontano lo osservi stronzeggiare con un'altra che sembra la tua fotocopia, con il rossetto e i tacchi alti; una che ha appena finito di scommettere con la sua amichetta del cazzo che, costi quel che costi, 50 euro sono di posta, si caricherà quella specie di cartone di un nerd.
E per te è finita.
Passerà del tempo prima che la nerdossessione ti passi, proverai a sciacquarti la testa rifacendoti con i bellocci, un po' di qua un po' di là, fino a quando ci ricascherai perchè
ormai è troppo tardi. Il nerdume, quello tossico, quello che ti porterà alla rovina, ce l'hai nel sangue.
I nerds, credete a me, creano dipendenza.

A VOLTE RITORNANO

Sono ancora punto e a capo.
Non riesco a capire come facciano le donne congolesi, metti, senza "La Bustina", oh sacro gral, salvami anche questa volta.

P.S non è che mi citi perchè sono a corto di idee, è solo che sono a corto di idee.

mercoledì 25 novembre 2009

ALIAS

Non avete idea di cosa mi sia successo solo pochi minuti fa.
Una di quelle cose che a voi non succederanno mai, a voi, nelle vostre vite tristi e banali, con quelle facce un po' così, un po' questuanti, un po' stronze, un po' senza senso. Un po' recriminanti, facce che un po' non si possono proprio guardare.

Insomma, mentre facevo scoppiare i pop Korn comprati dal bangla sotto casa che ha un alimentari tipo bazar che insieme ai salami di pollo ti vende anche gli orecchini pacchiani che portano le donne del suo paese, quelle con i vestiti sgargianti e il cappotto di lana cinse che si sa in occidente fa freddo, a Roma così così, figurati a Bratislava, e la pasta barilla e il riso tandori e certe piume da mettere chissà dove esposte accanto al parmigiano reggiano, insomma mentre facevo scoppiare i pop korn, che poi io ci metto tutto l'amore possibile, che sembra il titolo di un film di Muccino con il principe di Bel Air che corre sempre e tutto il resto anni 80, con tutto l'amore possibile poi mi è successa questa cosa, che ha dell'incredibile e che mi ha galvanizzato e io penso che ne rimarrò toccata a vita perché è di un poetico che forse è come vedere la Madonna o David Bowie o altro simile nello splendore e questo: Questo, è stato assistere alla visione spettacolare di un pop korn che è scoppiato in aria, capito? questo pop korn, questo segno del destino, questa prova dell'esistenza di un'intelligenza superiore, è partito schizzando dalla padella sotto forma di stupida raninna, tipico mangime per galline, e si è schiantato a terra nelle spoglie di soffice nuvoletta di mais gonfiato.
E io, io memmedesima, ho assistito fotogramma per fotogrammma alla trasformazione della materia da uno stato all'altro, da chicco arancione a morbidosa succulenta pallina bianca. Cioè, non so come spiegarvi, il chicco sparato fuori dalla padella come un razzo missile, nella sua disgraziata traiettoria si è trasformato, ha cambiato forma e sostanza, make a change!
Boia che illuminazione.
L'ho visto esplodere rivelando il meglio di sé, l'inimmaginabile. Ora non pensate al chicco di mais in se per se, andate oltre. Pensate alla metafora che questa vicenda richiama.
Io sono, lo so, lo ammetto, io sono adesso, in questo preciso istante, in uno stato di coscienza alterato, lo stato, e la coscienza, alterata.
Ma non c'entra
Però, il chicco di mais cazzo! che diventa batuffolo bianco e nel mentre tu hai il privilegio di osservarne il botto e le dinamiche. E' come se ti trovassi ad assistere allo schiudersi di una rosa, dal vivo, il tutto velocizzato, è come essere partecipi di un arcano, è un'epifania, che ti si rivela. Come essere lì mentre il I-TIGI Douglas DC-9 di Ustica esplode, e però poi tu sopravvivi e sai che cazzo ti è venuto addosso. E' come essere Brenda e sapere come ti hanno ammazzato e perché. E' come essere Cucchi e poter raccontare come ti hanno pestato e quanti tuoi diritti hanno violato che poi ti hanno ucciso.
E' come essere al centro di un qualsiasi mistero raccontato da Lucarelli o da Giacobbo che ti parla dei maya e degli alieni e non dice mai un cazzo di certo, è come poter dire, si, io c'ero quando sono arrivati gli alieni, ecco, ho visto.


Non so, non so proprio cosa abbia scritto


Ciao

sabato 21 novembre 2009

LA BRENDA E I FALO'

E' da quando ho aperto gli occhi che sono di cattivo umore.
Non so il perché, non c'è una ragione apparente, una di quelle cose da poter liquidare in un attimo e bon, tipo piove, tipo devo andare a lavoro, tipo ho finito le sigarette, tipo dover vedere gente che repello, tipo dover fare cose di cui non ho voglia...Quando mi prende così è una palla micidiale.
Sono di cattivo umore nonostante un signore alla coop mi abbia regalato il suo biglietto della salumeria e il salumiere mi abbia detto: arrivederci e complimenti per il look.
Nonostante tutti gli sconosciuti con cui ho avuto a che fare fino a questo momento mi abbiano sorriso e parlato con gentilezza.
Nonostante abbia comprato compulsivamente due paia di scarpe due maglioni e una cintura.
Nonostante sia stata così figa da andare a correre anche oggi.
Nonostante abbia dormito abbastanza e mangiato gorgonzola.
Non c'è niente da fare. Sono un caso disperato. La fisiologia non c'entra, non sono nel periodo dell'ovulazione.
Poi ho freddo.
E mi sento svuotata e ribaltata come un cassonetto dopo il servizio dell'Ama.
E mi sento che vorrei fare cose grandiose e che il mondo dovrebbe ringraziami per questo, ma sono priva di idee, mi sento così priva di idee che starei bene a fare il ministro.
E poi c'è questo fatto di Brenda bruciata e del mio romanzo che in tempi non sospetti aveva cominciato a raccontare una storia di trans e ora sembra tutto una barzelletta, sembra che voglia cavalcare l'onda e in questi assassinii politici mi ci voglia fare la scarpetta o sguazzarci dentro senza scrupoli, come un F. M. qualunque.
Ma tanto, poi, non ho idee su come mandare avanti questa storia, non ho idee in generale, l'ho detto, mi sento in grado di poter espletare al massimo le stesse funzioni cerebrali di un distributore automatico di caffè.
E poi non mi diverto più.
Mai, ma mai.
Avrei bisogno di una novità radicale, tipo una vincita al lotto, un cambio di sesso, un attacco alieno, elezioni anticipate.

E anche tu lettore, regalati un viaggio con me in Brasile a spese tue!.

venerdì 20 novembre 2009

RECENSIONE DI NEMICO PUBBLICO





























All'uscita del cinema, manipoli di femmine in visibilio si complimentavano di tutto cuore con quella santa donna della madre di Jonny Depp.

mercoledì 18 novembre 2009

PERSONE CIVILI, CIVILISSIME, CIVILERRIME

Sono stata tamponata da 4 50enni radical chic.
Sono scesi dalla loro auto radical chic e con il loro passo radical chic e le loro facce radical chic, si sono avvicinati.
Per la precisione erano due coppie radical chic, due femmine radical chic con scarpe basse radical chic e gonne di canapa radical chic e due maschi radical chic con le giacche di velluto radical chic e i fularini etnici radical chic.
Che succede?, fa il maschio pilota radical chic mentre io appunto il numero di targa.
Succede che mi ha tamponato.
Dinamica: il simpatico gruppo radical chic fa manovra per un parcheggio e tampona l'auto che passa indisturbata nell'altra corsia, piano piano, per i fatti suoi, nella fattispecie io. Il simpatico gruppo radical chic quando si infila nei buchi a spina di pesce non guarda dietro neanche per sbaglio, neanche approfittando dell'apposito specchietto retrovisore, sarebbe troppo volgare.
Fin qui tutto bene, tutto bene prima della trasformazione, la mia, intendo. Trasformazione da giovane donna per bene a smerdatrice avvelenata della mediocre bassezza dell'elettore medio di centrosinistra, radical chic.
La mutazione genetica è avvenuta in un attimo, la miccia è stata accesa dall'infelice e alquanto impropria affermazione di una delle due femmine radical chic, la quale a un certo punto mi fa:
Evvabbè pperò, pure te pperò te potevi sta attenta, l'hai visto che stavamo a parcheggià, te dovevi fermà!
Ecco, a questo punto, buio. Presente sangue al cervello? presente furia omicida? presente: lontano da me finché sei in tempo?
Per non fare la cronaca fedele minuto per minuto dirò solo che a un certo punto, dando il peggio di me, ho detto una cosa, una cosa alla Bel Pietro che non pensavo mai potesse uscire dalla mia bocca e invece è uscita eccome e non è stato bello per niente.
Ho detto: E MI DIA DEL LEI!
Fatto sta che i 4 a conclusione della vicenda se ne sono andati strisciando alla loro maniera radical chic, ripetendo all'unisono che loro si, loro sono gente civile, sono persone per bene e che non è vero che ce stavamo a provà, che lo sanno, hanno torto marcio e tutto andrà fatto a dovere e che no, non è che LEI, signorina ha capito male, ma la loro proposta di aggiustare il tutto aumma aumma schizzando qualche 50 euro dal portafogli, non era certo, come ha pensato LEI, signorina, un modo per saltare le procedure e salvarsi dall'aumento dell'assicurazione, ma soltanto un tentativo di chiudere la questione lì, per un fatto di praticità e non come dice LEI, signorina, un malcostume berlusconiano, che loro, poi, tra l'altro, che sono gente a posto, gente civile, non è per poca integrità o pressappochismo, come ha detto LEI, signorina, ma davvero hanno fretta che hanno prenotato al ristorante e mò se nun ce moviamo ce prendono er posto, è pure sabato, lo sa, signorì, er sabato p'annà a cena è na guera.. ma comunque noi, che si sappia, siamo persone civili, civilissime, civilerrime...

