mercoledì 22 luglio 2009

LA STORIA DELLE SUORE

Una volta ho tentato di denunciare le suore del convento-convitto-ristoro-parcheggio bambini di fronte casa.

Quella volta telefonai alle suore del convento-convitto-ristoro-parcheggio bambini di fronte casa esasperata dagli schiamazzi dei bambini parcheggiati nel cortile dalle 8 meno un quarto del mattino alle 8 meno un quarto della sera, in una continuità di parcheggio, senza pause pranzo merenda cena.

Ho pensato che non gli dessero nemmeno da mangiare a quei bambini parcheggiati nel cortile dalle 8 meno un quarto del mattino alle 8 meno un quarto della sera o che al massimo gli lanciassero una fetta di mortadella marcia da afferrare al volo, come si fa con le bestie allo zoo quando ti compri le noccioline apposta.

Ho pensato che quelle suore sadiche e arroganti affettassero poche fette di mortadella marcia così da scatenare la rissa ogni volta che all'una meno un quarto i bambini parcheggiati nel cortile tentavano a colpi di sciabola l'uno contro l'altro di accaparrarsi il pane quotidiano.

Ho pensato che non ce l'avrei fatta a sopravvivere a un'altra estate di schiamazzi continui di bambini bestemmioni truci e sgarrupati parcheggiati nel cortile delle suore dalle 8 meno un quarto del mattino alle 8 meno un quarto della sera, così telefonai.

Dopo la telefonata pensai che sarei andata al poligono per diventare tiratore scelto.

La suora arrogante incartapecorita e con la fuffa nelle mutande mi disse che potevo schiattare anche subito e che lei qualora fossi davvero schiattata sarebbe venuta a sputare sul mio cadavere e a pisciarci sopra con la sua urina infuffita dalla fuffa nelle mutande.

Io allora risposi che avrei sporto denuncia ai carabinieri perché ci doveva pur essere una legge a tutela del sonno pomeridiano di anziani e neonati e che non potevano sbattersene così spudoratamente in nome di quelle 1000 euro a settimana che ogni bambino parcheggiato bestemmione truce e sgarrupato mollava loro come mazzetta.

Le dissi anche che come parcheggio a ore mi sembrava davvero un po' caro.

Lei rispose che potevo morire schioppata sotto l'autobus di linea 810, quello che va in vaticano, che il tragitto è abbastanza lungo e che in mezz'ora sotto quell'autobus mi avrebbero raccolto con il cucchiaino e lei poi sarebbe venuta a pisciare sopra a quel che rimaneva di me con la sua urina infuffita dalla fuffa nelle mutande.

Le dissi che visto che così stavano le cose, l'avrei denunciata di certo.

Mi rispose che potevo denunciare quella cespa di peli ammuffiti che aveva nelle mutande.

Ai carabinieri telefonai dicendo che la suora mi aveva minacciato di piscia e di morte e che volevo sporre denuncia contro il convento-convitto-parcheggio bambini e contro il vaticano e il papa e dio e tutto sant'Anna e Maria.

Il carabiniere mi disse che non aveva proprio idea di come si dovesse fare per denunciare dio così mi consigliò di telefonare più tardi quando sarebbe arrivato il suo superiore, che magari il superiore lo sapeva come fare per denunciare un altro superiore.

Nel frattempo richiamai la suora cercando di trattare.

Brutta puttana mancata, le dissi, sarebbe così gentile da venire incontro ai residenti di questo sputo di strada che voi dominate dall'alto del vostro cesso di castello-convento-convitto medievale?

