sabato 27 giugno 2009

E' MORTO L'UOMO PANNA&PLASTICA

Ieri mi sveglio, accendo il Mac, vado su repubblica e leggo: Michael Jackson è morto.
Azz.
Se ci sono rimasta male, ma male, ma di un male!!!
Fa parte di un retaggio infantile di idolatria e gridolini assieme alle amichette di fronte ai movimenti pelvici di questo cyborg poco metallo e molta plastica.
A 14 anni ero fondamentalmente impazzita per Michael Jackson. Di quell'impazzimento alla sposerò Simon Le Bon, tipo. Di quell'impazzimento da preadolescente che ti fa comprare poster, gadget, video, album, riviste, che ti fa riempire i diari segreti di foto, di testi di canzoni, di profumo di rosa e baci lasciati con lo stampo delle labbra al rossetto fragola/ciliegia, che ti fa scrivere lunghe appassionate poesie e struggenti confessioni di amore incondizionato e stima e ammirazione e desiderio di essere presa e portata via su quel razzo che il pazzo era solito usare nei suoi concerti e con il quale si faceva sparare via, salvo poi essere raccolto due metri più in là da un team di 800.000 tecnici. Ero giovanilmente pazza per quest'ometto che prima era un negro afroamericano e che poi è diventatalo un pallido uomo di gomma schioppato a 50 anni.
Minchia.
Mi spiace.
E' un dispiacere irrazionale, dunque. Come quando scopri che hanno tolto dal mercato quelle caramelle della domenica mattina che mangiavi a manciate di 12 perché i coloranti di cui erano fatte erano cancerogeni.
Come quando scopri che il gelato al piedone, fragola e panna con una sfera chewingum non lo fanno più dal 96.
Come quando sono scomparse le audiocassette e mentre le saluti ripercorri tutte le volte che eri lì attaccata al registratore a fare play e stop da radio Eva, aspettano che mandassero quella canzone che ti piaceva tanto.
E facevi compilation, e che compilation..
Tutti i sogni di bambina si sono infranti: la rivoluzione, il partito comunista, un governo di sinistra, Michael Jackson.
Ieri mi sono azzuppata per tutto il pomeriggio video random del folle, senza sosta, in un loop da rincoglionirsi.
Sono davvero dispiaciuta.
Ha ammazzato anche la bambina che c'era in me.
Mi sveglio bella matura e stagionata alla morte di Michael Jackson.
Che poi in tutto ciò una cosa mi sono sempre chiesta e che nessuno al mondo, nessun medico, nessun tabloid, nessun fan ha mai spiegato: ma come cazzo si fa a diventare bianchi?
Va bene che esistono pillole per tutto: pillole per dormire, per non mangiare, per cagare, per fottere, per andare in estasi, per le allucinazioni, per avere la carica, per sudare, per non sudare, per i peli, contro i peli, per le ovaie, per la sterilità, contro la sterilità, per le malattie, per i virus, per il cancro, per il dolore, per il piacere.. e anche per sbiancarsi e per abbronzarsi? Quelle per abbronzarsi in realtà esistono davvero..
Il problema di Michael Jackson è che secondo me nessuno gli ha mai detto: Ora basta, datti una regolata che somigli a una presina di silicone.
Oppure: datti una regolata, wè, te sei un negro!
Oppure: datti una regolata, non si dorme in un lettone con 13 bambini al disotto dei 13 anni!
Una volta gli si è staccato il naso mentre partecipava a uno show. Ballando ballando, tacchete, gli è caduto il naso. Ma ti pare? a uno gli può cadere un orecchino, un portafogli, un paio d'occhiali, ma non il naso, il naso no, eccheccazzo, il naso è attaccato alla faccia! mi viene in mente il film di Cronenberg, la mosca, il cui il protagonista, nel mezzo della sua mutazione genetica da uomo a insetto, assiste inerme alla perdita di pezzi di se, a cominciare dall'uccello..
Vabbè, rimane il fatto che quei balletti alla moonwalker rimarranno nella storia.
Tributo a Michael Jackson, il quinto dei magnifici 4, l'uomo di plastica.
Farfathriller..