martedì 10 novembre 2009

NON E' UN BUON MOMENTO PER ME E PER LE MANI

Minchia quanto sono abulica questo periodo.
Non c'è niente di più abulico di me in questo periodo.
Forse solo quel mezzo dado vegetale del 2002 che riposa in pace nel frigorifero.
Forse solo quello.
Ve lo dico così, non è che mi interessi farvelo sapere, del resto sono abulica, non provo interesse per niente.
Niente niente.
Neanche il cinema, neanche gratis. Neanche leggere, nemmeno quello, neanche ad avere un giovane disoccupato del servizio civile retribuito che viene in casa a leggere per te mentre tu sorseggi birra e fumi camel.
Neanche scrivere, ma vabbè, quello poi se sei abulico lascia proprio perdere. Quello funziona solo se sei molto triste o molto contento, non ci sono vie di mezzo, la rassegnazione apatica al piattume della vita non dà buoni frutti, non dà un cazzo per la verità, solo voglia di suicidarsi, ovviamente poi non lo fai perché in fondo in fondo, essendo abulica, non hai nessun tipo di voglie*.
Pensi: oddio, trova il modo, compra le pillole, vai dal medico a fartele prescrivere, no, troppo faticoso, compra la corda attaccala dove?, per carità sono troppo bassa, lanciati sotto la metro, seee, ci arrivi te fin laggiù con il freddo, il traffico e tutto, rimane il balcone, ma ti dirò, morire sfrittellata tipo crepe ripena di organi interni tumefatti davanti al cancellone videosorvegliato delle suore no!, questa soddisfazione mai.
Mai.
Sarà che sono delusa.
Ma una delusione di quelle che ti spezzano le gambe e le braccia e poi ci giocano a tennis*.
Sono delusa dal pressappochismo delle persone, dalla loro banalità, menefreghismo, mediocrità, ignoranza, qualunquismo, disonestà intellettuale, ipocrisia e dal fatto che io, non meritandomi affatto tutto questo, non so come fare a resistere senza sbroccare.
Voi lo sapete poi come sono, no? se poi sbrocco, sbrocco per benino a 360° e partono denunce e cause e casini e non lo so se sta volta mi conviene, ma tutti lo sanno, con i folli non bisogna tirare troppo la corda.

Perciò ieri sera mi sono abulicamente appassionata a "Chi l'ha visto?" che detto così sembra un gioco di società e invece è una delle trasmissioni più inquietanti di rai tre.
Praticamene uno cade in un buco nero e i suoi parenti vanno a "Chi l'ha visto?".
E in effetti poi quell'uno non l'ha mai più visto nessuno e addio.
Poi ieri c'era questa vecchia morta assassinata e con le mani asportate. Una roba che solo Lucarelli sarebbe capace di farti mandar giù e invece niente, c'era quella bionda, quella di "Chi l'ha visto" che ha una faccia che butta tutto in caciara. Che fai, cerchi le mani amputate? allora chiamati "Chi le ha viste?" avrei voluto telefonare e dire: si, mi sembra in effetti, sono quasi certa, di aver riconosciuto un paio di mani sulla metro linea C direzione Garbatella, erano particolarmente provate, avevano barba lunga di due o tre giorni e l'aria confusa, come di chi non sappia più dove in genere si è attaccati, nello specifico a due avambracci.. sono scese alla fermata Spinaceto..sono sicura, dalla foto mi sembrano proprio loro...spero che il mio contributo sia stato utile al cadavere e che possa rendere un p0' di serenità alla sua famiglia..


* se ci pensate, alla lingua italiana intendo, se ci pensate la i nelle voglie è proprio superflua.

* braccia e gambe usate come racchette, ovviamente

sabato 7 novembre 2009

VIDEO COMPROMETTENTI

Ecco non sapevo dove andare per regalarmi una gita fuori porta e allora tra poco mi prendo un treno per Firenze. Mangerò una fiorentina spessa quanto il mio giro vita, berrò del buon vino, farò tutti i giretti che fanno i turisti, mi impegnerò a non farmi scippare né ad andare al pronto soccorso e domani di nuovo a casetta.


Questo video, sempre che riesca a caricarlo, è di due miei cari amici, A&A ( che sta per Anarchico e Anticlericale) la cui serietà, a fronte della divulgazione di questo documento, sarà compromessa a vita. Pregherei di porre l'attenzione all'eheheheheh finale con i due che agitano veloce veloce le manine. E dire che sembravano persone perbene.

mercoledì 4 novembre 2009

ASSOCIAZIONI LIBERE

Ho meno di un'ora di tempo e poi il mondo esploderà.
Non è vero, ho circa 65 minuti.
Ma non mi affliggo.
Bisogna prendere il lato comico delle cose, il lato positivo, il lato quello del bicchiere pieno che poi è la metà, la storia della metà del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, lo sagoma del rossetto sul bordo, che non è però la metà quella della mela, quella dell'anima gemella, quella della filosofia platonica e dei greci antichi, che lo sanno tutti, amavano andare a trans.
Si vocifera che l'innominato chiappe d'oro sia Gasparri, il quale nega, giustamente, d'altronde Marrazzo insegna che se si va a trans poi bisogna farsi benedire dai monaci, tipo esorcismo.
Big Dick dice che secondo lui chiappe d'oro è La Russa.
Certo, ci sta tutta, ( l'affermazione). Il ministro cazzuto machista omofobico e guerrafondaio poi te lo ritrovi a 90° a farselo mettere in culo da Uga.
Per me non è lui, chiappe d'oro. Sa torppo di clichè impacchettato a dovere come una bomboniera di prima comunione.
Direi più un Cota o anche un Maroni... Maroni, con quegli occhialetti.. uhm... io punto su Maroni, 50 euro.
Sono ufficialmente aperte le scommesse..

lunedì 2 novembre 2009

ALDA

La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnanànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.
Alda Merini, da "La volpe e il sipario"

mercoledì 28 ottobre 2009

Non voglio parlare di Marrazzo.

Tuttavia rimprovero a Marrazzo solo l'imprudenza.
Insomma, lo faccio io, son io prudente per certe cose!
Quando andrò a vedere il film su Michael Jackson per esempio, al Warner village, quello con le sale all'americana in piazza della Repubblica, frequentato da gente che magia popkorn e commenta a voce alta, che paga per vedere film in cui macchine cervelli e piselli esplodono con una noncuranza quasi commovente, ecco, quando andrò a vedere questo film, io sarò prudente.
Mentirò ai miei amici intellettuali, ai miei familiari, ai cinefili di terzo grado con cui chatto ogni tanto.
Mentirò, che ce vò?
Camuffata da anziano disorientato sui mezzi pubblici, me ne andrò quatta quatta alla fermata dell'autobus senza lasciare tracce per evitare che qualcuno possa riconoscere free o yaris parcheggiate, vedrò il film e poi distruggerò ogni prova mentendo fino alla fine contro ogni evidenza e se mai qualcuno me ne dovesse chieder conto, se mai qualcuno mi dovesse dire: t'ho visto, c'è un video che ti sputtana ( tanto sputtanare ormai è un termine sdoganato così come coglione, abbronzato e comunista) non credo proprio che andrei a infilarmi in un cazzo di monastero curativo.
Ahò, i monasteri non sò curativi! Non lo sono certo per la Michaeljacksonite e tanto meno per la, come dire.. transessualite?
Insomma, Se proprio volevi fustigarti, Marrazzo, ( stupidamente aggiungerei visto che, fossi stata in te me ne andavo a Rio, ormai diamine, sei libero.. capirai, certi carnevali da quelle parti...) non ti sceglievi un monastero! si sa che in quei luoghi, con tutta quell'astinenza, con tutto quell'ora et labora, con tutto quell'ascetismo poi, sotto sotto, gratta gratta, scava scava, ti ritrovi con il monaco abate che ti insegue nei corridoi brandendo sotto la tunica una ma(ra)zza tanta...
Eh no, non si fa così. Proprio no.

E ora, per esempio, chi candidiamo?
Io per me ci starei, alla regione Lazio, intendo. Per i propri vizi e le proprie debolezze, si sa, basta essere prudenti...

martedì 27 ottobre 2009

TRANSUMANZA

Quasi quasi me ne vado a trans.

sabato 24 ottobre 2009

LE PRIMARIE

Domani, lo sapete, ci sono le primarie.
Andiam, andiam, andiamo a votar, tarattattà tarattattà tattà tattà..
I sostenitori di Franceschini si riconosceranno dai calzini blu ( quale migliore invettiva per denunciare l'indegna trasmissione di mattino 5? voi ne avevate di migliori? davvero? Beh, voi non siete e mai sarete segretari del PD).
I sostenitori di Bersani si riconosceranno dalla maglietta con su stampato il logo della faccia di D'Alema ( una bella faccia di... baffo, baffo, volevo dire baffo)
I sostenitori di Marino andranno a li castelli a bere fiaschette.
Il mio voto è segreto, nel senso che è un arcano anche per me. Di votare Franceschini non se ne parla, di votare Marino, boh, ai fini di un futuro successo elettorale mi sembra un suicidio. Ma chi cazzo è Marino? Una puntata ad Anno Zero* la poteva pure fare, una capatina a Porta a Porta, una sgusciata da Floris. Diciamo che Marino, nell'ottica dell'italiano medio, ha meno popolarità e sicuramente meno autorevolezza del dottor Gargiulo di Elisir. A Roma al massimo potranno dire: a Marino, portace l'antro vino.
Rimane Bersani, il caro, compatto, orso bruno Bersani.
Bersani c'è da dire che ha il fascino dell'amministratore condominiale che viene a chiederti le rate dell'ascensore. Tu che fai? ovvio, non gli apri.