Non potendo spacciarmi per un neonato per un anziano ribadii il fatto che il disturbo della quiete pubblica è punibile per legge e che qualora mio nonno di 129 anni fosse morto a causa dell'impossibilità di fare la pennica pomeridiana e mio figlio di 4 mesi sarebbe impazzito perché sottoposto alla tortura del sonno ogni giorno dalle 8 meno un quarto del mattino fino alle 8 meno un quarto della sera, sarei andata al poligono e avrei preso il brevetto da cecchino e avrei fatto un bel kennedy a tutti in quel cortile di bambini a parcheggio a cominciare da lei, ovviamente, che non avrei ucciso subito, ma per ultima, lasciandola a scolare stile colapasta dell'ikea mentre osservava le mille euro a bambino svanire come acqua santa evaporata.

Allora lei rimase in silenzio per un po'. Dall'altro capo avvertivo il suo fiato nauseabondo di cipolla e porchetta d'Ariccia, l'odore acre del sudore appallottolato a ridosso del baffo, i tarzanelli di saliva che univano un labbro all'altro come le sbarre di regina caeli..
Dopo un breve cedimento di sfintere mi rispose.

Mi disse che mi aveva visto dalla finestra, che mi avrebbe aspettato ogni giorno e ogni notte nascosta dietro ai cassonetti, imboscata in ogni angolo di strada, infossata in ogni buca e che mi avrebbe ucciso a colpi di paletti d'argento nel torace.

Mi disse che avrebbe manomesso i freni dell'auto, che avrebbe bucato le ruote del motorino, che avrebbe dato fuoco alla mia casa, che avrebbe sterminato tutta la mia stirpe a cominciare dai primogeniti mentre già preparava una pupazza con le mie fattezze e gli spilloni dorati ce li aveva nel reggiseno.

Questo mi disse e fu allora che rinunciai alla denuncia.

Contro il demonio possiamo ben poco.

