martedì 29 dicembre 2009

OSTIA, ANTICA TRANSESSUALE..

La prima cosa con cui mi scontro ieri notte appena arrivata a Roma è questa notizia angosciante di una transessuale ritrovata imbustata in un sacco della 'monnezza a Ostia Antica. Per capirci, non è che fosse andata all'osteria da Gujermo* dove c'è scritto che se bevi pe' dimenticà, paga prima de magnà.
No, è stata trovata incastrata nel mezzo di un canneto, avvolta nel cellophane, trascinata dalla corrente a ruota libera verso la contenuta immensità del mar Tirreno se non fosse che un cespuglio rivierasco non l'avesse trattenuta.
Pare che un cane delle baracche, dalle sponde teverine di confine, tra cianfrusaglie, tazze da cesso accatastate, gomme carbonizzate, case spaiate e trabiccolanti, vetri rotti, lamiere, mattoni da muratura, rifiuti tossici e umani, abbia cominciato ad abbaiare attirando l'attenzione verso quel pacco umano gettato nel fiume trenta giorni fa.
E' una storia agghiacciante.
Alla Laura Palmer.
Noi generazione di trentenni sfigati a cui l'Italia ha promesso tanto e dato un cazzo, tutti noi figli dei tristissimi anni '90 ben conosciamo e mai dimenticheremo il nome di Laura Palmer e men che meno il suo scabrosissimo diario, comprato in allegato a qualche giornalino da adolescente e letto di nascosto nei cessi del liceo. O forse era alle medie.
E poi ci fu Twin Peaks.
Come dimenticare la prima favolosa serie di Twin Peaks dell'illustrissimo David Lynch con tutti quei nani e demoni e sesso a fottere e minorenni possedute e squartate e zoccole come non mai e quelle atmosfere da foresta nera, con la nebbia e i boschi fitti fitti carichi di mostri; i nostri incubi peggiori, noi poveri trentenni sfigati che da grandi avremmo voluto essere musicisti e scrittori e artisti e attori e pittori, noi, poveri attuali trentenni sfigati, sottopagati, frustrati, precari nella buona e nella cattiva sorte, quegli incubi ce li siamo fatti tutti e continuiamo a viverli, grazie anche a David Lynch.
Il decesso della transessuale trovata morta e insacchettata risale dunque al periodo Brenda Marrazzo e chiappe d'oro.
Devo ammettere che tra tutte le cose che avrei voluto scrivere di ritorno da Praga, e sono tante e mi spiace perché probabilmente non ne parlerò più, tra tutte le cose belle vacanziere e cazzone da ridere, che mi vengono bene le descrizioni dei popoli altri e Voi potete confermare, ebbene, al posto di una tale pregustata sciorinata di leggerezza, mi tocca invece parlare di questo fatto.
Certo, non me l'ha ordinato il medico, figurati, Siddharta, lui se non può appoggiarti un rimedio omeopatico non si pronuncia nemmeno.
Il fatto è che ciò CHE mi inquieta parecchio non è tanto pensare che la gente possa morire così, come uno schioppo, dall'oggi al domani e scomparire perché nessuno la reclama, perché nemmeno esiste nella sua clandestinità che infima Eva mandria, in Italia è pure un porco di reato, porco porchissimo come quei porci, bestie, che l'hanno pensato.
Mi si rizzano i peli invece se penso al perché, al possibile movente, al presunto assassino, al mandante di questo omicidio così tanto cinematografico e così terribilmente italiano.
Quando ammazzarono Pasolini, io non c'ero, non ero nemmeno nata, ma immagino che debba essere stata una batosta ineguagliabile, un tir preso in piena faccia, un impatto devastante sulla voglia di vivere dei contemporanei dotati di una certa capacità di comprendonio.
Mi sconvolge soprattutto pensare che la nostra classe dirigente, già sputtanata in abbondanza, che ha perso credibilità su tutti i fronti, che ci limitiamo a osservare e schifare senza nemmeno più giudicare, mi sconvolge pensare che tra le fila della nostra classe dirigente ci sia qualcuno, un manipolo, un singolo, tuti indistintamente, qualcuno che con la stessa faccia di culo con cui va dicendo in giro di rappresentare la volontà dell'elettorato e che tutte le sere si fa inculare da transessuali ben carrozzati, poi, arrivati a un certo punto decida che no, basta, si è ingrippato qualcosa, qua si rischia il culo e così, nella sua più ardua meschininità e bassezza morale, disponga, come un rattuso tiranno medievale, della vita e della morte delle persone.
Giocano a fare dio, ma dio non esiste.
Ma voi, scusate..
Cioè tutta questa faccenda, non vi inquieta?