Io l'avevo detto, il mio monito era stato lanciato, una donna, ci vuole una donna alla segreteria del PD.
Una decisa, sbrigativa. Una che ti fa una lasagna in quattro e quattr'otto, una che ti ramazza la cucina che nemmeno te l'accorgi e poi è già pronta per uscire truccata e profumata. Una che si può guardare, non dico una gnocca di livello alfa, ma passabile, pulita, educata, mediamente intelligente, con senso pratico e molta favella.
Pensate a una domenica all'Ikea. Una che dopo 7 ore passate a scegliere la migliore delle sole tra i vari Ivar, Ikmund, Ortoban, Skotoral eccetera, si ritrovi ancora in vita e pronta a investire le energie che le rimangono nell'avvitamento bulloni seguendo le istruzioni in svedese, tutto ciò per amor della propria sala da pranzo, non sarebbe in grado di rimettere in sesto questo paese?
Una che faccia economia sui 30 centesimi confrontando on line i prezzi di tutti i pacchi di pasta corta al mondo, una che per far mangiare 5 persone spenda 2 euro e 50 di cui 50 regalati al rom da semaforo, una che magari abbia 7 figli e sappia che se punisce uno che da grande farà l'operaio dovrà punire anche l'altro che da grande farà l'industriale, una che abbia qualche probabilità di risultare più popolare dei soliti cassonetti ammuffiti della sinistra, non sarebbe meglio?
Una che sappia parlare seriamente di ciò che sgnifica pari opportunità, una che oltre al culo sappia usare anche il cervello, una che in quanto appartenente a una categoria nei secoli vessata e discriminata, sappia cosa significhi discriminazione delle minoranze, xenofobia, omofobia, misoginia, Calderoli, razzimo, integralismo cattolico, ecc ecc.
Esiste, esiste, secondo me esiste, sarebbe bastato volerla trovare. Cercare nei circoli del PD, fare una selezione ferrea con i provini e tutto, tipo x factor.

Dirigente di partito- Dica una cosa di sinistra
Candidata- Calzini blu per tutti
Dirigente- Avanti un'altra

E alla fine la si sarebbe trovata, un marketing serrato, un nuovo look da donna di sinistra, vestiti un pò etnici, un pò di sola canapa, un pò puro cotone, occhialetti di finto osso, capelli rosso mogano o biondo ocra, trucco leggero, moleskine per gli appunti, tacco moderato, gran sorriso e un unico slogan: rendere la dignità a questo paese.

* Ad anno zero Marino c'è stato

martedì 20 ottobre 2009

LA GENTE


Sono confusa.
Tipo una cola agitata ma senza zuccheri.

Mangio 10 fette di bresaola su una striscia di pane, basta carboidrati, basta-con- i-carboidrati.
Il mio corpo si ribella.
Il mio corpo ha bisogno di proteine.
Sono stufa.
La gente mi dice: ma che hai? che ho? no, niente, sei pallida.
Sono pallida, e vaffanculo, si, sono pallida. Anzi, non sono pallida, a voler essere proprio sinceri, sono verde.
Il mio colorito è sterco di neonato diarroico.
Ti senti male? no, sono verde, sono solo verde, verde e basta.
Forse mi sento anche male, può essere, può essere che mi senta male, ma non è per il colorito. E' perché continui a chiedermi se mi sento male.
Stronzo.
La gente mi dice: ma che hai? che ho? no, niente, sembri triste.
Sono triste, e vaffanculo, si sono triste. Anzi, non sono triste, a voler essere proprio sinceri ho gli occhi all'ingiù. Sono questi occhi che mi fanno sembrare triste.
Forse mi sento anche triste, può essere, può essere che sia triste, ma non è per l'umore. E' perché continui a chiedermi se sono triste.
Stronzo.

Sono confusa.
Sono agitata come una cola tarocca ma senza zuccheri.

Sono tarocca. Non è male essere tarocchi o sentirsi tali. Se ci pensi, stronzo, essere tarocchi è un gran bel vantaggio.
Pensa a te, che sei solo dixan e distintivo.
Pensaci, al distintivo e al dixan.
Pensaci, io ci penserei.

La gente mi chiede: perché non ridi mai? perché ti sei guardato? rispondo.
Sarà per questo che non faccio la Pm in discoteca. Sarà per questo o perché sono molto selettiva, ma più probabilmente perché sono pigra e forse abitudinaria e la gente non mi piace o mi piace poco o la ignoro o la schifo. E' un mio limite, certo, o forse un limite delle mie tette.
La gente non mi piace perché quando inizia un discorso dice: senti, te volevo dì na cosa... ah beh, ok, pensavo invece che il fine del tuo dare fiato alla bocca fosse la costruzione di un biplano a due posti per volare fino in Australia e stabilire un nuovo record mondiale.
No? non è per questo? ah, ok, allora dimmi pure.
La gente non mi piace perché ti dà sempre ragione, sempre, anche se sei nel bel mezzo di un duello tra spadaccini.
La gente dice: ah, si, certo, hai ragione, però.
Però un cazzo, se ho ragione ho ragione, altrimenti non me la dai, la ragione, non è una cosa che si dà a tutti. La ragione sulle faccende non segue logiche democratiche di distribuzione.
C'è chi ha ragione e chi ha torto. Se credi aver ragione non poi darmi ragione.
E' facile, basterebbe leggere un po' di filosofia greca.
Stronzo.


Lo stronzo è generico, non si senta offesa nessuno.
Oppure si, chissenefrega.

farfafuori

venerdì 16 ottobre 2009

Torno, torno...

Tornavo a casa e un orso bianco mi ha chiesto due euro per un salmone.
Allora gli ho detto- Io 2 euro te li do, ma non è che poi giri l'angolo e vai a comprarti uno spadino?
Lui ha abbassato lo sguardo e poi ha risposto- no, signora, il pesce spada costa troppo.
Insomma ve ne sarete accorti (nonostante la vostra senile rintronaggine):
fa freddo.
Ci vuole il cappotto, quello invernale, quello di febbraio comprato ai saldi da Marella, se ti va di culo, altrimenti quello di novembre, Benetton cucito cinese.

Ho cambiato palestra, avete presente? 'o purp eccetera eccetera? Ecco, l'ho cambiata. Sia chiaro, non è per 'o purp che ho mollato la mega struttura supercazzola fitness attrezzata come un prodotto della NASA e cara come 100 cene da Primo.
No, il motivo è ben altro.
La causa scatenante del ginnico peregrinare farfallulo è stata la cafonaggine bastarda e microcefala del gestore della suddetta giostra per adulti frustrati che vanno a sudare a ore per far fronte all'angoscia di invecchiare.
Questo tipo, immaginatelo, spalle a mobile ikea, cranio a nocciolina, bicipiti da quercia secolare, ha osato trattarmi con sufficienza.
Essendo il mio standard fisico non idoneo a certi ambienti, non avendo io tette rifatte e culo in spalla, non potendo sfoggiare labbra gonfiabili e stupidità a gogò, sono stata discriminata.
Il cazzo piccolo, non appena ha intuito la mia intenzione di non fare un abbonamento a vita, ma un semplice, mentalmente sano, mensile, mi ha trattato con sufficienza.
Mi ha guardato da capo a piedi come a dire: vergognati, mi ha parlato guardando altrove, mi ha dato mezze informazioni, il tutto mentre la rabbia rossa saliva, mentre già lo vedevo morto appallottolato nel suo cazzo di suv a 230 kilometri orari sulla Pontina mentre va a puttane senegalesi.
Allora gli ho detto: vaffanculo.
Si, gli ho detto vaffanculo e poi arrivederci, perché l'educazione comunque prima di tutto.
Farfarrabbiata

Torno eh, domani torno.

venerdì 9 ottobre 2009

PRESTO O TARDI

Si, sono una cacca.
Avrei una faraccata di cose da raccontare ma niente tempo, perciò faccio un elenco

  1. Il lodo AlFa(ci)no
  2. L'inutile soccorso a un gatto assassinato
  3. La nuova estetista
  4. L'opera teatrale Togunà
  5. Il terremoto in Ciociaria
  6. Il nonnismo sul lavoro
  7. Il cambio stagione panni estivi-panni invernali
  8. Scrivere che passione ( di Cristo)
  9. L'ufficio postale e il master da 950 euro più 14 euro e 62 di marca da bollo
  10. Natale in sud Africa
Ma giuro che tornerò, presto o tardi tornerò...

mercoledì 30 settembre 2009

SCOPRIRE

Ho scoperto di adorare i cavoletti di Bruxelles e di preferire, e di molto, il blog di Smeriglia a quello di Chinasky.

Ho scoperto inoltre di essere manesca e mattutina.