martedì 21 luglio 2009

LA STELLA DELLA SENNA, LA COZZA E LA GNOCCA


Lo sapete tutti, no? su repubblica on line c'è l'audio delle telefonate del nano predatore alla escort-Stella della Senna.
Ve la dirò tutta, non le ho nemmeno ascoltate, mi sono accontentata di un resoconto tutto sommato esaustivo di Big Dick, non mi va, mi fa venire la nausea, quella forte, e allora poi ho paura per la mia ipocondria, ho paura di pensare che la nausea sia dovuta al trauma cranico e questo non gioverebbe alla mia partenza prossima per l'Andalusia.
Giovedì volo su Malaga.
Mi sono chiesta , come funzionerà il sistema sanitario in Spagna? potrei - ed è quasi una certezza-avere bisogno di un pronto soccorso qualsiasi.. tutto sommato sono abbastanza tranquilla, in un paese occidentale e in periodo di pace, tutti sanno offrirti i primi soccorsi in caso di incidente quasi mortale, perché poi, se è mortale, l'incidente, poco c'è da starsi a preoccupare dei primi soccorsi..
I sondaggi danno il giullare di corte al 49%, cala la fiducia al Berlusca mentre spinge bene la gnocca Carfagna e il sifone Gelmini.
Come potete notare dunque, non siamo di fronte a un rinsavimento delle coscienze, ma alla classica metafora del pelo di figa eccetera eccetera, d'altronde, il popolo italiano eccetera eccetera..
Dietro l'eccetera eccetera c'è tanto di quel detto e ridetto che non ho voglia di dire e ridire, tanto lo si sa, vado a risparmio energetico, mi fa venire la nausea, quel dire e ridire le stesse cose, e l'ho già detto, la nausea non giova alla mia partenza prossima, che tanto poi non cambia mai una virgola, anche se il re nano ha perso 4 punti ma poi lo si sa, tirerà fuori un'ici dal cilindro, un bonus neonato, una detassazione sull'argenteria pesante, un incentivo alle case di moda e via, col +10 eccetera eccetera..
Che poi, vabbè, la bavosaggine maschile e la mentalità velinica femminile potrebbero essere una presunta chiave di lettura nel voler analizzare il successo della Carfagna: per i maschi una gnocca ministro è meglio di una cozza ministro, visto che la donna in generale è un oggetto e se l'oggetto non è apprezzabile che cazzo lo si compra a fare. I maschi puntano alla performance e alla funzionalità dell'oggetto; l'oggetto femmina deve rispondere a tre caratteristiche: tette, culo e mansuetudine. Per il maschio medio, Carfagna è una perfetta effige da calendario, un'ideale trofeo da mostrare agli amici quando si fa l'aperitivo, una docile muta e ubbidiente figurina da presentare alla mamma, un buon modo per ritenersi più forti, più ganzi, più maschi del proprio padre.
Per le femmine la Carfagna è perfetta perché incarna il modello della dotata non dotata. Allora è possibile passare tutta la propria vita a smaltarsi le unghie e a mostrare le tette senza più essere considerate delle idiote anche se non si è mai letto un libro? si è possibile, e non solo, si può anche diventare ministro. Poi infondo è rincuorante come concetto: mentre alla stupidità non c'è e mai potrà esserci rimedio, alla seconda di reggiseno si, al naso aquilino si, alla ciccia si, ai buchi di cellulite sul culo si, perciò, dopo un paio di sedute dal meccanico e un paio di giri di rodaggio, siamo tutte delle potenziali ministre.
Quanto al favore degli italiani verso la Gelmini, che diomiabbiaingloria, proprio non saprei cosa dire. Come interpretare il dato.
Cozza è cozza, de' legno è de' legno, forse la si è scambiata per un risponditore automatico, tipo quelli della tim o dell'acea o dell'italgas, e diciamolo, come risponditore automatico la Gelmini è perfetta, non le si può proprio dire nulla, un po' come un Gasparri o come un Cota o come un Bondi, se non addirittura meglio, perché lo si sa, le donne, quelle cozze in misura maggiore, sono più ubbidienti, più accondiscendenti, più docili di un maschio qualsiasi, funziona un po' come con le mucche e le pecore e le cagne....
Certo, a tutti gli italiani piacerebbe chiamare il numero verde dell'acea electrabel e trovare dall'altro capo il risponditore automatico Gelmini. Quella le informazioni sulle bollette te le darebbe con una precisione impeccabile, e non risponderebbe mai alle tue provocazioni, mai nemmeno a un vaffanculo, uno: perché è un nastro registrato, due: perché in un anno di governo deve essersi pur abituata, tre: perché sarebbe felice di aver cambiato mestiere visto che prima o poi un insegnante anarchico le farà saltare il culo.
E io appoggio.
Farfakiller.