giovedì 25 giugno 2009

LA SANTA ABILITAZIONE

Allora, sono una donna libera.
Mi sono conquistata la santa abilitazione.
Adesso sono abile, sono la più abile delle abili nelle abilità riconosciute dall'albo degli abilitati.
Mi sono beccata sti 12 punti, che nella classifica del campionato 2008/2009 è la vetta.
Non so chi abbia vinto lo scudetto quest'anno, ma per me, nel mio caso è come se l'avessi vinto io.
Ho discusso una tesi, la seconda, a cui non escludo possano seguirne una terza e una quarta e una quinta. E non pensate che abbia scambiato il produrre teorie sul mondo con la possibilità di aumentarmi le taglie di reggiseno.
Il giorno della discussione mi sono trovata all'interno di una specie di carrozzone felliniano che giuro, mai avrei immaginato che il cattivo gusto dell'essere umano potesse toccare fondali così bassi.
In un'università cattolica se vai, lo sai che sarà tassativamente vietato scoprire anche il più infinitesimale centimetro di pelle, tentazione all'arrapatizio, niente gambe scoperte, niente scarpe aperte ( non sottovalutiamo l'erotismo sfrenato dell'unghia incarnita), niente smalto, né piedi né mani, mancava una clausola sul velo, ma quello era a discrezione del candidato.
Eppure, nonostante la restrizione più ferrea mai vista prima in luoghi deputati alla cultura, il circo degli orrori ha messo in scena il più triste dei suoi spettacoli.
Ho visto cose che voi umani eccetera eccetera.
C'era una che s'era fatta fare i capelli apposta dalla parrucchiera, immaginate sta tipa che alle 8 del mattino va dalla parrucchiera e dice oddio odio anche se la mia tesi è una minchionata bestiale, non posso assolutamente presentarmi con i capelli in disordine allora la parrucchiera che probabilmente si fa di crac le ha messo su una impalcatura alla Leila che poi la gente al suo passaggio sferzava colpi di spada laser.
Un'altra se n'è venuta allegra allegra dal sud con la macchina d'epoca, l'autista e il fiocco bianco sulla cappotta, poi qualcuno le ha detto, cazzo, ti sei confusa, non è il giorno del tuo matrimonio, e lei allora ha detto che vabbè, ora che c'era faceva lo stesso.
Avete presente una sposa bella stagionata, insaccata in un vestito bianco impaillettato, tacco a spillo n. 12, scarpe bianche, con annessa punta cuneiforme, mutuata dritta dritta dallo stile free liberty delle lance Maori?
Ecco, di più.
I dettagli, i dettagli poi erano la cosa più impressionante.
Spille spilloni, ferrettoni, diademi, pricipesse Sissi de noantri con stucco forte a vernice lavabile, unghie, mio dio le unghie, da rapace neozoico, che per ovviare al divieto dello smaltamento per esterni, erano diventate frontoni del Partenone.
Non ho mai visto unghie così, lo giuro, nemmeno le cassiere dell'Auchan, no, nemmeno loro sono mai arrivate a tanto.
Avete presente uno scoglio accozzato di patelle?
Un ferro da lavastoviglie schioppato per le incrostazioni calcaree?
Una cornice rococò?
Il guscio di una cozza su cui si appiccicano inutili micro- molluschi, che poi quando le devi pulire ti fai un culo così con coltello e paglietta?
Ecco.
Poi è successo che una è venuta da me e mi ha detto
- Sei l'amica di Gina ( metti..)
- No
- Per chi sei venuta?
- Per me
- Devi discutere?
anzi, no, così
- DEVI DISCUTERE?????????
- Beh, si, ma sono in incognita
Ho avuto grosse difficoltà a confezionarmi per il gran giorno. Si, in effetti, non è statao facile.
La mattina stessa ho fatto un giro al mercato e ho comprato per la modica cifra di 7 euro e 50 una specie di tunica bianca, semi bengalese semi fricchettona, meno che semicotone, molto meno, percentuale di contone prossima allo zero.
In questa missione ho schivato la proposta di matrimonio di un egiziano e l'estorsione del numero di telefono da parte di due ambulanti napoletani.
Alla tunica bianca ho abbinato un pantalone nero che mi faceva le gambe dello spessore di due fili per stendere la biancheria, un paio di ballerine bianche rasoterra regalate anni or sono dall'amica Valeria, una borsa nera stile nonna di Heidi, se mai ne abbia avuto una, un prosecco, un kinder bueno, e vai con dio, cioè, vai da dio che dio ti aspetta, anzi ti guarda dalle telecamere sospese agli angoli dell'aula magna.
P.S subito a destra c'è la cappella.
Farfachic