Ho scoperto anche che:
non pensare troppo è meglio
comprare bigiotteria fa venire i lobi pieni di pus
non credere a niente è peggio che credere a tutto
sono più intelligente di molti
sono meno intelligente di alcuni
i film sul Che fanno cagare, entrambi
sperare che il governo cada è tempo sottratto al sesso
la frutta biologica è veramente più buona
il PD non ha nessuna linea, neanche di febbre
in occidente esistono ancora i pidocchi
ciò che amo di più non è scrivere ma vegetare oltre che bere e mangiare, perciò, fossi una pianta sarei felicissima
aspiro a diventare una pianta

venerdì 25 settembre 2009

FUFFA

Tutto quello che voglio in questo momento è sgomberare la mente da pensieri ingombranti.
Un'epurazione, tipo.
Una pulizia etnica, tipo.
Una dimostrazione gratuita delle proprietà aspiranti di un Folletto cerebrale.
Tipo.
- Buongiorno, sono Cinzia, la rappresentante n. 5897 del Folletto cerebrale. La chiamo per offrirle una pulizia mentale totale e gratuita.
- Scusi, come ha avuto il mio numero di telefono?
- L'ha segnalata una sua cara amica
- Chi?
- La dimostrazione è gratuita e in appena mezz'ora si accorgerà delle fantastiche...
- Chi le ha dato il mio numero?
- Il nuovo Folletto 2009 è laureato a Harvard
- Mi dica chi cazzo le ha dato il mio numero
- Il nuovo Folleto 2009 le sta chiedendo solo 10 minuti del suo preziosissimo tempo
- Chi è quella baldraccona della mia amica che le ha dato il mio numero!
- Se non ha disponibilità subito le posso fissare un appuntamento per la settimana prossima
- Se non mi dici subito chi ti ha dato il mio numero sciolgo Belpietro
- ..
- Sta ringhiando..
- ..
-Ha la mandibola più sporgente che mai.
- ..
-....e mooolta fame..
- Ok, ok. Non la disturbo oltre.

Mi piacerebbe tornare a casa e niente, staccare. Finito. Spento, pialla e via, si passa ad altro. Mi piacerebbe continuare a scrivere 'che avevo ripreso, era pure una bella storia, era divertente, nel senso che avevo ripreso a divertirmi, con la scrittura. La scrittura creativa.
La scrittura creativa.
Bah.
Creativa.
Come se ci fosse altro.
- Cosa hai fatto oggi?
- Ho scritto
- Davvero?
- Si
- E di cosa si tratta?
- Una lista della spesa
- Grandioso
- Si, sono uno scrittore.
- Si, lo sei
- Cazzo, se lo sono

Oddio, una bella storia, insomma. Bella per quanto lo possa essere una storia, cioè, una storia è una storia, poi dipende da come la racconti.
E' per questo che non tutti siamo scrittori.
Né comodini.
Né cicche se è per questo e nemmeno insegnanti di religione.
Io non ce l'ho con gli insegnanti di religione, dovete credermi.


No, non è vero, io ce l'ho con gli insegnanti di religione.

P.S Dice che mi hanno visto apparire sulla cima di una montagna al tramonto e che il sole ha iniziato a roteare divenendo blu e poi grigio e infine fucsia. Qualcuno ha gridato al miracolo, ha detto: guardate, la madonna! qualcuno invece ha detto: ma no, è solo fuffa.

vostra farfafuffa

sabato 19 settembre 2009

Mi sento scomparsa

lunedì 14 settembre 2009

CONSEGUENZE

Per ora mangio certe olive indigeste da banco dei salumi/grande distribuzione/in superofferta.
Quali? quelle verdi dolci o quelle verdi piccanti?
Ho detto piccanti, per distrazione e ora ne pago le conseguenze.
Io non penso mai alle conseguenze delle mie azioni, figuriamoci quando ho a che fare con le olive.
E' una cosa bizzarra se ci pensate, questa delle conseguenze. Uno fa una cosa e poi, zac, loro arrivano e la gente ti dice non l'avevi messo in conto? agisci solo per istinto? non pensi mai al fatto che il battito d'ali di una farfalla in Nepal può provocare eccetera eccetera?
No, non ci penso mai.
Sono forse un'aberrazione della natura?
Magari si, ma secondo me non certo per questo fatto delle conseguenze.
La gente dice anche è per questo che la tua vita ha preso questa strana piega, quella che neanche il ferro da stiro impostato su lino e/o sintetico può debellare.
E' per questo forse che non sei un ingegnere aereospaziale. E' per questo che non siedi nella rosa dei 5 al tavolo con l'acqua minerale del premio strega.
E' per questo che non partecipi alle olimpiadi di ginnastica artistica, né hai sposato un milionario come da suggerimento governativo, né sei una rock star e nemmeno ci somigli..
Per esempio, ma è solo un esempio, mentre mi facevo tatuare tutt'attorno all'ombelico, tanti anni fa, non pensavo che un giorno mi sarebbe anche piaciuta l'idea di riprodurmi.
Il tatuatore mi disse quando sarai incinta questa cosa che ti sto facendo che ora ti costa 300 euro perché sei venuta da me, che sono il più figo e il mio studio è a piazza Barberini e sembro un neurochirurgo mentre ti scarnifico con questo stupido ago inzuppato nell'inchiostro, mi disse, quando sarai incinta questa cosa che ti sto facendo si spapperà tutta e ti verrà una pancia grigio topo e non potrai farci niente e sembrerai un panno di daino sporco di parabrezza e il tuo ventre somiglierà a una borsa di cuoio di dinosauro e io gli avrò risposto una cosa del tipo: ok!
Ma questo è il meno.
Il fatto sorprendete è che con questa storia dell'ignorare le conseguenze mi ritrovo a vivere una vita d'improvvisazione.
Tutto mi capita, o sembra capitarmi per caso. Niente c'è di calcolato, niente di deciso premeditato studiato. Ora sono finita in mezzo a uno strano carrozzone che sembra viva di vita propria e io ci sono dentro e chi cazzo se l'era immaginato che ci potessi finire?
Poi magari mentre scrivo queste cose alle mie spalle si sta organizzando una di quelle conseguenze, ma una di quelle, una roba gigantesca immane inaspettata che chi può dirlo un domani con quali altre storie assurde dovrò avere a che fare... può essere.
Nella mia vita tutto può essere, anche che un vaso di geranio mi sfondi la testa mentre vado a comprare le olive verdi piccanti, ma quello a chiunque..Quante volte un vaso di gerani eccetera eccetera?
Certo è che questa riflessione ha del filosofico.
Ho vissuto lunghi anni a non pianificare. A non organizzare. A non guardare in prospettiva.
Ve l'hanno mai detto? tu non guardi in prospettiva.. e sarà che sono preGiottesca, e sarà che sono e guardo e penso in maniera bidimensionale..o quadridimensionale o dimensionale un numero di n volte all'infinito che voi non riuscite a capire.
Ma che ne sapete voi della prospettiva? della progettualità? c'è qualcuno che ne sappia qualcosa? Non è forse la progettualità un facile adeguarsi a ricalcare modelli precostituiti?
Io per esempio non ho soldi da parte.
Diciamo pure che non ho soldi e basta, figuriamoci da parte. Da parte al massimo riesco a passarci, da parte a parte..ok, orrenda battuta.
Dunque, e se ti capita un imprevisto? una conguaglio, un multone, un incidente strutturale tipo crollo del tetto, crollo dei molari, prolasso della vescica? che fai?
Boh. Non so rispondere, ma potrei pensarci, potrei però in genere preferisco clickare su ryanair e andare dove mi porta il malloppo..per esempio..

Vostra farfaoliva

giovedì 10 settembre 2009

KIAMAMI!

C'è questa tipa che suppongo sudamericana.
C'è questa tipa che ha preso a tartassarmi di messaggi e telefonate.
Mi scrive certe cose perentorie del tipo: chiamami! con la K.
Kiamami!.
Mi scrive certe cose ansiogene del tipo: non posso parlare, non scritto senza la o.
Nn.
Mi scrive cose insistenti del tipo: perché non mi rispondi? perché scritto con la x e la k
Xkè.
Telefona in continuazione, sul display migliaia di chiamate perse rispondenti a un numero sconosciuto, il numero di questa folle.

In genere non rispondo mai ai numeri anonimi né a numeri sconosciuti. Per rispondere a un numero sconosciuto devo essere o in vena o letteralmente bombardata o ubriaca, in tutti i restanti casi, scordateve 'a risposta.
E' questione di patologia, soffro di manie di persecuzione e non a caso, cari miei, perché le mie belle rogne telefoniche ce l'ho avute eccome nel corso di questa farfallula e giovane vita.
Il maniaco sessuale, l'adolescente turbato, lo scippatore agguerrito, gli ex indefessi ma soprattutto fessi, il padrone di casa, l'impiegato della biblioteca comunale, la collega colla, la conoscente accozzata e l'anonimo che mi vuole fare un massaggio integrale e l'anonimo che si maneggia il canarino alle 4 del mattino e il recupero crediti e la tipa dell'erba life che vuole appiopparmi il miracoloso unguento anti-cellulite e quella delle dimostrazioni del folletto che ti toglie gli acari dal materasso, insomma, una lunga lista di scassa balls.
Da ciò si capisce un certo combattuto rapporto con il telefono e più in generale una consolidata, schiva, triste misantropia.

Poi, però, un bel giorno rispondo.
Ho sbagliato numero, mi fa l'ispanica.
Vorrei ben dire, rispondo, mentre lei ha già messo giù senza chiedere scusa.
Ma gli sms disperati continuano ad arrivare.
Kosa ti ho fatto?, mi manki, sei nel mio kuore, xrò anke tu hai sbagliato, a kasa nn ti trovo, nn è stata colpa mia, lui nn mi piace, nn posso vivere senza te, la mia vita nn ha più senso e altre kose kosì da delirio latino senza precedenti.
Ora, coglierei se non vi dispiace, l'ampio spazio espressivo concessomi dalla rete, per dire all'esemplare telefonatrice:
Kara cessa, dovrai pur accorgeti prima o poi ke il numero a kui indirizzi gli innumerevoli afflati d'amore nn è quello giusto. Ma soprattutto, nn ti sovviene un flebile dubbio considerando che l'amato in questione saranno ormai 15 giorni ke nn ti risponde?
Lungi da me l'essere, o meglio il mio numero tim essere causa della fine di cotanta passione.
Poi dicono che trovarsi un fidanzato cosa ardua è. Che portare avanti una relazione cosa astrusa è.
In fin dei conti forse basterebbe soltanto comporre il numero esatto.


