Girano le budella come quando apri gli occhi e vorresti tenerli sempre più chiusi.
Che fuori è brutto, che dentro è peggio.
Freddo nelle ossa, la schiena curva, la pancia in subbuglio, piangere non serve a niente. La malerba cresce con le lacrime, l'umore, gli ormoni, le piante dei piedi e tutto è niente, scopare mangiare leggere ridere vincere, avanzi mischiati assieme nella ciotola del cane.
Che cane.
La mia testa è un buco nero, voglio un panno, pesante dentro cui avvolgermi e aspettare che passi.
Fumare non serve, bere non serve, lettera e testamento non servono. I toni alti i toni bassi, le grida i silenzi, le bocche che sanno di merda, il veleno nei polmoni, il catarro dei vecchi nella gola, vischioso nello stomaco, la nausea che sale e non è quell di Sartre.
Il cielo che dove cazzo è andato a finire. Bestemmiare non mi sia addice, i film, acqua di fonte sulle ustioni, ma evapora in fretta che neppure te ne accorgi. Vado al cinema ancora, a guarire per due ore.
Dormire 2 mesi interi, voglio il coma per risvegliarmi a primavera.
Sono in un pozzo, io sono il fondo nero del pozzo che divora i bambini, di acqua stagnante di teste di cane e ratti che banchettano con le proprie madri e poi le fottono, a giro, alzando fetore e colera.
Io sono un fondo umido senza luce.
Mia madre me lo aveva detto. No, mia madre non mi ha detto un bel niente, mia madre non mi ha insegnato niente, io sono INCAPACE.
Io sono il futuro e l'estinzione.
Io curo i vostri bambini ma li vorrei vedere morti.
Io sorrido alle vostre facce di merda, ma vi vorrei vedere morti.
Io faccio una vita insana, io martirizzo le mie carni, io lavoro contro la vita.
Io che non è niente, io che quando lo chiamo mi rimbomba nel torace il vuoto e il freddo delle cantine abbandonate.
giovedì 6 marzo 2008
ESORCISMO
Pubblicato da zero in-coscienza alle 10:57
Etichette: TRISTEZZE STROBOSFERICHE