Dicesi "arte dei pazzi" quella modalità del comportamento umano poco riflessivo che ti porta a fare 4000 km su e giù per l'Italia nell'arco di una settimana.
Perciò ecco che m'intreno da Torino verso Roma ieri l'altro per invagonarmi di nuovo domani notte.
Trenitalia mi deve un premio stupidità e se posso suggerirei all'amministratore delegato di fornirmi fragole e champagne o sushi e champagne o anche roquefort e champagne e a voler proprio giocare in casa va benissimo anche anche gorgonzola e prosecco di Valdobbiadene con due B o il tutto cumulativamente servito in random.
In alternativa, che non ci vedo niente di male, una monovolume così mi si levano dai piedi una volta per tutte e vaffanculo.
C'è una vacua possibilità che mi diano da lavorare in quel di Savoia in tal caso martedì mi metterò come una trottola a cercare una casa piemontese, mollare la casa romana con la speranza di poterla invece mantenere per un altro anno subaffittandola, col beneplacito del proprietario, a qualcuno disposto a poggiare il culo nella capitale per un solo et unicum anno.
Lo dico sempre, da una vita, ora me ne vado ora me ne vado e ora forse me ne vado davvero.
Da non credersi.
Per un anno. Solo et unicum.
Magari poi saranno due.
Magari no.
Lasciare Roma è dura. Qua ho messo assieme tutti i tasselli che seppur combinati a cazzo stanno insieme e mi fanno così, come sono, verde e abbronzata, alta e bassa, tatuata e spocchiosa, chic e plebea, frivola e chiommatica, e tutti i contrari che vi pare 'chè questo è un trucco narrativo che non m'è mai piaciuto.
Vi ritengo informati dei fatti e responsabili -penalmente- del mio futuro oltre che aggiornati sui prossimi sviluppi.
Corro 50 minuti di fila, sono un drago.
domenica 23 agosto 2009
L'ARTE DEI PAZZI
Pubblicato da zero in-coscienza alle 16:25
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