Vostra faracell, il kliente da lei kiamato è al momento irraggiungibile.

mercoledì 9 settembre 2009

E' morto eccetera eccetera

Non ho intenzione di spendere parole per la morte di eccetera eccetera.

lunedì 7 settembre 2009

SCAMPATO INVESTIMENTO

Sprezzante dei pericoli e della morte, l' indomita Farfallula, impavida, garibaldina, ardimentosa donzella, audace combattente, gagliarda e temeraria, continua inarrestabile la sua intima disfida contro una vita senza protesi.

A riprova del valore della Stessa, l'ultime sue eroiche gesta in via dell'acqua Bullicante, Bullicante con due ELLE.
Ipod nelle orecchie, correndo di prescia, l'inimitabile paladina guada d'improvviso la strada maestra, senza volger lo sguardo né a destra né a manca. Immantinente un roboante prodigio, oscuro presagio di morte, infima Fiat panda, carontesco carro diritto alle vili paludi dell'Ade, fa d'Ella schiacciatina d'autogrill, spalmata ammaccata sul versante destrorso dell'abominevole aggressore.
La fedele scudiera particella di sodio accorre a raccattar pezzi della valente condottiera, il guidatore, barbaro d'origine, scende dalla medieval giostretta a porgere turpiloquesca protesta.
L'Augusta imperatrice mugugna in stato di shock.
A conti fatti, nessun danno vi fu per l'impenetrabile farfallula armatura, ultramondana scorza forgiata dalle divine arti di Vulcano.
Et per altri lidi et altri perigliosi itineri la demiurgica Farfa, sempiterna folgore nelle tenebre dell'umanità, continua il suo cimento pel mondo trivio e le malaugurate sorti..

venerdì 4 settembre 2009

SONO SUCCESSE DUE COSE

Sono successe due cosa:
1) Non ricordo più la password di messanger.
2)Ho preso una cattedra piena in un posto che se mi affaccio dalla finestra posso far lezione da casa

martedì 1 settembre 2009

De PATENTE

Non potete neanche immaginare la commozione e questa volta non cerebrale.
Dopo sei anni, sei anni di pene dell'inferno, di illegalità plurima, di sbatti a destra e a manca, di colloqui improbabili con polizia carabinieri e sportellanti, quando ormai tutte le speranza sembravano vane.....rullo di tamburi...
MI HANNO RESTITUITO LA PATENTE.
Tesserino rosa, foto inesprimibilmente oscena, scadenza 2018.
Io, ho, la, patente.
Breve riassunto delle puntate precedenti, una saga che beautiful mi fa uno sciacquo.
Era il lontano 2003, anno del cornuto. Un cornuto per l'appunto mi scippa il portamonete in quel di Barcellona, sull'autobus dall'aeroporto alla città.
Le mie vacanze cominciano sempre al rovescio, dall'ultimo impossibile quadro di videogame.
Senza soldi, senza carte, senza documenti, mi trascino disperata verso l'ambasciata italiana, non è bello andare in giro all'estero senza passaporto soprattutto se hai questi capelli marocchini, questa faccia etrusca, questi occhi all'ingiù e questo naso egizio. Pelle olio exstravergine d'oliva.
Una volta a casa chiedo il duplicato. Quanto ci vuole perché si compia questa operazione in un paese normale e in una città normale? Bene, se siete in Italia, moltiplicate per due, se siete a Roma moltiplicate per 4.
Dopo sei mesi arriva il duplicato. Non trovandomi in casa il simpatico postino, il duplicato viene spedito indietro, visto che ahimè, ho osato sfidare la scaltrezza del carrozzone burocratico avendo la residenza in un appartamento e il domicilio in un altro, pratiche bizzarre, usi eccentrici.
Chiedo un altro duplicato.
Altri sei mesi, è passato un anno, siamo alla metà del 2004.
Il concetto del domicilio diverso dalla residenza è uno degli arcani più incomprensibili di fronte al quale impiegati pubblici e questura si siano mai trovati. Continueranno a non capire per altri due anni, più probabilità avrei avuto se avessi proposto loro un quesito di fisica elettromagnetica.
Salve, mi servirebbe l'ennesimo duplicato della patente, potreste per favore risolvere prima questo problema : un lungo filo rettilineo è percorso dalla coerente di 6A, calcolate il campo magnetico a 10 cm di distanza dal filo, poi, comprendete la leggera sfumatura interpretativa tra concetti quali: residenza e domicilio.
Insomma l'incresciosa vicenda non si sblocca e la motorizzazione va avanti per un paio d'anni a produrre e poi distruggere simpatici duplicati rosa della mia patente.
2006, sono esasperata. Mi rivolgo a un'agenzia. L'agenzia ce la mette tutta e mi fotte 150 euro. Risultato, nullo. La tipa prende a cuore la mia situazione disperata, mi spinge a richiedere la denuncia di smarrimento, la prima, quella fatta nel 2003. Siamo ormai al maggio 2007. In questura mi fanno penare tre mesi per recuperare un cazzo di foglio A4 in un faldone ammuffito al secondo piano di quel recinto per guardie. Ogni settimana un tipo diverso mi dice che no, non devo parlare con lui, ma con quell'altro, per favore, è facile, dico, non usate informatizzare i vostri dati? no, datemi un indizio, uno qualunque, fuoco fuochino acqua, che ME LA CERCO DA SOLA. Niente.
Alla fine una donna mi risolve il problema, ma va?
Recupero la denuncia. Con la denuncia faccio un fax di insulti e bestemmie alla motorizzazione.
Epilogo, nel mese di giugno, nella casa in cui ho la residenza ( l'inghippo, come vedete non è mai stato risolto) si presenta un uomo in divisa. L'inquilina mi chiama dicendomi: ti hanno cercato i carabinieri.
Bene, penso, magari chiamo un avvocato, non si sa mai. Vado dai carabinieri di zona, no, non mi hanno cercato loro.
Bene, metti che dovevano arrestarmi, non solo mi sto consegnando, ma è pure faticoso, sai che c'è, andate a fare in culo e me ne frego.
Qualche settimana dopo mi chiamano dalla questura.
Motivo, la patente.
Entro, mi portano ai piani alti, ci sono quei tipi che si vedono nelle fiction di polizia, ispettori in borghese, cioè, in borghese da sbirro, tipo giubbotto di pelle, jeans attillato, pistola ascellare eccetera. Parlo con una donna e nel frattempo mi squadro uno che vi dirò, Raul Bova sputato.
Insomma la tipa mi fa: devi produrre un documento in cui certifichi di aver guidato anche senza patente, altrimenti la motorizzazione dovrà esaminarti di nuovo.
E' una trappola, penso. Vogliono incastrarmi.
Ma che sei scema? secondo te firmo un' autocertificazione in cui dichiaro di essere andata in giro per 6 anni, bella bella, a guidare senza documento? magari ti confesso pure quell'omicidio di prostitute per cui non trovate il colpevole.
Già mi vedo, fottuta, avvilita, ritiro a vita della patente mai ricevuta, 12 mila euro di multa..
La tipa mi pianta in faccia la lampada dell'interrogatorio e inveisce: se non fai l'utocertificazione, scordati la patente, per sempre.
Morale, ho prodotto questo documento assolutamente incriminante e invece di arrestarmi, dopo poco più di un mese, arieccote la patente.
Evviva.
Ora scusate la fretta, ma ho una yaris da scrostare, essendo l'auto stata usata in tutti questi anni come comodo ripostiglio itinerante.

sabato 29 agosto 2009

SBERLO

Cosa succede nel frattempo in Italia.
Intanto per esempio succede che Rai e Mediaset all'unisono, ma si potrebbe anche dire Raiset e Mediai, o se volete televisioni di, pilotate da, manovrate da, strumento del potere di un certo SBerlo si rifiutino di trasmettere il trailer di questo film, presentato al 66° festival di Venezia.
Niente pubblicità per Videocracy sulle reti del re.
Ora il film esce il 4 settembre e ovviamente il pubblico dal dente avvelenato riempirà le sale, il problema di fondo però, sollevato dal film stesso, è che l'80% degli italiani attinge informazioni sul mondo direttamente ed esclusivamente dalla televisione, perciò, belli de mamma, alla fin fine, come dire, ce la cantiamo e ce la suoniamo sempre inetr nos dunque sperare che l'ago della bilancia si sposti anche solo di impercettibili millesimi di grammo, è pura fantascienza.
Questo il trailer di cui ci sono altre versioni non meno inquietanti e che vi invito a cercare sul web.
Succede poi che lo stesso SBerlo di cui sopra decida consigliato dalla sua manica di avvocati che puzzano di zolfo di citare in giudizio Repubblica a causa del famoso decalogo di quesiti in realtà fin troppo mollicci nello stile 'quanto siamo educati quanto siamo carucci e che bon ton noi di sinistra' reputate invece -ah ah ah ah- diffamatorie dal premier e dal suo entourage del maligno.
Morale, o meglio, Im-morale della favola, non è che si sia risposto neanche a mezza domandina tanto educatamente posta, ma - udite udite- è stato chiesto un risarcimento danni per un milione di euro al gruppo espresso.
Wow! Allora visto che ormai s'è tutto irrimediabilmente capovolto, io mi faccio istallare due ruote al posto delle mani e da oggi in poi vado in giro pattinando a testa in giù, con la gonna che mi si rovescia sulla faccia.
Leggetevi l'articolo su Repubblica, non mi sforzo a riassumere, è facile, si clicka e via, scoprirete anche che sotto le scudisciate degli squali c'è pure la stampa estera, El Pais e Le Nouvel Observateur.
Per quanto mi riguarda, ormai non riesco neanche più ad incazzarmi. E' come se il mio corpo avesse sviluppato anticorpi grossi come pantegane e avesse cominciato a badare solo alla propria vigliacca spravvivenza rendendosi immune al virus.
Come se, rendersi e ritenersi inataccabili dalla propaganda, sia già di per sè una gran conquista che permette di assicurarsi la salvezza, se non del proprio di dietro, almeno della propria anima, almeno di quella.
A proposito di di dietro, tornando al feceto che forse come tono mi si addice di più rispetto al tragico-apocalittico, vi informo che un'altra farfagaffe è stata consumata un paio di sere or sono.
Ristorante.
La signora va in bagno.
La signora torna dal bagno.
Nel tragitto di ritorno incrocia 178 camerieri, di cui uno inginocchiato a riassemblare roba in uno scaffale rasoterra che la guarda dal basso verso l'alto a lungo, mooolto a lungo.
In generale tutti la guardano a lungo, mooolto a lungo.
La signora torna a sedere. Venti minuti dopo l'allegra comitiva si congeda. Gli uni in una direzione gli altri in quella opposta.
Quelli nella direzione opposta, in un ultimo retrosaluto fanno dunque notare alla sottoscritta signora di avere il simpatico deretano, nello specifico della serata anche perizomato, in totale bella mostra, essendo ahimè, il lembo della gonna, la parte posteriore, rimasto completamente e inavvertitamente incastrato nelle mutande interdentali.
Perciò, imbarazzo a mille e croce sopra al ristorante in questione che si va ad aggiungere alla lunga lista dei luoghi in cui non posso più farmi vedere ( per motivi che un giorno elencherò).