domenica 21 giugno 2009

mercoledì 17 giugno 2009

L'ONDA è UN GRAN BEL FILM

Post censurato

lunedì 15 giugno 2009

BETTY BOOP

Sono stata colta da una flemma impressionante.
Faccio fatica a digitare, a portare la sigaretta alla bocca, a grattarmi il lobo sinistro.
Mi trascino chè alzare un piede è una fatica mostruosa.
Non vi dico il sonno che ho.
Ho fatto una colazione ustionante. Il mio latte a 200 gradi fahrenhei. Il biscotto inzuppato si disintegrava come un legnetto nella lava.
E' stata una colazione tristissima.
Ho la lingua gonfia e ormai, compromessa a vita.
Mi sento la circolazione sanguigna completamente appallottolata attorno alle caviglie, una pozza stagnante che ha deciso di risalire mai più, hanno messo su stabilimenti balneari da quelle parti, globuli bianchi rossi proteine e aminoacidi spiaggiati lungo i dorsali dei mie piedi a bere granitine e giocare a racchettoni.
Hanno smesso le ronde contro i batteri; probabilmente a breve mi ammalerò.
E siamo alla seconda sigaretta.
L'ultima e mi infilo in doccia, penso.
Ad arrivarci fin laggiù, penso.
Ieri ho noleggiato il codice Da Vinci. Si perché, il mio buon senso a suo tempo mi aveva impedito di vederlo al cinema. Ma ormai lo sapete, mi sono completamente rincoglionita.
Il tipo della videoteca credo che dopo quest'ultima prova della mia cinefila bassezza, mi toglierà il saluto.
E' un tipo emo sto qua, sembra un cartoncino uscito da un film di Tim Burton, anche se ha 50 anni e forse dovrebbe smetterla di portarsi appresso quelle occhiaie da morto e quel colorito da vomito.
Insomma sto codice Da Vinci, che ormai tutti conoscerete non come me che ho sempre snobbato libro e film, il codice Da Vinci, dicevo, è la storia di un Cristo scopaiolo che a un certo punto, prima di passare dal mattatoio romano, ha ingravidato la Maddalena, sua apostola e consorte, la quale secondo l'autore, avrebbe scritto anche un vangelo in stile harmony. Ora la progenie di Cristo, continuità storica del suo sacro seme, sarebbe giunta fino a noi e interpretata nello specifico dalla figa del mondo di Amelie. Questa tipa, metaforicamente chiamata da tutti santo gral o coppa o calice, viene protetta da un manipolo di secondini anch'essi discendenti dalla stirpe divina, chiamati priorato di Sion, o templari, o guardiani, o Betty Boop.
Poi un Tom Hanks un po' sfatto, con i capelli a scodella, stabilisce in via definitiva che il sarcofago della Maddalena si trova sotto la pavimentazione trasparente del Louvre.
Io credo che un esame del DNA avrebbe sciolto ogni dubbio.
Cmq su un muro del Pigneto c'è una scritta di un analfabeta che dice: "Tizziana ti amo, io e te tre metri sopra il celo".
E questo non è l'unico segno di degrado della nostra civiltà.
Un altro sono IO.
Farfagral

martedì 9 giugno 2009

Divertissement

Dio, se ho fumato oggi.
Disse il tabagista a un bel pezzo d'afgano.
Ma l'afgano non rispose che da un bel pezzo era finito.

sabato 6 giugno 2009

Che avete contro il post precendente?

