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domenica 30 ottobre 2011

I MORTI, HIP HIP URRA' PER TUTTI I MORTI


Oggi ho fatto i muffin con le gocce di cioccolato.
Se ci fate caso sono a forma di duomo.
E infatti li avevo pensati per gli incisivi di Berlusconi.

Tra poco è la festa dei morti.
Quest'anno dice che festeggiano al Qube, via di Portonaccio 212. Probabilmente la guest star sarà la salma di Mike Bongiorno; si vocifera che farà la grande rentrée all'interno della bara, grande attesa per quanto riguarda l'abito.

Gli organizzatori avevano invitato anche Osama, ma avoglia lui a dire no, mi dispiace, non sono morto, sarei fuori luogo. D'altronde c'è stato quest'equivoco, ormai dura da un po', quello s'è pure giustamente rotto le palle, però, tant'è, gli americani sono di coccio, si sa, quando si mettono una roba in testa, quella è e non ci sono santi. Anche perché i santi arrivano il giorno prima e si rischia di fare confusione e poi ovviamente le liste sono diverse.
Un altro grave danno inflitto all'umanità dagli americani sono le patate.
Vi sembrerà cosa da nulla, ma pensateci, le patate sono subdole.
Non c'è niente di più subdolo della patata, neanche windows è così subdolo, neanche le All Star quando piove, ma neppure il cucchiaio nel lavandino che quando apri il rubinetto ti fa da catapulta e ti schizza in faccia. No, neanche il cucchiaio.
La patata batte ogni avversario. E' talmente subdola che nemmeno i vegani se la mangiano.
A proposito di vegani.
Lo sapete no, che i vegani sono malati psichiatrici abbandonati a se stessi, liberi di importunare l'umanità intera con i loro discorsi di verdure marce; lo sapete no, che sono una piaga sociale, che ti mandano di traverso la fiorentina parlandoti di bestie sgozzate e pure l'insalata di pomodori perchè loro mangiano solo roba che spontaneamente ha deciso di putrefarsi.
Loro mangiano decomposizione, sottraendo alla terra il suo concime naturale.
Insomma una volta, complice l'alcol, ho parlato a lungo con uno sbroccato di questi. Me lo ricordo come fosse ieri, e infatti era ieri.
Questo tizio, colorito tipico del panno lasciato troppo in varechina*, che tu lo avevi messo là per salvarlo dalla macchia indelebile, che poi ti sei fatta un giro, hai fumato due sigarette, hai cazzeggiato su fb, hai mangiato quelle patate bastarde, hai parlato al telefono e poi, quando te ne sei ricordata: troppo tardi, della serie che nemmeno il defibrillatore ci puàò fare niente, beh, insomma sto tipo, colorcencio, rasato, occhiaie blu, profonde, talmente profonde che dentro ci portava il cane, mi spiega la base ideologica sconcertante dell'essere vegano.
E vabbè, la sappiamo: le bestie son creature della natura, io non sono un assassino, non mangio carne. Ok, questo è il primo step.
Le verdure, la frutta, anche gli ortaggi dunque, sono esseri viventi; bene, bravo, vedo che alle elementari hai studiato scienze.
Dunque neanche le cose verdi possono essere mangiate se non nel momento in cui muoiono.
Tipo, la mela, devi aspettare che cada dall'albero. L'insalata, devi aspettare che sia diventata gialla e che il contadino la recida in quanto defunta.
Lo stesso per i fagioli, le carote, i pomodori..
Avete mai provato a mangiare un pomodoro marcio?
Ma se solo ti scordi una scorza di limone in frigo, quando la recuperi è mezzo liquame e mezzo trapunta di muffa, che sono talmente consapevoli quei microrganismi che quando li vedi non solo ti insultano, ma reclamano un proprio diritto all'autodeterminazione! Quindi i vegani mangiano robe morte.
Perciò, questa digressione sul vegano quando il tema principale era la festa dei morti, potrebbe sembrarvi un volo pindarico, lo so, l'avete pensato, eh mo, sta qua, non sa che dire e allora scrive le prime cose che le passano per la testa; è vero, però, siccome io uso, a differenza vostra, non il solo 30% del mio cervello, ma addirittura il 55, me l'ha detto il rappresentante del folletto quando m'ha fatto la dimostrazione della pulizia materasso e infatti non l'ho comprato, insomma, siccome io sono più intelligente della media, il test sul mio Q.I parla chiaro e a volte canta pure, siccome tutta questa roba qua, avrete capito, rileggendo il post con la giusta prontezza cognitiva, che il vegano sarà presente, assieme alla sua comunità di vegani, giallo-pallidi e rasati, alla festa dei morti al Qube.
Nel codice etico del vegano è proibito nutrirsi di cose vive. Non esistendo il quel codice scritto, secondo i più illustri giuristi dell'antichità greco-romana, una clausola specifica che vieti il cibarsi di carne morta, ecco che, domani sera, quelli lì, si faranno la più grande abbuffata del secolo, roba che al confronto Marco Ferrei deve solo vergognarsi.