* Non esiste nessuna trattoria da Gujermo a Ostia Antica. Licenza poetica fu.

sabato 26 dicembre 2009

made in Italy

Allora, non trovo accenti ne apostrofi ne alta roba simile percio arrangiatevi, la tastiera e quella che e, sti cechi hanno parole lunghissime formate da consonanti assurde piene di segnetti rovesciati e praticamente quasi zero vocali.
Dunque freddo fa freddo, ma sopportabile, un freddo piemontese per intenderci, niente di che. OvviaMENTE sono bardata dalla testa ai piedi che sembro goldrake. Ho comprato una specie di piumino d oca lungho fin sotto le caviglie, elegante come un saccone dell immondizia, di quelli neri e grossi da ristorazione. Degli stivalacci imbottiti di pelliccia di muflone, delicati come un rutto, un felpone di pile che sembra una muta subacquea mentre nella parte di dentro ritorna il motivo lana di pecora.
Sulla capccia cappellone di lana, collare lanoso peloso, insomma, se mi incotri a Praga, quello che vedi non e altro che un grosso e morbido tubo nero con gli occhi e gravi difficolta nella deambulazione.
Bratislava, li usano gli euro. Tutto e molto economico e se vogliamo ancora abbastanza sovietico. Il centro della citta invece e una riproduzione in scala di via condotti in cui puoi trovare il meglio del made in italy e anche il peggio, direi. Percio bulgari, valentino, armani, dolce e quell altro, versace, prada e addirittura bata e terranova che io pensavo esistesse solo all aquila e invce to, c e pure in slovacchia. La ferrari spopola e tutti i gestori di bar e ristoranti hanno la loro cazzo di foto accanto alla tamarrissima auto rossa sfoggiando felpe e cappellini con lo stemma, quello la, il cavalluccio.
E questo e quanto.
Per ora sono a Praga. Sono arrivata il 24. Non mi dilungherei sulla citta, perche insomma veniteci, non e che potete starvene a casa comodi a costo zero e mandare me a fare i resoconti. Per il momento mi sento di dire che la birra e ottiama, il vino non male, il cibo invece ti ammazza. Tipo che se hai intenzione di mangiare carne, le opzioni sono due> o glulasch, ovvero spezzatino di carne di vitello con patate che sei vai da qui se magna in via del pigneto te lo fa uguale solo senza burro, e ginocchio di porco segato all altezza della caviglia, servito su un letto di mostarda e salsa al rafano ( che dio ci salvi e liberi dalla salsa al rafano) e un paio di sciabole conficcate nella carne trasudante sugna, al posto delle posate.
A presto
Farfadellest

martedì 22 dicembre 2009

VENCESLAO

Vi saluto, domani parto per Bratislava.
Lo so, a Bratislava non c'è niente ma il volo era più economico, così da lì poi mi prenderò un treno per Praga.
Per capodanno sono di nuovo a casa perciò vi faccio niente auguri di Natale chè sono atea e quindi niente, non è un post per dirvi vi saluto ora che magari poi non ci vediamo.
E' semplicemente un post per farvi sapere che, mentre voi sarete lì appanzati esausti disgustati, in pre-coma lipidico e glicemico, asfissiati da quintali e quintali di parenti, io sarò a Praga.
E' quindi, un post per farvi rosicare.
Ciao.

mercoledì 16 dicembre 2009

IL GIUSTO SOUVENIR

Sono finalmente qui seduta, nella mia postazione computer/macchina da scrivere.
Sorseggio una falanghina pesantemente annacquata ( ovviamente, non da me, ma dalla produzione industriale).
Leggo la posta.
Il 90% delle e mail che mi arrivano sono fuffa:

