domenica 25 novembre 2007

COCO CHANEL


Dipingo la casa.
Alcune pareti, perché ufficialmente è più figo fare figure geometriche strane piuttosto che la solita passata integrale, ufficiosamente perché a ridipingere integralmente ci si fa un gran culo. E io, notoriamente non ne ho molto.
Big Dick è andato a comprare il colore. Per la quarta volta. Perché io ho in mente un arancione che non esiste in natura e un blu che è quello delle notti in Arabia Saudita, con le stelle e il deserto e quell'aria spessa di granelli e freddo boia. Ma anche questo è quasi impossibile da riprodurre, soprattutto perché in Arabia Saudita, mica ci sono mai stata.
Comunque.
Gianfilippa ha messo un piede ( piede) sul pezzo di giornale imbrattato di arancione. Ha avuto una brutta espressione per ore, mentre io giocavo a fare i cappelli da muratore con la pagina dello spettacolo di repubblica. Fatto uno per me uno per Big Dick e uno per Gianfilippa. Ma lei l'ha tenuto su veramente poco. Cappello da muratore stile anni trenta, con rosellina di cartone spillata al lato e velina di carta da imballaggio. Fighissimo.
Coco Chanel baciami il culo.
Ora c'è puzza, ma una puzza, ma una puzza che forse capisco cosa prova il bambino delle favelas quando si attacca al vinavil.
Stavo aspettando un post incrociato con Osservatore a Tempo, ma dev'essere che ha un cazzo in culo grosso così, perché è più lento di una nonna con tutore.
Infine, che dio vi benedica, ma anche Allah, il 20 dicembre vado a Istanbul. Una passeggiata mi ci stava tutta.
Comprato penna per pungolamento computer, ancora imballata, forse non era una vera impellenza.
Che la pace sia con voi e con il vostro spirito.
Lasciate un contributo per la ristrutturazione del tempio farfallulo, in fondo a destra la cassetta delle offerte, amen.