A vous, chi si sente morto o in vena di essere pietanza o vegano, l'appuntamento è per domani sera al Qube, fino a mezzanotte ingresso gratis per i morti entro il 2008, 3 euro dopo la mezzanotte, sconto per militari e studenti, dj Carogna, selezione musicale anni perpetui, nei secoli dei secoli, amen.

Vostra Farfamoribondafuorilista.

* Ho scoperto solo da poco che varechina si scrive con una sola c.

P.S. che la festa dei morti, come l'epifania, pure Renzi si porti via.

domenica 22 agosto 2010

LA PROVINCIA AVVILENTE

Passiamo tutta la vita a leggere idee grandiose, scrittori illustri, storie eccezionali.

Ci illudiamo di essere cresciuti.
Ci guardiamo indietro e pensiamo a come eravamo da piccoli, al liceo, in quel piccolo mostruoso posto di provincia e tiriamo un sospiro di sollievo perché abbiamo chiara la sensazione di essercela cavata.
Di avercela fatta a scappare, a salvarci.

E' chiaro a molti che non sono nata a Roma, ma in un piccolo paese inculato nella provincia remota al centro del Lazio, dove piove sempre e fa freddo e ci sono le montagne ma non troppo vicine da potersene almeno beare.

In cui le persone hanno teste concave e vuote o piene di cazzate.
Che poi è uguale.
In cui sei, esisti in relazione alla tua famiglia d'origine, il metro di misura è tuo padre e quel che fa, tua madre e quali circoli frequenta, tuo nonno, se da lui ha avuto inizio la tua fortuna. La tua casa, quante stanze ha, se ha la piscina, la donna delle pulizie, se è romena o figlia di ex contadini delle campagne, l'auto, quante ne hai, se c'è quella del papà, quella grossa e quella della mamma, quella più piccola, la city car, per fare la spesa e andare in chiesa e far visita alle amiche o andare dal parrucchiere tutte le settimane a farsi fare la tinta dello stesso colore di tutte le donne del posto e la messa in piega dello stesso verso di tutte le donne del posto.

Il primo giorno di scuola, al ginnasio, il professore di lettere ci mise a giro e a ognuno di noi, adolescenti puzzoni e intimoriti, chiese: che lavoro fa tuo padre? e tua madre?
E io, come tutti, risposi e non mi sembrò allora tanto strano come mi pare adesso. In fondo mio padre non è mai stato un mafioso né mia madre una zoccola, perciò non avevo niente di cui vergognarmi. Ero piccola e troppo poco incazzata ancora per poter dire a quell'uomo, insegnante di latino e di greco, ( per carità, gran brava persona e bravo insegnante): ma che cazzo di domanda è? ma che cazzo te ne fotte? e soprattutto: ma che cazzo c'entra questo con Cicerone e con Senofonte e vaffanculo, io mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