P.S: Ma io mi domando e dico, dico, un cane, un cristo che mi avesse detto: scusa, non è per niente eh, ma vorrei farti notare che hai il culo all'aria, te lo dico così, non per malizia, chessò, magari non te ne sei accorta, magari ti farebbe piacere rimettere le cose a posto prima che ti vedano altri milioni di persone, poi boh, se è una forma di esibizionismo, fai pure, non mi da mica fastidio, ciao eh e scusa ancora, non volevo di certo essere insolente..

farfavvilita

mercoledì 26 agosto 2009

SERPICO TI LOVVO


A Roma c'è un caldo che se prendi un ghiacciolo quello ti guarda e ti supplica di sopprimerlo.
Ho comprato un nuovo ventilatore da Auchan, euro 11,99. E' di quello con i piedi, lo stecco e con i tacchi è più alto di me.
Vibra un casino quando è al massimo, sarà forse perché costa 11 euro?
Il motivo di questo nuovo acquisto non è la smania del consumatore estivo, ma l'emergenza visto che l'anziano ventilatore cedutomi in dote da mio padre a cui a sua volta era stato ceduto da mia nonna ( i beni di famiglia) qualche giorno fa ha deciso di suicidarsi nel modo più cruento.
Riposava tranquillo - e spento- sul davanzale e senza apparente motivo si è buttato giù, dal terzo piano. Si è sfracassato.
Avrebbe potuto uccidere chiunque, i nostri vicini del piano terra mentre la madre usciva a fare una passeggiata con bambino nel passeggino, il ragazzo del volantinaggio, il postino, l'agente immobiliare, il testimone di geova, il lobotom di lotta comunista con il suo stupido giornale da appioppare, quello della chiesa evangelica et varie et eventuali.. per fortuna le conseguenze di tal gesto inconsulto sono ricadute solo su di lui, è morto sul colpo dato che l'ho dovuto raccolgiere con la paletta.
Ora, non essendoci quel giorno a Roma un alito di vento, come mai nei trascorsi 5 mesi, avendo il gatto un alibi di ferro- era spiaggiata sul letto come grasso di foca per tartine- escludendo il fantasma di Michael Jackson e altre presenze spiritiche, non c'è stato bisogno di scomodare Montalbano nè il mio adorato Serpico nè Maigret, è ovvio che trattasi di suicidio premeditato.
Quanto alla mia italica traversata verso il regno sabaudo, ciccia, niente di fatto. La sera stessa in perifrastico procinto di partire, ho voluto controllare un ultima volta per eccesso di zelo e di culo, le convocazioni torinesi scoprendo con mia enorme soddisfazione, che erano state rimandate.
Tarantella minima fu la manovra di correre in stazione a cambiare i biglietti di cui beneficiò Big Dick per un suo imminente viaggio di lavoro a Milano.
Nel frattempo, mentre i Savoia si decidevano a ristabilire i giorni certi della convocazione, sono arrivate le nomine capitoline, perciò il 2 settembre vado a scegliermi il sudato anelato frustrato poco remunerato e poco edificabile precario posto fisso sperando che non mi si appioppi un posto assurdo in provincia di Roma dove i giovani dicono ti lovvo e inneggiano a Giulio Cesare, nel qual csao il dramma mi toccherbbe solo di sponda avendo io a che fare con minorati psicofisici di taglia small!!
Volendo rimanere in città, prediligerei perciò il centro, centro centro, o al massimo una scuola che scendo le scale, attraverso la strada e mi ci infilo senza macchia e senza colpa.
Detto questo, mi scuso con sir lord Milton per la lungaggine del post.
E come dice il caro Fidel M'Banga Bauna,
....
Arrivederci....

domenica 23 agosto 2009

L'ARTE DEI PAZZI

Dicesi "arte dei pazzi" quella modalità del comportamento umano poco riflessivo che ti porta a fare 4000 km su e giù per l'Italia nell'arco di una settimana.
Perciò ecco che m'intreno da Torino verso Roma ieri l'altro per invagonarmi di nuovo domani notte.
Trenitalia mi deve un premio stupidità e se posso suggerirei all'amministratore delegato di fornirmi fragole e champagne o sushi e champagne o anche roquefort e champagne e a voler proprio giocare in casa va benissimo anche anche gorgonzola e prosecco di Valdobbiadene con due B o il tutto cumulativamente servito in random.
In alternativa, che non ci vedo niente di male, una monovolume così mi si levano dai piedi una volta per tutte e vaffanculo.
C'è una vacua possibilità che mi diano da lavorare in quel di Savoia in tal caso martedì mi metterò come una trottola a cercare una casa piemontese, mollare la casa romana con la speranza di poterla invece mantenere per un altro anno subaffittandola, col beneplacito del proprietario, a qualcuno disposto a poggiare il culo nella capitale per un solo et unicum anno.
Lo dico sempre, da una vita, ora me ne vado ora me ne vado e ora forse me ne vado davvero.
Da non credersi.
Per un anno. Solo et unicum.
Magari poi saranno due.
Magari no.
Lasciare Roma è dura. Qua ho messo assieme tutti i tasselli che seppur combinati a cazzo stanno insieme e mi fanno così, come sono, verde e abbronzata, alta e bassa, tatuata e spocchiosa, chic e plebea, frivola e chiommatica, e tutti i contrari che vi pare 'chè questo è un trucco narrativo che non m'è mai piaciuto.
Vi ritengo informati dei fatti e responsabili -penalmente- del mio futuro oltre che aggiornati sui prossimi sviluppi.

Corro 50 minuti di fila, sono un drago.

lunedì 17 agosto 2009

ANTROPOLOGIA

Per ora sono in un posto improbabile in montagna, età media 73 anni, pochi i segni della civilizzazione, in cui la sera si attacca un carosello assurdo messo su da eclettici giostrai zingari accamperati ai margini del villaggio come in una copia scadente di un film di Fellini.
Che poi la macchina che va per la maggiore è quella della palla appesa a cui simpatici autoctoni in canottiera elargiscono cazzotti a tutto spiano, la palla rinsacca e produce un rumore tutto stelline e artifizi. E loro si divertono un casino.
Paese che trovi...

mercoledì 12 agosto 2009

ARIP-ARTE

Ai blogger padani: da domani fino al 30 agosto mi troverete in quel di Torino, fate uno squillo, una mela, un piccione o un segnale di fumo nel caso in cui volgliate prendere un aperitivo con la Farfa.
Già la città di Torino ha di per sè 18 abitanti, nel mese di agosto poi rimangono in 3: due sono malati terminali e uno è una suora.
Ciao

giovedì 6 agosto 2009

Rcconti di viaggio 2

Allora riprendo. Giacchè ho fatto un bagno lunghissimo, ( durante il quale ho:
1- scrostato i calli degli alluci destro e sinistro
2- ringalluzzito la chioma rinsecchita e disidratata da frugali shampoo fatti con le saponette crusca-sterco-cartone degli hotel
3- depilato l'inverosimile - e quando dico "inverosimile", credetemi, anzi immaginatemi mentre faccio le virgolette con gli indici e i medi- che non sono una popolazione del secondo millennio a.C. ma volgari dita di una mano.
4-spalmato crema per ogni centimetro della sottoscritta superficie corporea
5- sbaffato la peluria sottonasale
6- varie ed eventuali
Giacchè dunque ho fatto un bagno lunghissimo, torno a parlare della sugna andalusa.
Ah! la sugna andalusa.