sabato 18 luglio 2009

TRIKKETE TAC

Avrei voluto raccontarvi della bellissima gita a san Gimignano ( no, non ci sono i tossici, quello è san Patrignano), delle bellissime colline senesi, del viaggio in moto per 600 km andata e ritorno che alla fine ti spuntano le stigmate sul culo, della Toscana che si mangia e si beve che è una meraviglia e tutto è tenuto a modino e a postino... invece, ciccia, mi tocca raccontarvi del pronto soccorso.
Insomma, orami lo sapete no, che se non vado al pronto soccorso almeno una volta ogni due mesi mi manca l'aria, che i medici di turno mi aspettano e se ritardo di qualche giorno mi chiamano a casa, inoltre dovreste sapere anche che in ogni città d'Italia c'è un suo peculiare-pittoresco-turistico pronto soccorso che vale la pena visitare nonostante le interminabili ore di fila, la visione dei traumi più traumatici e l'osservazione partecipata del personale paramedico più sui generis..
Perciò ecco a voi: pronto soccorso di Tarquinia, trauma cranico, ore 03:00, pioggia torrenziale, panico generalizzato.
Il farfatrauma.
Ore 21:30, ceno allegra allegra in compagnia degli amichetti nella loro bella casa al mare.
Ore 22:30 si beve e si chiacchiera, fa caldo, si fuma, si beve, si fuma, si beve.
Ore 00:30 vedi sopra
Ore 01:30 vabbè buona notte, a domani, ci facciamo il bagno eccetera eccetera.
Ore o2:00 vado a letto.
Vado sul letto.
Un letto a castello.
-Vai tu sopra.
-No, io no.
-Si vai tu.
-Ma no, io cado, sicuro.
-No, vai tu che sei leggera.
-Cazzo c'entra.
-C'entra eccome, se crolla tutto, può essere che non mi schiacci.
-" Farfaperplessa"
-Se crolla e su ci sono io, muori di sicuro
-"Farfarecalcitrante"
-Davvero, pensaci, se l'impalcatura non regge, e sei sotto tu, sei spacciata, non avrai nemmeno il tempo di accorgertene.
-"Farfapersuasa"
Salgo. Mi addormento.
Mi sveglio nella notte con l'arsura, devo bere, assolutamente. Butto un un braccio oltre il ciglio del letto a cercare la bottiglia d'acqua, non la trovo ( ma va?). Penso, che palle, devo alzarmi, penso, uffa, sempre così, mai che mi ricordassi di metterla ai piedi del letto, penso.
Mi metto seduta, scoglionata, rincoglionita e tutte le altre espressioni gergali-giovaniliste che vi vengono in mente e.... fly down.. mi lancio fiduciosa e inconsapevole come un cazzo di Kamikaze harakiri giù da un metro e mezzo d'altezza e ovviamente mi schianto.
Mi ritrovo spalmata a terra con la faccia spiaccicata contro una porzione di mattonelle anni settanta, dure, durissime, incredibilmente dure.
E gemo.
Dopo un secondo e mezzo qualcuno mi raccoglie, mi sento una specie di strato di crema al tartufo su un letto di marmo.
Mi sento una specie di palla di pongo sagomata sul cemento.
Mi sento una specie di carcassa di gatto morto sull'autostrada del sole.
Mi sento una specie di braciola sul batticarne.
Mi sento una specie di calcinaccio schiacciato da una pressa.
Mi sento una specie di catrame sotto un caterpillar.
Mi sento una specie di 4 ossa che scricchiolano.
Mi sento una specie di idiota che cade da un letto a castello.
Ne-no ne-no-ne-no-ne-no. Pronto soccorso.
Nel tragitto mi scopro all'altezza dell'anca un bubbone delle dimensioni del cranio di un neonato. Dopo qualche ora avrà assunto il colorito di una scorza di anguria acerba, con l'aggiunta di piccole venature rossastre e giallo vomito.
Sulla tempia ho una specie di sensazione da tir in faccia.
Sulla tempia ho una specie di sensazione da " oh, ho trovato l'uscita" al luna park nella stanza degli specchi.
Sulla tempia ho una specie di sensazione da ferro battuto.
Sulla tempia ho una specie di sensazione da idiota che cade da un letto a castello.
Il medico mi visita. Mi dice
- La tac è rotta, perciò fatt'inculo.
- Ok, dico io. Che facciamo?
- Improvvisiamo, fa lui.
Allora giochiamo a fare qualcosa, del tipo, una cosa qualsiasi: quante sono queste, segui il mio dito, lampadina nelle pupille, stringi i pugni, alza il ginocchio, hai nausea? hai vomitato? hai perso conoscenza? sei morta?
Ok, puoi andare, segui le indicazioni su questa mappa e troverai il tesoro.
La mappa dice che devi stare attenta, attentissima a non morire per almeno 24 ore e che in queste 24 ore dovresti avere qualcuno che vigili su di te.
La mappa dice che se nei prossimi tre giorni ( ma anche 30) sentirai nausea, vomiterai come un posseduto, perderai sensibilità agli arti, cadrai addormentato, vedrai doppio quadruplo o niente, so' cazzi tua.
La mappa dice che se vai in coma, non scambiare questo sintomo con la pennichella del dopopranzo.
La mappa dice di non bere alcolici per tre giorni, di non prendere analgesici, di mangiare leggero ma solo se lo desideri perché quella sul cibo è una riga venuta fuori dal copia incolla di una diagnosi di ulcera.
La mappa ti consiglia di non morire, 'chè sei giovane, ma si sa, poi ognuno fa quello che gli pare.