  • i rimedi anti grasso di bottega verde
  • i fatanstici voli a 0,6 centesimi di euro delle varie compagnie aeree che poi tu clicki e invece anche solo Roma-Milano ti costa 457 euro tasse escluse.
  • Ragazze russe con foto annessa, le quali pare vogliano ardentemente stringere amicizie sessuali con me
  • Offerte di lavoro provenienti da fantomatiche ditte con messaggi scritti in un italiano peggiore, se è possibile, di quello di Lino Banfi
  • Inviti per le serate della stazione della birra, locale da me reputato da sempre ottimo per via della musica proposta. Fino a questo momento, momento in cui ho saputo che sabato prossimo ci sarà un concerto di Povia. ( Classica battuta: ma chi cazzo è Povia? ah, si, il piccione)
  • Mail del Partito Democratico
  • Mail dal sito di Repubblica che mi vuole dire che Saviano mi vuole dire: grazie che anche tu, insieme ad altri 500mila , hai firmato la petizione.
  • Mail di Marco Caponera che qualcuno deve avergli fregato l'indirizzo visto che il contenuto di ciò che mi scrive a ripetizione è esattamente questo: "How are you?
    Tell you a good news, my friend found a good site, they are mainly electronic products, low prices, you may need. Such cameras, mobile phones, PS3 game consoles, LCD TVs, notebook computers, iPhone, motorcycle car is the most popular thing, their project is entirely consistent with the original quality, but if you want to this end, the wholesale busines, please do not hesitate to contact them."
  • Mail di concorsi letterari a cui un organizzatore qualunque, tipo Wanna Marchi, mi spinge vivamente a partecipare (il premio, in caso di vincita, in genere consiste in una pubblicazione a tue spese, la quota di partecipazione è di 25 euro ogni 3 battute, il testo da inviare deve categoricamente essere di, minimo, 500 cartelle)
Tolta la fuffa rimangono solo cose spiacevoli tipo Fineco e quando Fineco ti scrive non è per dirti I love you.

Tutto questo panegirico ( che poi panegirico è una di quelle parole che non mi piacciono proprio e il fatto che la usi in questo contesto denota un certo abbassamento del livello estetico-morale della mia scrittura), tutto sto panegirico per dire che avrei bisogno di ricevere delle e mail più carine.
Non pretendo certo che la signora Mondadori mi contatti per dirmi che vuole assolutamente commissionarmi un libro, che mi offrirà un anticipo di 70 mila euro e che mi pagherà tutte le spese nel caso volessi sparire, tipo ritiro creativo, a scrivere in Irlanda.
Ma insomma, esistono anche le vie di mezzo del tipo: come stai? vorrei offrirti 70 mila euro come anticipo per scrivere un libro, firmato: Bompiani.
E non crediate che con tutto questo humor non me la prenda anche con voi.
Anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti.
Sonquassati rabbattoni maniaco-depressi lettori di questo blog.
E non crediate che il mio silenzio circa la duomata in faccia a Berlusconi vi risparmi da un futuro post in tal senso. Io sono una che riflette e, per trattare l'argomento a dovere, sto solo cercando il souvenir giusto.

sabato 12 dicembre 2009

IL MORTO

Ce l'avete voi questa sensazione opprimente che il vostro tempo, per le vostre cose, per la vostra salute mentale se ne sia andato per sempre?

E' stata fatto un funerale, di quelli all'americana, con tutti i parenti vestiti a lutto, le donne con grandi cappelli neri, i lineamneti accennati dietro le retine, il pastore e la vedova, i becchini che calano mesti la bara giù nel fosso, con le corde.
Quando tocca il fondo io lancio una rosa gialla, poi palanche di terra a seppellire.

Il funerale al mio tempo è stato un gran successo.

lunedì 7 dicembre 2009

I PONTI

Dice, che fai questo ponte?
Il concetto di ponte non so, non l'ho capito ancora se mi piace o mi sta sul culo.
Un ponte presuppone un ostacolo e una strategia per aggiralo o, in questo caso, passarci sopra. Prima non esistevano i ponti.
Prima prima, intendo. Ai tempi dei fiumi che si dovevano guadare e delle montagne che bisognava girarci attorno. Poi un giorno un ingegnere romano ha detto: toh, e se facessimo un budello lungo lungo tipo arco che noi siamo bravi a fare gli archi solo che lo facciamo sospeso e sotto c'è il fiume? E Fuksas ha risposto: ok, però lo disegno io e lo faccio a forma di cubo trasparente. Poi l'hanno preso a randellate sul capocollo e hanno cominciato a costruire ponti.
Insomma, il ponte lo fai e lo affronti con entusiasmo. Ciò implicitamente significa che sorvoli con superficiale euforia il fatto, increscioso, che fai un lavoro che ti disgusta e che la questione del ponte non risolverà mai i tuoi problemi. E non li allevia neppure. Perciò ecco che il ponte finisce e già il giorno prima, cioè oggi, il malumore ti attanaglia e la depressione ti scuote le viscere.

