Ieri mi sveglio, accendo il Mac, vado su repubblica e leggo: Michael Jackson è morto.
Azz.
Se ci sono rimasta male, ma male, ma di un male!!!
Fa parte di un retaggio infantile di idolatria e gridolini assieme alle amichette di fronte ai movimenti pelvici di questo cyborg poco metallo e molta plastica.
A 14 anni ero fondamentalmente impazzita per Michael Jackson. Di quell'impazzimento alla sposerò Simon Le Bon, tipo. Di quell'impazzimento da preadolescente che ti fa comprare poster, gadget, video, album, riviste, che ti fa riempire i diari segreti di foto, di testi di canzoni, di profumo di rosa e baci lasciati con lo stampo delle labbra al rossetto fragola/ciliegia, che ti fa scrivere lunghe appassionate poesie e struggenti confessioni di amore incondizionato e stima e ammirazione e desiderio di essere presa e portata via su quel razzo che il pazzo era solito usare nei suoi concerti e con il quale si faceva sparare via, salvo poi essere raccolto due metri più in là da un team di 800.000 tecnici. Ero giovanilmente pazza per quest'ometto che prima era un negro afroamericano e che poi è diventatalo un pallido uomo di gomma schioppato a 50 anni.
Minchia.
Mi spiace.
E' un dispiacere irrazionale, dunque. Come quando scopri che hanno tolto dal mercato quelle caramelle della domenica mattina che mangiavi a manciate di 12 perché i coloranti di cui erano fatte erano cancerogeni.
Come quando scopri che il gelato al piedone, fragola e panna con una sfera chewingum non lo fanno più dal 96.
Come quando sono scomparse le audiocassette e mentre le saluti ripercorri tutte le volte che eri lì attaccata al registratore a fare play e stop da radio Eva, aspettano che mandassero quella canzone che ti piaceva tanto.
E facevi compilation, e che compilation..
Tutti i sogni di bambina si sono infranti: la rivoluzione, il partito comunista, un governo di sinistra, Michael Jackson.
Ieri mi sono azzuppata per tutto il pomeriggio video random del folle, senza sosta, in un loop da rincoglionirsi.
Sono davvero dispiaciuta.
Ha ammazzato anche la bambina che c'era in me.
Mi sveglio bella matura e stagionata alla morte di Michael Jackson.
Che poi in tutto ciò una cosa mi sono sempre chiesta e che nessuno al mondo, nessun medico, nessun tabloid, nessun fan ha mai spiegato: ma come cazzo si fa a diventare bianchi?
Va bene che esistono pillole per tutto: pillole per dormire, per non mangiare, per cagare, per fottere, per andare in estasi, per le allucinazioni, per avere la carica, per sudare, per non sudare, per i peli, contro i peli, per le ovaie, per la sterilità, contro la sterilità, per le malattie, per i virus, per il cancro, per il dolore, per il piacere.. e anche per sbiancarsi e per abbronzarsi? Quelle per abbronzarsi in realtà esistono davvero..
Il problema di Michael Jackson è che secondo me nessuno gli ha mai detto: Ora basta, datti una regolata che somigli a una presina di silicone.
Oppure: datti una regolata, wè, te sei un negro!
Oppure: datti una regolata, non si dorme in un lettone con 13 bambini al disotto dei 13 anni!
Una volta gli si è staccato il naso mentre partecipava a uno show. Ballando ballando, tacchete, gli è caduto il naso. Ma ti pare? a uno gli può cadere un orecchino, un portafogli, un paio d'occhiali, ma non il naso, il naso no, eccheccazzo, il naso è attaccato alla faccia! mi viene in mente il film di Cronenberg, la mosca, il cui il protagonista, nel mezzo della sua mutazione genetica da uomo a insetto, assiste inerme alla perdita di pezzi di se, a cominciare dall'uccello..
Vabbè, rimane il fatto che quei balletti alla moonwalker rimarranno nella storia.
Tributo a Michael Jackson, il quinto dei magnifici 4, l'uomo di plastica.
Farfathriller..
sabato 27 giugno 2009
E' MORTO L'UOMO PANNA&PLASTICA
Pubblicato da zero in-coscienza alle 11:26
Etichette: coseturche