lunedì 20 giugno 2016

COSE NON DETTE

Per amore della verità e dei miei followers, che sono sempre quei tre di prima, di cui uno rimane comunque tutt'ora morto, mi sento in dovere di esprimere la mia opinione sui risultati delle elezioni comunali testé conclusesi.
No, non è vero. Ci ho ripensato, non dirò niente. Sarebbe veramente un pippone lungo e molto triste, tanto più che è la terza volta che combatto contro il correttore automatico dell'Ipad che non si vuole arrendere a pippone e me lo corregge con Giappone.
Dunque sarebbe un Giappone triste e complicato, ma soprattutto molto triste, triste di nostalgia della sinistra, triste di una visione del mondo che non appartiene più a nessuno, tranne che a me e altre 4 sfigati che non prendono neppure i voti dei familiari più prossimi, triste di quella tristezza dei vecchi che si ostinano a mangiare la bruschetta ma hanno solo due denti e poi il cameriere gliela porta via che s'è fatto tardi.
Perciò non parlerò di Renzi, che con le sue camicie slim ha fagocitato anche i più piccoli ritagli di sinistra, gli scampoli e le frattaglie, s'è magnato tutto e ora grufola nelle briciole. Non parlerò di Giachetti in quanto, giuro sul mio mignolo minollo del piede, da me assolutamente misconosciuto, fino a qualche mese fa infatti, non sapevo neppure chi fosse e tutt'ora, se lo incontrassi al Lidl, farei fatica a riconoscerlo.
E questa la dice lunga sull'incisività del candidato.
Non parlerò del demmerdismo subito da Marino da parte del suo partito di appartenenza, fenomeno talmente controverso e eccezionale che sta per essere studiato dalla Nasa e a breve partirà negli Stati Uniti una campagna di sensibilizzazione nelle scuola medie dal nome "Domani Marino potresti essere tu, denuncia il demmerdismo,  coraggio".
Non parlerò della Raggi perché in queste ore se ne stanno dicendo a fraccagnate, sono talmente satura di robe dette sulla Raggi che se proprio mi devi dire ancora una cosa sulla Raggi sappi che potrei
annuire ma, se ti dice bene, sto pensando ai posti in cui potrebbe essere finito il pennello per il fard
che dagli anni duemila, non so perché, si chiama blush, e se ti dice male ti sto mentalmente bestemmiando desiderando avidamente di infilartelo su per il culo quel pennello per il fard, perché nel frattempo l'ho ritrovato.
Non parlerò di ciò che è stato di me e del mio voto nella giornata del ballottaggio e prima ancora, del primo turno. Non dirò che per la prima volta nella mia vita, non ho votato.
Non ho votato pur schifando dal più profondo questa rinuncia a un mio diritto, ma con il vomito nelle viscere e la puzza di storto nei polmoni, non l'ho fatto perché per me sarebbe stato impossibile, fisiologicamente impossibile votare un candidato PD dopo il post Marino, perché per me rimane e forse rimarrà sempre impossibile, fisiologicamente impossibile votare un candidato M5S, chiunque esso sia anche se la Raggi non sembra male. Non vi dirò l'ultima cosa e poi vado a fare merenda con la crostata di mamma, e cioè che il mio, nei confronti del M5S è sì, un rifiuto ideologico e non dirò pure che IDEOLOGIA non è una parolaccia, non ti guardano male in sala d'aspetto dal dermatologo se la dici ad alta voce, la maestra non ti manda a chiamare se tuo figlio grida IDEOLOGIA in faccia a
un compagno, perché non posso accettare e mai potrò accettare di convergere con quel blob indistinto
di feccia e fascio, di magma e terraterrismo, di razzismo e subnormalità, di melma e sottosviluppo
cognitivo, di misoginia e neanderthalismo degli elettori della base del  M5S.
E ora che non vi ho detto un sacco di cose, posso tornarmene a fare quello che stavo facendo, sfoltire dalla rubrica del telefono tutti i numeri di chicazzoè. Ci sono due opzioni:
1) contatto totalmente scomparso dalla memoria dei popoli a breve e a lungo termine, dunque cancellazione immediata
2) contatto che dici ho capito chi è ma chittesencula, dunque cancellazione immediata
3) contatto che dici non lo sento da 35 anni eppero', c'è un però, dunque cancellazione rimandata.
4) contatto che si accolla a bostik ma non cancelli perché ti serve di riconoscerlo quando chiama così non rispondi.
Come avrete notato le opzioni erano 4, ma con la sola imposizione delle mani vi convincerò del fatto che ho sempre sostenuto che era 4 senza nemmeno sprecarmi a correggere qua di sopra.




Vostra farfamagaenonvotante.



domenica 19 giugno 2016

Ogni tanto un lamento

È tornata quell'inquietudine sorda; due anni e mezzo. Poi è tornata, il salato in bocca, la frustrazione di ogni posto che non è mai comodo, di ogni posto che mi sta storto, che mi sta fuori, la noia nelle parole, la distrazione, il bambino, il bambino, il bambino, una monade, ci bastiamo, ci esauriamo, ci sorreggiamo e poi l'inquietudiene e tutto mi stanca, ogni sguardo, ogni occhio, tutto mi estranea. 

Il contrario dell'emparia ha un nome del cazzo, non c'è bellezza nelle parole nemmeno quando sono così vere.