E in questo liceo c'erano figli di chirurghi e di cardiologi, figli di industriali ammanicati e pregiudicati, figli di notai, di banchieri, di, non so, robe così, da corporazioni delle arti e dei mestieri del XII secolo, e così è tutt'ora, e come nel medioevo quei figli liceali, ingessati a ricoprire un ruolo immobilista, avrebbero, con i loro studi futuri, tutelato le attività degli appartenenti ad una stessa casta professionale.
Via, sparati a prendere la laurea, col guinzaglio corto, recuperato non appena fosse giunto il momento, messi nell'aziendina di papà, nella clinica di papà, nello studio di papà, a vivere la vita che ha vissuto papà pronti a produrre figli che vivranno la stessa vita di tutti i loro padri, pronti a sposare la fidanzatina vergine del liceo, vestita sobria, la tendenza è il nero, con le sue scarpe griffate ma sobrie, le sue gonnelle da 500 euro che il mio sarto romeno te le fa uguali a 30, i capelli ben pettinati e scuri, che man mano che passano gli anni si accorciano e prendono quella piega oscena delle loro madri . E lo stesso colore tendente al castano chiaro, in alcuni casi biondo opaco ed è ovvio, perché il parrucchiere è lo stesso e anche lui rimarrà lì, come una colonna dorica, secula seculorum, tramandando ai figli e ai figli dei figli che avranno studiato moda e design a Milano, l'arte della messa in piega.
E i pargoli, con nomi strani, quei nomi che i provinciali danno ai nuovi nati o ai cani, perché pare figo, è un tratto distintivo, quasi a dire: io sto vivendo la vita di mio padre che è stata quella di mio nonno, ma mio figlio, cazzo, lui si chiama Falco o Iceberg o Lux!

E le mogli che si fanno il segno della croce a Natale nella cattedrale dove confessano peccati a metà e sfoggiano abiti comprati apposta, l'abito della festa e anche se tutto ciò fa molto sabato del villaggio, loro si sentono bene lo stesso, nutrendosi di pettegolezzi e malignità e di ipocrisia che fa sempre buona creanza.

E poi, corna a non finire.

Tutto questo per dire che le società chiuse sono il male del mondo, che l'Italia è un posto orribile in cui lo status quo si perpetua da sempre perché non esiste un'alternativa, in cui vincerà sempre la destra o se vogliamo, la destra di Berlusconi, e anche se la città ti dà l'impressione di avercela fatta, di poter respirare finalmente, anche se sembra toglierti di dosso la sensazione d'asfissia a cui la provincia ti ha costretto fino ai 18 anni, è pura illusione. Ottica, acustica, ideologica. E se davvero Bersani verrà a fare la sua campagna porta a porta, giuro che lo spetto a braccia aperte e con una mazza da baseball in mano.

mercoledì 4 agosto 2010

HO VISTO COSE CHE VOI UMANI...