Comunque.
Siccome sono in uno stato psicologico da C.I.M., ieri alle 17:00 sono andata al cinema a vedere Terminator Salvation.
Vi lascio due minuti così che possiate deridermi in tutta tranquillità.
Fatto?
Ok.
Insomma, ci sono andata ovviamente perché sto sbroccando nel vero senso della parola, cioè tipo liquido traboccante che per incapacità del contenitore si disperde nel mondo come lacrime nella pioggia.
E cmq si.
Ci sono andata.
In sala c'eravamo io, un vecchio e 4 12enni con l'apparecchio e le braccia troppo lunghe. Quel prototipo di essere umano allo stadio prepuberale che ha la faccia da bambolotto, gli arti da adulto, il busto da bambino e la voce in falsetto, fase pre-acnosa.
Insomma, ho visto il film insieme a sti robi qua. E devo dire che pensavo mi avrebbero rovinato la visione, che avrebbero fatto casino tutto il tempo lanciandosi pop corn e chewingum, che avrebbero puzzato di piedi tutta la sala, che si sarebbero eccitati alla prima spalla nuda di femmina e pecora, invece, presumibilmente si sono cagati in mano dall'inizio alla fine, perché non hanno proferito singulto.
Circa il vecchio non so darvi informazioni, credo fosse stato trascinato in quel luogo dallo sminchiamento senile.
Io, ve l'ho detto, sono impazzita, perciò, Terminator Salvation.
Ora, il primo Terminator, si sa, è un cult.
Film di tutto rispetto, fantastico, amato da me e dalla mia generazione da sempre e per sempre. Poi un giorno ho letto su Wired che a breve sarebbe uscito quest'ultimo sforzo del genio americano degli effetti speciali. Dicevano: hanno riesumato la sagoma e il volto, di questo mongoloide qua, nei panni del mitico Terminator ai sui tempi d'oro e di ferro e, con elaborazioni che ne se io di che tipo a computer, l'hanno reinserito nel nuovo film senza che il cazzone di cui sopra abbia mai preso parte a ripresa alcuna.
( In realtà trattasi di chicca tributo al grande Terminator 1, in quanto il mongoloide appare per 5 minuti circa, il tempo necessario a essere sfracassato in tutta la sua stazza di carne, metallo e faccia da governatore-culo californiano)
Ho detto, azz.
Così, l'ho visto.
Fa cagare, a parte ovviamente la spettacolarità degli effetti speciali, sempre sorprendente, (non so dire quanto sia costato questo film, ma immagino cifre con molti zero), a parte i due super manzi che fanno da protagonisti: Christian Bale nei panni di John Connor, profeta degli anni 2030, e Sam Worthington nei panni di un certo Marcus, che ci hanno infilato perché, in effetti, faceva figo, a parte insomma la manzaggine di sti due, modello americano montagnoso, asciutto, muscoloso, duro e puro, che non deve chiedere mai, che l'umanità ama e venera, che con un bullone ti costruisce la bomba atomica, che con uno colpo di tosse sventra il nemico e con un bacio mette incinta la sua donna, a parte questo, brutto brutto brutto film, niente a che fare con il primo, poetica, romantica metafora della virtù e della forza dell'umanità di fronte alla freddezza della tecnica, espressione del suo genio che le si ritorce contro.
Ma si sa, i primi sono sempre i migliori.
So di avere un debole per questo filone fantascientifico futurista post bellico nucleare, sintomo delle angoscie dell'uomo nei confronti di una tecnologia che teme gli sfugga, il classico pippone dell'etica applicata alla tecnica e del timore di una conseguente e progressiva disumanizzazione della specie.
Si, subisco il fascino di questo filone, dalla letteratura al cinema, ma più al cinema.
Perciò, amanti di Matrix, di Blade Runner, di Nirvana, di Alien, di Terminator, unitevi e andate a vedere Terminator Salvation, anche se fa cagare.
Invito soprattutto le fanciulle; le invito a dare un ultimo sguardo al proprio marito-compagno-fidanzato molliccio rachitico intellettual-progressista, che si veste pescando cose a caso nell'armadio, che guarda report, che si abbona a internazionale, che compra il manifesto, che gira in bici con tom tom, che si perde nel suo quartiere, che tiene la macchina come una fogna, che ha un genetico giro di trippa attorno alla vita, che la cosa più muscolosa che possiede è il proprio cervello, che la cosa più pericolosa che abbia fatto nella sua vita è stata contestare una multa, che le sgarette no, al massimo un Toscano, che ama la tecnologia fino all'orgasmo ma che non sa aggiustare un rubinetto che gocciola, ecco, date un ultimo sguardo a questo prototipo di maschio nostrano e poi riversatevi al cinema e concedetevi per un attimo la fantasia di vedervi girare per casa una bestia tanta, che parla poco di massimi sistemi, ma serve benissimo ad altro.
Anche questo, del resto, fa parte del sogno americano.

