venerdì 18 marzo 2011

LA DIETA A ZONA


Dice che per stare in forma e vivere meglio devi fare la dieta a zona.
Ma non era una roba di gente in mutande che corre appresso a un pallone avanti e indietro in un prato verde all'inglese?
No.
C'è un americano che s'è inventato sta cosa della dieta a zona e ovunque tu vada, in ogni autogrill d'Italia, trovi il suo libro accanto all'ultima turbolenza intestinale di Bruno Vespa e il rigurgito fresco di giornata di Giorgio Faletti.
In che consiste?
Allora, c'è un sistema semplicissimo di calcolo delle proteine, dei carboidrati e dei grassi da fare in base alla propria massa grassa e massa magra da conteggiare utilizzando numeri primi e coeficienti binomiali, moltpiplicando per 100 e dividendo per la quantità di peli del pube; si consideri però l'indice di attività fisica giornaliera e l'energia prodotta quando si va a buttare la spazzatura o si lavano i piatti, il tutto fratto la serie di Fibonacci elevando al quadrato per ogni sigaretta accesa senza dimenticare la radice cubica dei misteri della fede.
La Nasa sta ancora studiano questo metodo, intanto però le casalinghe comprano il libro.
Questo tipo non parla di cibo in quanto roba che se magna, ma si riferisce al pane o alla bistecca chiamandoli blocchetti.
Puoi mangiare un blocchetto di essere vivente acquatico, ruminante o volatile più un blocchetto di cereale macinato sotto forma di farina impastata con l'acqua più un blocchetto di qualsiasi cosa di color verde ( eccetto un leghista, ovviamente, la cui elevata e letale tossicità è abbondantemente certificata dai più illustri nutrizionisti del globo.)
La quantità del blocchetto dipende dal calcolo matematico su menzionato.
Poi, nel libro dice che gli antichi egizi erano dei ciccioni lardosi, che dalle pieghe della pelle delle mummie si evince la loro obesità e che questa trasbordanza di sugna umana fosse dovuta a quella strana abitudine di camminare di lato bidimensionalmente. Inoltre afferma che questo aspetto insano della loro alimentazione fosse accuratamente nascosto nella riproduzione dei geroglifici ( non si è mai visto raffigurato un egizio palla di lardo accanto al carro di Ra) perchè allora, nell'antichità, il canone di bellezza era esattamente quello proposto da Vogue e tutte le egizie aspiravano a fare le veline o le modelle o le puttane di Berlusconi. Si vocifera tra l'altro, che molte, sotto forma di mummia, abbiano anche partecipato ai Bunga Bunga.
Dunque, questo è quanto, ho voluto informarvi dell'esistenza di questa nuova teoria sull'alimentazione e delle perle di saggezza di questo luminare della scienza della magnanza, laureato nel Bronx con sepcializzazione a Tor Tre Teste nella famigerata università di Antonella Clerici . Ora, fate un po' come credete, se volete perseverare nell'errore continuando a ingozzarvi di fantastici rombi al forno o spaghetti alla carbonara con parmigiana di melanzane fate pure, ma tenete a mente la lezione sugli antichi egizi.

Vostra farfazona