Dice, che fai questo ponte?
Ecco, ho tinteggiato lo stanzone. Un culo grosso grosso come una capanna a scrostare quella antica idiota intuizione di dipingere, qualche anno fa, un'intera parete di blu, blu mare, oceano, fondale oceanico, di notte, quando c'è la tempesta.
Quindi dài 200 mani di vernice bianca, 200 mani, mano, boh, non so se mano, mani sia un nome collettivo nel gergo carpentieristico, comunque sono state 200 chè il blu, meschino, dopo un'ora era sempre lì, riemergeva all'improvviso come un cazzo di maniaco squartatore in un film horror anni 80.
Tinteggiare comporta una riconsiderazione geopolitica totale degli spazi e delle strutture abitative, chi l'ha fatto lo sa, chi ci è passato può capirmi. Non è che sposti semplicemente le robe, le accatasti al centro della stanza, le incellophani cercando di limitare la puttanizia che schizza folle dai rulli tipo frullatore senza tappo, e poi le rimetti a posto, lì, esattamente e precisamente dov'erano e dove sono sempre state per tutta la vita, no. Troppo semplice.
Troppo semplice perché in quel momento ti viene in mente che la tua vita è arrivata a una svolta e quando si decide di svoltare si comincia dall'arredamento e prima, dalla cantina, nel mio caso dalla soffitta (più propriamente una botola scavata nel tetto da quel genio del padrone di casa).
Quindi butta via quintali di stronzate: barattoli, televisori degli anni 50, coperte incartapecorite, scarpe del nonno, foto ingiallite, quaderni, migliaia di quaderni della giovane farfallula scrittrice senza computer, sacchi e sacchi di robaccia, sacchi neri, quelli che ci avvolgi un cadavere e via, giù nel cassonetto, a un chilometro da casa tua che l'Ama ha fatto tagli al personale e col cazzo che passano più da via Pausania, accatasta i ferri vecchi nella yaris, che tu mica sei incivile, che abbandoni i televisori in strada, ci mancherebbe che il vicino da te tacciato più e più volte di buzzurraggine ti vedesse abbandonare un elettrodomestico nel cassonetto...che figure! allora cerchi i depositi per la raccolta di carcasse inutili e però non hai voglia di attraversare la città che sei con una tuta lercia di strati di fossili e babalotti e chiazze bianche di vernice NON LAVABILE. Allora rimandi e già sai che quelle robe te le trascinerai appresso per tutta la vita e diventeranno parte della famiglia tipo bambini e cane che porti in gita al lago la domenica mattina.
Poi ecco, mi sono fatta prendere la mano e mi sono liberata di un sacco di mobili che ora, a pensarci, vedendomi in questo stanzone in cui lo stereo rimbomba e c'è una sola sedia su cui sedersi e una sola scrivania su cui poggiare le innumerevoli cazzate da soprammobile, ecco, ora, a pensarci, forse mi sono fatta prendere mano, gambe e braccia. Certo, fa molto minimal, nel senso di minimal indispensabile, tipo, toglietemi tutto, pure la sedia e mi metto nella cuccia del gatto, io e il mio breil.
Gianfilippa poi è stanca. Ha passato tre giorni a fare la caccia al tesoro alle sue ciotole.

Dice, che hai fatto questo ponte?
A parte la parentesi manovale, ho visto "a serious man" e un reading a san Lorenzo in cui Flavio Soriga è apparso in via di mutazione genetica da sardo a coreano.

Ora vado, che forse un giretto all'Ikea, nonostante il minimal, ci sta tutto..

Farfacarpentiera.