Vostra

Farfainpanic

lunedì 13 luglio 2009

GENTILMENTE, MA HANNO PISCIATO IL MIO ROMANZO D'ESORDIO, SCRITTO 5 ANNI FA, IN EFFETTI UN PO' CAGARE FACEVA

PREMIO ITALO CALVINO - Edizione n. 22





Scheda dell'opera


Titolo
GenereNominativo


E' ESATTAMENTRE QUI CHE MUOIOROMANZONARDOZI MONICA


Giudizi










Monica Nardozi esplora con questo romanzo torrenziale l'esperienza in diretta, in prima persona, l'inadeguatezza al vivere
di una giovane sbattuta
dall'esistenza ai margini della vita,
intossicata da ogni pillola o sostanza esistente, volitiva in astratto, perentoria in pectore, ma in realtà
depressa (cosciente) e perciò incapace di prendere in mano la propria vita.
Le descrizioni che l'autrice fa di questi stati sono tutte in soggettiva,
ovvero viste dall'interno dell'inferno, con la deformazione della realtà che ciò comporta.
Ne nasce un testo che prolifera per così dire di ipertrofia
del presente, ovvero di un tratto narrativo in cui elementi minimi e marginali della realtà divengono immensi sotto lo
sguardo deformante di chi è sotto
l'effetto di sostanze o semplicemente sotto le spinte di quel se stesso depresso che inquadra con orrore
il mondo, trasfigurandolo. Così, già la scena
iniziale dell'incontro con la vecchia, in treno, e successivamente quella
con il bigliettaio laido, indeciso se abusare o meno della presunta morta,
assumono un carattere titanico per la psiche della narratrice.
L'opera è dominata dalla sezione - con gli incisi erratici e allucinati, flash-back - in
cui la voce narrante percepisce il mondo dalla allucinazione che la fa percepire morta,
portando il testo dalle parti del racconto psichedelico. Dal
punto di vista tecnico, Monica Nardozi è dotata di un tono perfetto, adatto alla situazione narrativa che svolge,
mentre sul piano stilistico il
tentativo di dare immediatezza alla scrittura cede troppe volte al facile scivolamento nel gergale e nel giovanilese-incazzato.
Molto forti, e
importanti, i vari passaggi di stato nelle fasi acute di crisi (panico, orrore, sensazione di morte imminente, sdoppiamento, paralisi...).
Acuta l'idea
di affidare alla voce narrante la capacità di 'entrare' nelle menti altrui per superare il nodo dello scrittore onnisciente.
Stiracchiati i dialoghi,
che potrebbero essere resi più scarni e quindi più incisivi. L'opera, nel suo insieme, risulta interessante,
ma anche eccessivamente incapsulata
all'interno del processo solipsistico della voce narrante, con effetto di ridondanza e di ripetitività,
cosicché gli eventi descritti si sovrappongono
per accumulo senza generare intreccio, salvo l'esile stratagemma del suicidio della madre
(inizio dei drammi della voce narrante) che si risolve nel
finale con un colpo di teatro a segnalare didatticamente la natura edipica del romanzo.
In ogni caso, la forza espressiva di Monica Nardozi, la sua


tensione lessicale e la solidità sintattica sono elementi che segnalano un'autrice il cui talento può essere messo a disposizione
di opere più
asciugate.