Sezione 1, Del cibo.
Come dimenticare certe cene a gomiti bassi e non certo per eccesso di galateo.
Come dimenticare quelle superfici tavolinesche incatramate di liquido non meglio identificato, noccioli di oliva, sputi spumosi, rigurgiti di birra, oleose strisciate di majo e sbobba bianca all'aglio, sangria, lasciti di pesche e angurie e residui molli di materiale organico intradentale scovato dallo stuzzicadente, grasso di prosciutto, corazza di crostaceo, sudore lipidico, spaghetto molle, rigogliosa mantequilla ridotta a pappa, catarro di cameriere, muco di turista e niente tovaglia.
E nemmeno tovagliolo.
Non esagero, amico viaggiatore, no, non esagero.
Provate a pensare a come sia disagevole cenare senza una tovaglia e senza che neppure una pezza putrida sia passata su quel tavolo pieno di sugna a far finta di toglierla, la sugna.
E neppure un tovagliolo, cioè se ce l'hai da te, in dotazione tipo, se te lo sei portato da casa, hai culo, altrimenti son cazzi. Il coltello dove lo poggi? la forchetta? che nel preciso istante in cui vedi il cameriere arrivare con le posate fai numeri da circo per prenderle al volo prima che possa piazzarle sul tavolo?
Ti arrendi. Cioè fai finta e aneli a una tovaglia.
Una volta uno è arrivato con il mio piatto di cose buone da mangiare e prima di poggiarlo ci ha infilato dentro un dito per togliere un moscerino.
Per bicchiere pulito inoltre si intende un calice incrostato di residui di succo d'arancia. Quanto alle posate, era già solo una gioia vedersele portare.

Sezione 2, Dei bagni.
In buona parte dei paesi mediterranei, del sud sud dico, c'è questa strana usanza di gettare la carta culo usata ( usata, capisc'ammè) non nel cesso, ma in un simpatico cestino posizionato in genere accanto al water.
E ok.
Questo si sapeva.
Perciò amico viaggiatore, se vai in Andalucia, sappi che rispetto al cesso che avrai scelto, in ogni momento potrai tenere sotto controllo i vari tipi di digestione dei tuoi predecessori, i cicli mestruali delle donne che l'hanno frequentato, i raffreddori secchi o mucosi degli influenzati che ti hanno preceduto.

Sezione 3, Dei letti delle stanze negli hotel detti Hostales.
Apparentemente niente da dire, salvo una sorta di scabbia che può coglierti nella notte, amico viaggiatore, dovuta probabilmente a una tale quantità di acari che se solo lo volessero, se solo avessero un minimo di coscienza di classe, potrebbero occupare
alla squatter style l'intero edificio prendendoti a catenate in faccia e infilandoti bombe molotov nei bagagli.

Sezione 4, Degli extracomunitari
Tornando a Gibilterra mi è venuta in mente questa strana cosa dell'essere fermata al posto di blocco tipo dogana, tipo frontiera e di essere stata invitata a mostrare il passaporto. Camisa Negra dice che non avevano fermato nessuno prima di noi, dice che sono io, che è colpa mia che sembro una marocchina e che perciò gli usurpatori inglesi prima e i fazedeiros spagnoli dopo dovevano controllare che non avessi ovuli di crack nelle mutande.
Vabbè.

Sezione 5, Della natura
Tornando alle montagne mi viene in mente invece il culo che mi son fatta nell'arrampicami su un roccione altissimo tipo due ore di salita nei boschi che sembrava di essere Jonathan dimensione avventura tante bestie si incontravano durante il tragitto e tanto periglioso era il cammino. Capre, mucche, mucchini, caprioli, cavalli e arrivati in cime aquile reali e ducali e viscontesse a picco tra le rocce a trovarsi un ratto per colazione.
La lonely planet diceva: attenzione, possibile avvistamento avvoltoi. Ma non ne abbiam visto nemmeno mezzo, dev'essere che lassù, a parte noi, questa estate ha portato poche carogne.

Sezione 6, Della musica leggera spagnola.
Dalla radio della simpatica scatola di tonno coop, ci raggiungevano allegre canzonette ispaniche di serie XZfratto2, roba da non poter neppure paragonare al peggio del peggio della musica pop italiana, quella di san Remo per intenderci, quella di Sal da Vinci che Berlusconi canticchia nella doccia prima di trombarsi la escort.
Peggio, peggio di tutto ciò, peggio persino dell'immagine truce del premier che canta sotto la doccia.
A rincarare il carico c'erano poi le glorie nazionali trasmesse a palla, le nostrane, tipo Nek, tipo Laura Pausini, tipo Eros Ramazzotti, tipo Tiziano Ciccione Ferro.
Con enorme sorpresa di noi smart viandanti una volta abbiamo beccato Ivano Fossati, ma forse è stato solo un colpo di sole.

*Breve digressione sul perché Camisa Negra è stato soprannominato Camisa Negra.
Una volta l'ho ribeccato dopo qualche ora e gli ho chiesto: che hai fatto? e lui ha detto, ho cantato Camisa Negra tutto il tempo. Appena arrivati a Malaga c'era nell'aere questa canzone che non è neppure spagnola ma di un gruppo latino americano credo, google me lo direbbe, ma me ne frego che in tutta sincerità chissenefrega.
Da quel momento il motivo ha parassitato costantemente nella testa del mio compagno di viaggio per non abbandonalo mai più, ripresentandosi nei momenti meno opportuni, esplodendo a certe ore della tarda, manifestandosi virulento e indebellabile la mattina appena svegli nell'atto dello sbarbo.

Sezione 7, Del flamenco
Ho assistito a ben due spettacoli di flamenco, uno, costato 3 euro, organizzato dalla giunta comunale in quel di Ronda, che non è un avamposto leghista dove Maroni va in vacanza con le mazze da baseball, ma un villaggio bellino bellino sulla montagna.
L'altro, costato 15 euro, in quel di Granada, che non è una sorta di bombardone che vorreste infilare su per il culo di Maroni, ma una fantastica città multietnica dell'interno.
Il flamenco è una roba strana.
Se è solo cantato e suonato è meglio che ti munisci di bacinella dentro cui far colare il sangue delle vene che apena dopo mezz'ora dall'inizio avrai già provveduto a reciderti. Se invece ci sono anche i ballerini, maschi, femmine e metà e metà, allora è una figata.
Il canto è una mistura incomprensibile di giaculatoria arabo-musulmana e sceneggiata napoletana. Mario Merola sarebbe stato un gran cantante di flamenco. La chitarra è già più interessante, virtuosismi e bla bla bla, ma poi, come sopra, dopo mezz'oretta, ti chiedi perchè i sedili non siano muniti di bottone per l'autoespulsione.
I ballerini si sa, delle perfomance eccezionali. D'altronde, come dimenticare l'ingrifantissimo nonchè eccellentissimo nonchè ispiratissimo nonchè gran manzo di Joaquin Cortèz? Il ballerino che ho visto esibirsi però poco somigliava all'illustre sogno erotico femminino, sembrava più un cappone ruspante con tanto di traboccamento di trippa e sudore a secchiate, però, tutto sommato, agile, di un'agilità tutta sua, da cappone.
Le ballerine brave, belle, con certi vestiti che neppure al carnevale di Rio, con certe facce di un incazzato che speravi vivamente di non incontrarle mai per strada di notte. Ma brave, certe sandalate infuriate da far tremare tutta la sala, leggiadre come una mandria di gnu, però brave, ma brave eh!
A Granada l'esosità del pedatico, detto anche biglietto, era dovuto alla presenza di una certa cantantessa rispondente al nome di Susi, un femminone di proporzioni esagerate, imbrelleccata come una madonna in processione, una vera star con tanto di giubilo del pubblico pagante, un'artista di spicco nel panorama musicale spagnolo, gente infervorata, autografi a manetta, espressioni di un fanatismo che nemmeno a un concerto di Michael Jackson.
Susi ha cantato per un'ora e mezza quel misto pappone di arabo-partenopeo, lamentandosi a raffica per concludere con qualche passetto abbozzato di danza, poi le hanno detto, càlmate, che vista la sua mole sarebbe potuto accadere quel che è successo al concerto di madonna.

Sezione 8, Dei tori e delle corride.
Di corride, che dio mi protegga facendomi un bonifico, non ne abbiamo beccate.
In compenso però siamo finiti in un villaggio di montagna grosso quanto uno sputo, nel giorno della festa del patrono in cui orde primordiali di australopitechi, avevano liberato i tori per le strade del paese divertendosi a farsi rincorrere e/o incornare a seconda delle chance del toro e del truzzo di turno.
E' stato uno spettacolo molto triste, in cui ho pianto per il toro così come in Lucania avevo pianto per il capretto sbudellato.
L'antropologo che c'è in me mi spingerebbe a riflettere sul significato culturale di certe manifestazioni tribali, lasciando al relativismo la possibilità di dispiegarsi per ogni centimetro della mia pelle impedendo la lapidarietà di giudizi di valore.
L'antropologo che c'è in me l'ho tramortito quasi subito così ho potuto pensare le cose più brutte di quella gente di montagna che rozzi così e incivili peggio non ne avevo mai visti.
Mai, e se dico ma è proprio mai.
In buona sostanza il toro, che nella incommensurabile bassezza dell'essere umano, non era nemmeno un toro adulto ma un cucciolone di toro, appariva, come dire, completamente per i cazzi suoi. Indifferente alla calca, alle grida di incitamento, nun gliene teneva proprio, si fermava contro un muretto, rimaneva lì terrorizzato e sbavante, con le corna appena spuntate e gli occhi da mucca che non saranno dei più espressivi ma fanno tenerezza lo stesso.
Per aizzarlo gli si lanciava contro di tutto, bastoni bottiglie neonati e cose così. I truzzi con le catene ( e quando dico catene dico catene d'oro delle dimensioni di anelli da ancora) lo riempivano di calci sul muso, sul culo, sulle costole, poco dopo il torello reagiva svolgiato giusto per toglierseli dalle palle, giusto per difendersi, ma poco, con rinuncia tanto era terrorizzato e si vedeva.
Gli tremavano le zampe.

