La sensibilità dell'uomo verso il mondo cambia a seconda di cosa o di chi lo abbia travolto nella vita.
Travolto e quasi ucciso.
Oppure travolto, ucciso e impossibilitato per lungo tempo a risorgere. Costretto a curarsi o a leccarsi le ferite, metafora ferina orrenda ma molto in uso dai bastonati emotivamente, sconosciuta o quasi ai bastoni.
L'amore non corrisposto è l'esperienza più devastante con cui l'essere umano debba confrontarsi. E capita a tutti, almeno una volta nella vita.
E è una pena infinita.
Un pò più finita dal punto di vista del non corrispondente, ma pur sempre una pena.
Trovare la giusta metà è una stratosferica fregnaccia platonica a cui la cultura classica occidentale ci ha inchiodato, inchiodato come sulla croce, a testa in giù, senza soluzione di continuità.
E allora ecco che in virtù di tale ricerca l'uomo mette in atto strategie autoflagellanti, masochiste, di stoici incanti e dissapori feroci, di lacrime e pugni, di calci in faccia, di fiati in apnea, di rivoltamento interiore, di dignità retrattile, di umiliazioni e tentativi che non sono mai l'ultimo perchè la speranza è satana nella coscienza dell'innamorato.
E quanto tempo passa e quanto ancora ne deve passare perchè la ragione e la chimica rientrino nell'armonia dei giusti equilibri!
Ma non si tratta di riafferrare la metà da cui ci hanno allontanato all'inizio di tutte le cose.
L'amour fou non esiste. Esiste solo il fou, colui che in un breve istante della propria vita sbiellerà per poi risanarsi e andare avanti.
Ciò che conta è solo ciò che si è e ciò che si vuole, esiste perciò quella persona con cui si può essere ciò che si è e si può condividere ciò che si vuole. E quella persona non si può conquistarla, o la si ha o non la si ha. Quella persona la si vede da lontano perchè anche lei ti sta guardando e ci si afferra nello stesso istante.
Nello stesso istante e non con tempi diversi.
Con quella persona non si parlerà mai di amore, ma di quanta vita si possa percorrere assieme e di quanti slalom assieme si riesca a fare tra il dolore e il resto della merda.
Riuscendo a respirare profondamente.
E a non star male.
Per il più a lungo possibile.
Da ciò si deduce dunque che non sono affatto una strega drogata e truccata e piena di se.
sabato 13 settembre 2008
Dicono di me, che sono una strega drogata e truccata e piena di sè…
Pubblicato da zero in-coscienza alle 14:57
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