Il Comitato di Lettura


























mercoledì 8 luglio 2009

VERONICA, YOU ARE NOT ALONE

Si vede che non ho niente da fare, si vede dalla prolificità del blog, i post si appostano recalcitranti uno dietro l'altro e forse era vera quella vecchia storia della quantità che non fa la qualità o la felicità o qualsiasi altra cosa tronca.
Oggi è arrivato Obama con la donna in giallo.
Mi piace quella donna, la trovo elegante, nonostante il grosso culo. E nonostante il fiore verde sul vestito giallo. Mi piacciono le donne che si vestono di giallo. Una volta qualcuno m'ha detto che se ti vesti di giallo o di verde è perché devi sentirti proprio una gran figa, la più figa delle fighe. Sarà per questo che non mi vesto mai di giallo né di verde né di fucsia né di rosa. No, per il rosa il motivo è un altro, è una sorta di odio profondo, non chiedetemi da dove provenga, c'è, è lì e basta, alla bocca dello stomaco, risale orrendo ogni volta che butto un occhio a un passeggino o a un bipide sotto i 50 cm.
Le bambine sono per il 90% vestite di rosa. Una volta qualcuno m'ha detto che le vestono di rosa, le bambine, perché nei grandi magazzini le robe rosa costano il 20% in meno rispetto alle cose normali.
Dev'essere per questo, che vestono di rosa.
Le bambine.
Per questo e per menomazione retinica delle mamme.
Vestono di rosa tutte, finché non avranno la forza e l'età per protestare e vestirsi di nero, con le facce bianche bianche, le borchie al culo, i capelli neri e appiccicati e le catene con i teschi.
Cmq.
Oggi è arrivato Obama. E anche tutti gli altri.
Sor Gianni e 'a mugliera sora (k)Rauti, hanno organizzato un pranzo per sole femmine sulla terrazza Caffarelli. Bella terrazza devo dire, bella scelta soprattutto, 40° all'ombra uno più uno meno, un manipolo di femminoni, le più first delle first del mondo, che gozzovigliano con code alla vaccinara rivisitate da un cazzo di chef tedesco.
Bella scelta.
Dico.
In tutto ciò mi sono chiesta: e la femmina di Berlusconi? lui smogliato di fresco, chi ci manda a parlare di borsette Dior e scarpette Prada?
No, davvero, ve lo siete chiesto? chi ci manda il nano predatore?
Un mignottone?
Una escort? questa volta un po' più di fiducia?
Una Carfagna?
Chi ci manda?
Noemi?
La cugina piccola di Noemi?
Guardate che è un problema.
E la Merkel? chi ci manda, il marito?
Vi immaginate il marito della Merkel?
come sarà, il marito della Merkel? un crucco tutto d'un pezzo con le guanciotte rosse da abbirrazzato, la panzetta tesa, i sandali Decatlon e le braccia incandescenti per quel nanosecondo di sole preso mentre attraversava il viale dall'Hotel alla macchina blu?
E se ci andasse davvero?
First lady 1- Oh, che bella l'Italia, peccato che mi stia cadendo l'intonaco dalla faccia, non farà un tantino troppo caldo?
First lady 2- Guarda cara, anche se ci sono 42 gradi, lo escluderei, dev'essere piuttosto colpa del fondotinta Chanel che hai indosso, non è di buona qualità, l'ho provato anch'io ma poi sono passata a un Dior
First lady 3- Sei mestruata? quando si hanno le proprie cose il trucco regge meno
Firt lady 4- Già, si aumenta anche di peso
Fist lady lady Obama- E' per questo allora che mi sta esplodendo il vestito giallo all'altezza del culo?
First lady 5- Oh si cara, non è che tu sia grassa, che abbia un culo enorme, no, no di certo. Sono le mestruazioni che su di te devono avere un effetto perenne
First Lady 6- Come i ghiacciai?
First lady 1- Oh, a proposito di ghiacciai, avete visto che dramma il riscaldamento della crosta terrestre?
First Lady 2- Oh che tristezza
First Lady 3- Uh che tristezza
First lady 4- Già, che tristezza.. l'avete gà detto "tristezza"'?
First Lady 5- Già, una gran tristezza, come i saldi che iniziano sempre prima, tutto quel popolo che si accalca!
First Lady 3- Orrendo
First lady 4- Già, orrendo
First Lady 5- Proprio orrendo
First lady 6- L'avete già detto " orrendo"?
First Lady n 4- Oddio, mi si è staccata un'unghia finta
First Lady n 5- Cazzo, è caduta nella mia pagliata fresca su letto di crauti bagnati di salsa al sandalo francescano!
Marito della Merckel- Pozzo afere une Weis da 12 litre?
Carlà poi, quella manco s'è presentata, figurarsi.. qui? je? je a le dejunè a la maison d'un fascist? mais no, volgaire!
( perdonate 'a maccheronicità der francese, ma cor pranzo alla romanesca ce stà bbene)
Insomma, sor (k)Rauti poi ha donato alle prime femmine del mondo un presente che consiste in una borsa griffata da uno stilista romano che nessuno si caga ( e ci sarà pure un motivo) fatta con materiali e lavorazioni ecosostenibili, la cui manifattura si deve a simpatici individui cinesi o indiani sotto i 6 anni che per l'occasione hanno lavorato facendo manciatone di straordinari, praticamente imparando a cucire anche con il buco del culo.
Questo è quanto.
Veronica, torna a scrivere letterine appassionate, ci manchi!

