martedì 2 marzo 2010

IL MONDO DI QUARK E LA GEOGRAFIA IDIOTA


Fino ad ora nella vita ho conosciuto un gran numero di persone, parecchie delle quali strane assai.
Delle regioni nostrane mi manca il campionario valdostano e trentino per il resto li ho beccati tutti.
I marchigiani parlano in quel modo buffo da marchigiani.
I siciliani hanno quell'accento paccuto che non dispiace e una personalità contorta, da isolani repressi, con una bussola che punta sempre a nord, hanno una sorta di complesso del sud, ovunque si trovino non è mai abbastanza nord, ovunque si trovino c'è sempre un altrove nordico da raggiungere.
I sardi vanno e vengono ma con la testa stanno sempre lì a pensare al loro cazzo di mare incontaminato o alle montagne selvagge e le cose buone da mangiare con tutto il mito della genuinità e delle radici e quella bandiera dei 4 mori che ovunque ci sia un raduno, è lì che sventola indefessa.
Gli abruzzesi sono barbuti e ruvidi. Anche loro intonano il proprio dire in un modo talmente cadenzato che sembra ipnotico e basta una minima distrazioni che ti ritrovi a parlare come loro.
I pugliesi con la taranta e il ballo di san Vito, oddiogesù, l'Italia intera vi prega, c'avete intrinsecamente ammaccato i così detti. C'è l'olio, il mare buono, il vino cattivo, la famiglia allargata; sono ospitali o forse promiscui, il confine, devo ammettere, nel caso dei pugliesi, è molto labile. Gli studenti fuori sede non hanno generlamente una lira che dicasi una neppure per cavarsi un occhio.
Scroccano tantissime sigarette.
I piemontesi sono rigidi come avessero un palo infilato su per il culo, sarà per il freddo, saranno le montagne, la poca familiarità con gli altri esseri umani.. sarà quella voce nasale, talmente nasale che dev'essere una questione di quello che mangiano, tutta quella polenta, diceva Pavese, fa venire la pellagra.
Secondo me fa venire la voce nasale.
I veneti sono alticci oltre che alti, sempre allegri, il più delle volte leghisti, portano jeans camicie firmate ( e stirate) e quelli che arrivano a Roma non vogliono seguire le orme dei padri alla guida dall'aziendina, ma fare i registi o gli scrittori o tutt'e due le cose insieme.
I friulani, anche loro, sono alti e poco scherzano con i cicchetti. Hanno la pelle spessa e sanno di mucca. Quelli che sono a Roma rispondono "cinema" a qualsiasi domanda venga loro posta.
I lombardi, quelli di provincia sono di un coatto simile al coatto romano, l'unica differenza è l'idioma, che nel secondo caso è un susseguirsi di versi gutturali, nel primo assomiglia maggiormente a una lingua codificata. I milanesi sono fighetti, tutti, anche quelli che giocano a fare gli alternativi.
I toscani sono ridanciani, tutto sommato bella gente, una punta rumorosi, goderecci e logorroici. Dopo un po' tutte quell'aspirate gonfiano le palle.
I calabresi sono selvatici, settari, primordiali. Parlano dialetto pesando che tutto il mondo li debba capire comunque.
Anche i lucani che però, a differenza dei calabresi, si mischiano un po' di più, si confrontano con maggior entusiasmo, parlano troppo e spesso a sproposito. Calabresi e lucani vengono a Roma per diventare avvocati e ingegneri o commercialisti.
I campani si dividono nettamente tra morti di fame e residenti al Vomero. I primi emanano una certa simpatia a pelle, vuoi per la lingua, vuoi per le movenze alla commedia dell'arte, li ami, fino a quando non ti fottono quello che sia. I secondi, i vomerini, che dio ce ne liberi, appendeteli al muro e deprivateli del loro irreale e infondato senso di superiorità.
Gli umbri sono timidi, educati e introversi, ma gentili e sinceri.
Gli emiliani di Bologna si sentono sto cazzo. la città è carina, vero è, ma insomma, abbassa sta cresta.
Gli altri sono dei provinciali con tutte le metastasi maligne del pensiero generalizzato della gente di provincia.
I genovesi sono solari, schietti, a volte sfuggenti, tirchi vero manco per niente. Genova è una bella città, il resto della Liguria, molto cara.
Dei laziali non dico niente, anche perchè sarebbe come sparare sulla corce rossa.
E il Molise non esiste.