mercoledì 2 dicembre 2009

I NERDS


Ho appena letto il post di Majortom il quale mi ha ispirato una inutile quanto insignificante riflessione sui miei rapporti con i nerds in particolare e il nerdume come stile di vita in generale.
Ora, è questione piuttosto condivisa che i nerds facciano schifo, siano odiosi, saccenti, noiosi, brutti, maniaci, repressi sessualmente, trasandati e col fascino di una oggetto da cancelleria.
Tuttavia il nerd esercita e ha sempre esercitato su di me un'attrattiva quasi irresistibile.
Chiamatelo masochismo, chiamatelo bassa autostima o poca considerazione di se, chiamatelo autolesionismo strisciante, atto punitivo, perversione sessuale, devianza o come vi pare, fatto sta che la nerdfilia ha sempre avuto il sopravvento nella scelta del partner ideale.
Non è che disdegni il figo, il palestrato, il belloccio da spiaggia, lo spavaldo, il maschio alfa e tutte quelle cosa là alla "mondo di quark: la riproduzione della specie".
Anzi. Apprezzo, apprezzo molto.
Fatto sta che a farmi innamorare però sono sempre state quelle blatte topi di fogna di nerds che più nerds non si può.
Tipo muscolo flaccido, occhiale spesso, capello inforforato, tic, nevrosi ossessivo-compulsive, pedanteria, universi paralleli del tipo tutto il mondo è nella mia stanza, il resto è fuffa.
E non sono la sola. Perciò, a rigor di logica, la credenza popolare secondo cui i nerds non acchiapperebbero una donna nemmeno a pagarla è falsa e fuorviante, così non fosse si sarebbero già estinti da tempo, dal 1980 per la precisione, momento storico in cui il mondo ha avuto la disgrazia di veder comparire sulle proprie terre emerse tali aberranti creature.
Invece ci sono, sono milioni e milioni, si aggirano dappertutto, ovunque con il loro alito alla liquirizia e le loro giacche di velluto a costoni con i bottoni spaiati e i colli logori.
Sono ovunque, nei supermercati a comprare kinder fetta al latte e nesquik, birra scadente e formaggio fuso da mettere nel pancarre.
Nei locali chic con la stessa giacca di vellutone e le scarpe da trekking a sorseggiare vino alla mescita confondendolo con succo di frutta al mirtillo; sono lì bianchi bianchi in faccia a guardarsi attorno schifati da tanta bella gente e tante belle ragazze, che tutti voi credete non gli rivolgerebbero mai la parola e invece vi sbagliate.
Noi ragazze purtroppo, (alcune di noi, preciserei) siamo attratte giù nel baratro da una sorta di malsana tendenza necrofila verso un corpo che cadavere non è ancora eppur ci somiglia, codesto aborto della natura è il nerd, che intanto ti sta guardando dal suo tavolo all'angolo, solo o al massimo con il suo amico immaginario, con finta aria di sufficienza perché sei truccata e hai i tacchi alti e non sei della sua stessa specie, una nerda come lui e il suo amico immaginario e quindi presumibilmente fuori da ogni considerazione, mentre in realtà il solo pensiero di poterti rivolgere la parola lo sta facendo venire nei pantaloni.
Così finisce, finisce che i nerds ti attirino come una mosca nella ragnatela e tu ci caschi, gradassa figliuola che comincia magari col fare una scommessa con l'amica e finisce inguaiata innamorata appresso a un fetoso puzzettino d'appartamento.
All'inizio ti diverti e pensi: minchia che sfigato, ora lo grazio, faccio un'opera di carità e la cosa ti intriga perché sei tu che prendi l'iniziativa, che te la giochi e ti senti una specie di Marlene Dietrich, tutta femme fatal mentre il nerd reagisce dandoti soddisfazione, all'inizio ti sembra di avere a che fare con un cane, tipo. Tu arrivi e lui scodinzola, tu ordini e lui obbedisce, tu tiri il guinzaglio e lui si ritrae, tu punisci e lui impara, in più è autonomo nella gestione degli escrementi.
Poi però ti frega. Arriva il momento in cui il nerd ti frega. Quando è troppo tardi per accorgerti della sua bassezza morale oltre che fisica ( i nerds in genere, non chiedetemi il perché, non sono mai alti più di un metro e settanta)il nerd ti frega. Ti frega perché ormai sei invischiata, perché ormai ti piacciono le sue cose da nerd, le nerdteorie, le nerdversioni dei fatti, le nerddiscussioni, i nerdfilm, le nerdletture, il nerdumorismo e addirittua, accecata oltre ogni limite, anche il nerdlook.
Poi un giorno, in un locale chic mentre il tuo nerd sorseggia un bicchiere di vino alla mescita scambiandolo per succo al mirtillo, da lontano lo osservi stronzeggiare con un'altra che sembra la tua fotocopia, con il rossetto e i tacchi alti; una che ha appena finito di scommettere con la sua amichetta del cazzo che, costi quel che costi, 50 euro sono di posta, si caricherà quella specie di cartone di un nerd.
E per te è finita.
Passerà del tempo prima che la nerdossessione ti passi, proverai a sciacquarti la testa rifacendoti con i bellocci, un po' di qua un po' di là, fino a quando ci ricascherai perchè
ormai è troppo tardi. Il nerdume, quello tossico, quello che ti porterà alla rovina, ce l'hai nel sangue.
I nerds, credete a me, creano dipendenza.

A VOLTE RITORNANO

Sono ancora punto e a capo.
Non riesco a capire come facciano le donne congolesi, metti, senza "La Bustina", oh sacro gral, salvami anche questa volta.

P.S non è che mi citi perchè sono a corto di idee, è solo che sono a corto di idee.