martedì 7 luglio 2009

sabato 4 luglio 2009

CRASH


Questa assenza prolungata è dovuta al fatto che è stata richiesta la mia presenza a Los Angles per risolvere la questione del testamento di Michael Jackson.
Tra qualche ora sarò qui fino a domani sera, il tipo in foto mi ha invitato più e più volte a passare un weekend a casa sua, perciò alla fine ho accettato, la sua corte è stata spietata, mi ha preso per sfinimento, ma non temete, ho messo le cose in chiaro: siamo solo amici, gli ho detto, perciò niente sesso, nessun coinvolgimento emotivo, niente di niente.
In tutta sincerità, la cosa che mi preoccupa di più è la cena...
Cmq
Ho passato giorni in giro, giri di giorni in giro, un po' qua un po' là e non ho nessuna intenzione di fermarmi.
Ho il solito problema del dove parcheggiare Gianfilippa. Propongo un bonus di 100 euro a quell'eroe che si accollerà l'onere ( e l'onore) di accudirla, darle da mangiare, raschiare la lettiera epurandola dagli stronzi di gatto, farle qualche coccola sotto la pancia e innaffiare la sua pianta gatta per quando ha le coliche.
Astenersi felinofagi, scassinatori, squatter, feticisti, preti e PDLlini.

Vorrei solo aggiungere che io e particella di sodio detta anche occhi di gatto un altro colpo è stato fatto, abbiamo, in una sola sera, o meglio, in 10 minuti appena, scartamarato il paraurti anteriore della 500 della Madre, abbozzato il paraurti anteriore di un'auto XFILE, passato mezz'ora nel panico generalizzato a cercare di ripristinare l'assetto originario della 500 di cui sopra, ferme sotto un cavalcavia tangenziale, di notte, al buio, con le manine delicate nella sbobba di sporco, grasso e sugna, aprendo e richiudendo in un loop sempiterno lo sportellone davanti, quello che poi tu apri e dentro ci trovi il motore, nel tentativo di reincastrare quella merda di paraurti, il tutto, ovviamente senza risultato, se per risultato si escludono gli ululati dei cani di campagna che a momenti gli prendeva un infarto e qualche abitante di provincia che tirato giù dal suo santo sonno a causa dello sminchiamento canino, ci ha sparato dalla finestra col fucile da caccia. Grossa. La caccia.
La Madre non ci ha messe in castigo, né ci ha obbligate a mangiare quintali di polpettone al forno, ci ha solo guardate in quel modo lì, quel modo che tu lo sai che quello che sta pensando equivale a una passata radicale di pialla sulla tua autostima.
Vostra sentitissima

Farfacrash