Vostra far-minator

martedì 2 giugno 2009

BALLE SULLA SOLITUDINE


Diciamocelo, è bello esser soli.
Per un po'.
Per quel po' che basta a ritemprarti.
La solitudo munitians, dicevano i romani, non è vero, me lo sono inventatato, non so neppure se esista un vocabolo latino per munitians e neppure ho voglia di andarlo a cercare.
Per il momento mangio olive nere incartapecorite, cotte al forno, dicono loro, per me incartapecorite. Salate ma di un salato che il Morettino doppio malto fa appena in tempo a riposare due sorsi.
Nemmeno.
Che poi a me la Moretti non piace proprio. Ma sai, il problema del consumatore mediamente attento sono le offerte della Coop.
Quando trovi l'offerta sei fottuto.
L'ultima volta che ho fatto la spesa alla Coop mi sono imboscata due confezioni di salsicce. Imboscate nel senso di rubate.
Non è stato un gesto volontario, no. Non rubo più niente dall'età di 17 anni, quando mi portarono via con la volante e mi fecero l'interrogatorio in questura perché avevo una refurtiva nello zainetto comprendente: dentifricio sbiancante, crema solare, schiuma per ricci perfetti e cazzate così.
Il tizio del supermercato, maledetta spia fascista, mi aveva denunciato. Erano arrivate due volanti con le sirene sparate manco fossi Totò Riina, e mi avevano portato via.
Per mio padre fu una botta allucinante.
E una figura di merda di livelli stratosferici.
Lui, il grande educatore della minchia, educatore professionista, 'o professore, una delle massime autorità nel paese assieme al sindaco e al prete, aveva allevato una figlia ladra e pure nu poco zoccola.
Non ricordo pene capitali. Probabile che abbiano discusso, lui e mia madre, circa la migliore soluzione da adottare secondo le più moderne teorie pedagogiche vigenti allora.
Perciò, niente.
Né un calcio in culo, né una mazzata in fronte, né restrizione intellettuali di alcun tipo, solo la pubblica gogna.
Vergognati come una ladra perché sei una ladra e noi ti schifiamo. E per riguadagnarti la nostra stima ne dovrai buttare di sangue e neanche è detto che ce la faccia.
E infatti, mi sa che non ce l'ho fatta.
Insomma, questa non la sapevate, eppure, sì, mi hanno processato al tribunale dei minori per essermi indebitamente appropriata di un cazzo di dentifricio sbiancante. Certo, mi hanno assolta.
Ma insomma, coltivando questa adolescenziale passione sarei anche potuta diventare presidente del consiglio.
Eppure, sono diventata un cazzo.
Cioè, non è che ora sia un cazzo, nel senso di organo riproduttivo maschile, trattasi solo di metafora turpiloquesca.
Ad ogni modo, per tornare alla Coop, i soci, i soci Coop intendo, sapranno che quando vai a fare la spesa e sei socio Coop, puoi passare da una cassa che si chiama cassa amica tipo, o cassa veloce, o cassa tua, insomma passi da lì per fare in fretta perché hai a disposizione un dispositivo, una specie di pistolotto, che ti permette di sparare il codice a barre dei prodotti, quello poi, 'o pistolott, ti fa la somma, tu vai in cassa, la cassa amica, inserisci la pistola, strisci il bancomat, e fine, imbusti la roba.
Il problema delle rincoglionite non malintenzionate tipo me, il loro problema è che mettono robe nel carrello e le tolgono alla velocità della luce, perché, noi tipo rincoglionite, si è anche molto indecise.
Perciò succede che la fragolina la voglio si, ma poi anche no, allora la metto e poi la tolgo dal carrello ma poi magari cambio idea e la rimetto e allora, capite a me, non se ne esce più.
La Coop è una questione per persone razionali.
I soci Coop dovrebbero essere sottoposti a test attitudinali.
Sennò, ecco, può essere che vi si fottano confezioni di salsicce.
Coop.