Sezione 9, Di Granada
Di Granda si possono spendere solo belle parole. Si va nei bar di tapas, prendi una consumazione e ti portano gratis una tapa gigante che consiste in genere in un paninazzo con jamon serrano e formaggio. Ordini ancora da bere e ti portano un'altra tapa, sempre gratis che consiste in un polpettone di carne e crocchette e chele di granchio e si va avanti così per tutta la notte a bere e mangiare a sbafo e la cosa più figa è che più ordini da bere e più la qualità del cibo gratuito va migliorando, perciò, chessò, alle settima birra sei lì che mangi aragosta e ti lecchi le dita.
A Granada poi c'è l'alhambra, che è una specie di enorme bastione arabo-occidentale, cioè fatto dai mori e rimaneggiato nei secoli dai re cattolici in cui c'è tutta lo splendore dell'arte moresca e mentre lo visiti ti senti il protagonista delle mille e una notte.
Poi ci sono gli arabi. E questo già di per se è un toccasana per gli amanti del genere.
Io ci vado a nozze.
Non con un arabo, per intenderci, ma nel godere della vista di uomini eleganti e gentili e riccioluti e allegri e scuretti dagli occhi affossanti e le ciglia lunghe e le mani affusolate e quell'odore di spezie e di incensi e di bancarelle per frikkettoni e lampade di aladino e ninnicoli di ogni sorta e cuoio lavorato e pantaloni marajà.
E cibi piccanti e carni succulenti e porco bandito e cuscini e fumerie e cuoscuossiere e niente alcol servito a tavola e danzatrici del ventre e hammam e sublimi massaggi e prezzi contrattati e l'ospite onorato e aiutatemi che mi sta venendo il mal di nord africa.

Sezione 10, Della colazione
Niente. Niente da fare. Un cornetto, una brioche, un croissant, chiamatelo come vi pare, niente, nemmeno di sguincio, nemmeno al supermecato, nemmeno se sbatti a terra e lo preghi in aramaico e poi in francese, che in in fondo è la stessa cosa.
Colazione con tostadas. Non pensare, amico viaggiatore, la tostada altro non è che pane scaldato, burro e marmellata, e tanti cazzi!


* jamon serrano= prosciutto di montagna

RACCONTI DI VIAGGIO 1


Dunque eccomi qua.
Lo so che vi sono mancata quanto l'aria buona in una stalla del trentino.
Questa prolungata assenza dovuta non fu al fatto che in Andalucia non ci siano internet point o robe così.
No.
Dovuta fu a uno scollegamento totale ascetico progressivo da tutto ciò che non fosse jamon serrano, tapas, sherry fino, frittura di pescado, frittura di pescado, frittura di pescado, frittura di pescado e frittura di pescado.
Da tutto ciò che non fosse oceano mare, monti laghi e fiumi, città moresche, piazze immense, sieste interminabili a 45° all'ombra, flamenco per le vie, gitane coloratissime hola guapa a bailar..

Insomma, io e il mio compagno di viaggio che da ora in poi chiamerò Tengo la camisa negra porque negra tengo el alma abbr. Camisa negra, insomma io e Camisa Negra abbiamo girato l'Andalucia in smart, si, avete capito bene, in smart.
Che la gente ci guardava con quella faccetta un pò così, tra il derisorio e lo scientifico, tipo ornitologo che scopre un' incatalogata specie di uccello che somiglia a una scatola di tonno coop.
Dovete sapere infatti che in quel di Spagna o meglio in quel del sud del sud della Spagna la smart, a differenza dell'italica nostrana tendenza, non ha avuto attecchimento alcuno sulla compulsività del consumatore di city car, motivo per cui due individui un pò sbattuti, un pò arrangiati, a metà tra il frikkettonaggio consapevole, la vacanza alternativa intelligente e i ristoranti a 4 stelle, dovevano risultare un pò bizzarri e tutti ci guadavano un pò così, tra lo sberleffo e il compassionevole, così come in realtà sarebbe naturale si guardasse una smart.

Il perchè di questa scelta Camisa Negra l'ha spiegata così: è piccola, ha un buon motore, si trova parcheggio, si fanno un botto di chilometri. In realtà era l'auto a noleggio che costava meno, uno scatolame con le ruote, un pelato e una sardina sotto sale e sudore.
Intanto con lo scatolame abbiamo fatto un giro bello che lungo. Mare, montagna, lago, città.

Arriviamo a Malaga in un orario improponibile senza idee chiare sul percorso. Alle 02:00 siamo ancora lì a girare come falene attorno all'areoporto chè non si riesce a trovare lo svincolo per la città.
A Malaga city, in un breve lasso di tempo necessario a trovare quei 45 cm giusti per parcheggiare la scatola di tonno quello che vediamo come welcome sono orde di ventenni 'mbriachi e vomitoni agli angoli di una piazza, rumorosi e sgommatori con le auto ammaccate, semi-spericolati semi-lobotomizzati, ed è solo un giovedì del cazzo ormai venerdì mattina.
Io e camisa negra facciamo rimbalzare i nostri occhi navigati un pò qua e un pò là, dico, vabbè, me ne stavo a Riccione, Camisa Negra è d'accordo, ok, andiamo via.
Da queso momento, dalla fuga da Malaga, inizia il tour. Fare un resoconto di città in città, di località in località sarebbe troppo lungo.
Perciò mi metto in random e quel che vine viene.
Tipo Tarifa.
Tarifa è un posto assurdo sulla punta dell'Europa, dopo Gibilterra, di fronte al Marocco che tu lo vedi il Marocco, è lì che galleggia nel mare e sembra l'isola del Giglio.
Insomma in sto posto, con spiagge californiane, windsurfisti australiani, sole a picco, vento costante, sembrava di essere boh, dappertutto fuorchè in Europa. Ad ogni angolo migliaia di Brad Pitt in canottiera trascinavano tavole da surf verso la battigia, Pamele Anderson in topless galleggiavano senza tavola, americane obese dormivano come ontarie spiaggiate, Raul Bova spagnoli abbarbicati su trespoli da guardaspiaggia, io e Camisa Negra binachissimi e bassissimi in mezzo a quell'orda di yeh! da telefilm esportati.
In quel di Gibilterra invece abbiamo dormito in una specie di fogna abbandonata dai ratti in attesa che la risanassero in cui un gentleman colono occupatore inglese in suolo andaluso ci spiegava con tutto l'aplomb del britannico usurpatore che si, ho una stanza per voi, è una cloaca massima, costa il triplo di quello che dovrebbe, cioè in relatà dovrei essere io a pagarvi perchè restiate, se saldate in euro vi applico un tasso più alto del cambio uffciale, il bagno è fuori e è in comune con quella specie di branco di abbevazzati molesti ultras inglesi, quelli tutti rosa rosa in faccia con le panze da alcolizzati che scorreggiano tutta la notte, certo la birra fa quest'effetto..
Di buono c'è il fatto che il regime fiscale di Gibilterra ti abbona l'iva perciò ho comprato una stecca di camel a 16 euro, il che vuol dire che ho pagato il singolo pacchetto circa 1,60 quando nel bel paese costano 4.

Come non menzionare poi il muratore affittacamere che ci ha dato da dormire in una cittadina sull'oceano priva di tutto tranne che di jamon ovviamente, con chilometri di spiaggia selvaggia, senza struttura alcuna che richiamasse lo sciacallaggio delle coste nostrane, niente calca, niente ragazzini strilloni, solo spiaggia chilometrica, bianchissima, mare fantastico, sole a fornace, donne in topless.
Tutte le donne in Andalucia, dalle 80enni alle neonate, tutte, vanno con le zinne all'aria. C'è una grande varetà di tipi di zinne al mondo. Appese, toniche, mollacciose, a pera, a palloncino, a anguria, capezzolate a spillo, a bottoncino, a tombino, rugose, rifatte, mosce, enormi, rimbalzanti, orientate a destra o a sinistra, traboccanti fino all'ombelico, rivolte verso l'alto dei cieli, pelose, simpatiche, a tavola.
Allora ho pensato, vabbè, me lo sparo pure io un topless, poi ho pensato che non se ne sarebbe accorto nessuno e infatti non se ne è accrto nessuno.
Però, è comodo e anche liberatorio. La mutanda no, quella me la sono tenuta anche se di fighette all'aria ce n'erano anche quelle...
Insomma il muratore viene ad accoglierci in tenuta da muratore: petto nudo impallinato di schizzi di calce incrostati tra i peli, scarpe da lavoro, pantaloni tipo sacco di cemento cucito nel mezzo, sudato che sembrava avvolto in una specie di placenta di bue, sputacchioso in quanto mancante di un diverso numero di denti, dice hola e sputa.
Prendiamo una certa distanza di sicurezza, contrattiamo sul prezzo, ci dà le chiavi e stiamo nel posto più bello dell'universo, terrazza sull'oceano, niente luci, niente rumori, niente afa, solo il mare immenso e la spiaggia bianca che di giorno si riempie di signorine nude e nessun bambino e fare il bagno è una questione esistenziale che ti rigenera dal profondo.

S'è fatto tardi vedo, c'è da tessere le lodi della sierra di grazalema e di granada e di altre piccole località ma ora son stufa e magari faccio tipo una roba a puntate.
Aggiungo solo che in tutta la magnificenza di questo popolo e di questa terra c'è da fare un appunto, l'unico appunto forse, ma così è, per onor del vero, s'adda fà: la lordura.

Ed è così che vi dò appuntamento al prossimo post, lasciandovi pregustare il racconto della sugna andalusa, di come mangino senza tovaglie e senza tovaglioli, di come nei bar razzolino bagarozzi e pantegane, di come i camerieri infilino le dita nei piatti e poi si grattino il culo, in poche parole, degli anticorpi che ora ho.

Lettura fatta in questa vacanza: J. Amado, Gabriella garofano e cannellla.
( lo so, probabilmente ero rimasta l'unica persona sulla faccia della terra a non aver letto questo libro, così è, perciò se anche tra voi ci fosse qualche ritardatario, daje, esperienza mistica e assai brasiliana pure questa fu)

Farfaapuntate.