Che poi in Sicilia ogni due per tre dicono Gioia Mia.
Gioia Mia, hai visto che tempo?
Gioia Mia, mi passi il sale?
E' un intercalare.
Vorrei avere rapporti anali con un cefalo, Gioa Mia, che ne dici, Gioia Mia?
Gioia Mia, potrei seppellirti vivo dopo averti scuoiato e cosparso di sale, Gioa Mia...
Insomma, così.
Per ora sono a Levanzo, qui.
Quello che mi aspetta stasera sono quintalate di cous cous, cucinato alla santa maniera degli specialisti del cous cous.
Sora Nina ha iniziato alle sei del mattino immagino, fraccate di pesce dalle facce più buffe e disparate, invertebrati di vario tipo, corstaceetti che chi più ne ha più ne metta, brodaglia succulenta che solo a sentirne l'odore ti squagli e rimpiangi di non esserti reincarnato cane. ( per i meno perspicaci: cane=olfatto supersviluppato).
Ma non è tutto, anzi, non è niente.
Perchè poi il pezzo forte, trattandosi di cous cous al brodo di pesce con tanto pesce, è il cous cous.
E quello mica è finto. Mica che tu vai alla coop e compri la confezione rettangolare, anzi parallelepipedea, con dentro tutti i pallini già fatti leofilizzati che poi ci butti su un poco d'acqua calda e quello spam, si gonfia e mezz'ora dopo buon appetito.
No.
Ovviamente no.
Qua il cous cous si è fatto con tutti i crismi, dalla farina alla brace, per intenderci. Farina, spruzzate d'acqua, olio a profusione e rigirovagate di mani a mulinello che daje e daje, a forza di farsi pale, mettono su un tripudio di pallini gialli che tu poi li metti nella couscoussiera, li assetti su una pentola con dell'acqua, li lasci incicciottirsi al vapore e dopo sei o sette ore, li tiri via, li 'mbriachi di brodo di pesce, li rimescoli vigorosamente, li copri con sette strati di coperte invernali misto lana e li lasci lì.
Per ora sono a questo punto.
Il bambino è in fasce. Dicono che si deve gonfiare e in fondo è una bella speranza, tu fai un bambino verso cui nutri grosse aspettative, lo metti sotto una coltre pesantissima di lana merinos e lui, invece di soffocare, diventa buonissimo.
Niente di più facile.
In tutto ciò il mio contributo è consistito nello sventramento, nonchè scuoiamento di milleecinquecento totani, ripieni di merda e ossi di seppia di totano, sfilettamento degli stessi, decapitazione inclusa ( se di testa si può parlare considerando quella faccia brutta da totano che ti guarda e ha i tentacoli al posto dei baffi e gli occhi appena sopra e una bocca che non si capisce se da lì ci mangia o ci caga).
Cmq.
Quelli andranno fritti, a forma di anellini, che dovete sapere, voi, tristi, verdi e emaciati cittadini, che quando mangiate gli anellini fritti nella frittura mista, quelli non sono esattamente pesci a rondelle che nuotando a ciambella finiscono per sbaglio dritti dritti nel retino dei pescatori. No, quelli sono siluri lunghi 10, 20 cm, della consistenza di un preservativo ripieno e, per ciò stesso, usato.
Poi c'è vino a profusione e gente che chi la conosce e di tutte le età, dal pargolo che si caga addosso alla cartapecora ingiallita e si sta bene ed è, sorprendentemente, tutto molto piacevole.
In città si vive per compartimenti stagni. I vecchi con i vecchi nelle loro gabbie per vecchi che poi sono i bocciodromi. I bambini con i bambini nelle loro gabbie per bambini, che poi sono gli oratori o i centri estivi e se non è estate, le scuole. Gli adolescenti con gli adolescenti nelle loro gabbie psicotrope da adolescenti, che poi sono vicoli imboscati in cui farsi di crak. I 30 enni nelle loro gabbie da 30enni, che poi sono i locali radical chic e le associazioni culturali e i reading di narrativa giòvane, in cui bere vermentino e pecorino parlando del PD e cioè del nulla. I 40enni nelle loro gabbie da 40enni, che poi sono le famiglie che anno appena costituito, a barcamenarsi con figli di due tre quattro anni e non sapere che pesci pigliare. I 5oenni eccetera eccetera, ci siamo capiti.
Invece qua, si sta tutti mischiati. Un nonno, che magari manco nonno è mai stato, mi può dire cose interessanti e anche se a volte mi distraggono le assurde pieghe di un collo longevo e la grinzosità della pelle che più che cadente è rasoterra, poi insomma, il filo lo tengo e manco male è.
Capirsi a quest'ora non è facile, lo so.
Sto bevendo un'orrenda moretti e sembra avermi sversato più del pensabile.
Tant'è.
Io scrivo a ruota libera, chi vuol esserNE lieto, sia, di doman non v'è certezza, il governo reggerà? chi vivrà vedrà...

Vostra farfagioiamia

mercoledì 31 marzo 2010

POVERA PATRIA




Povera patria.
Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare

venerdì 12 marzo 2010

SCIOPERO

Sono in stand by causa oscurità interpretativa circa il senso della mia attuale condizione di vita e conseguente penosissimo malessere.

martedì 19 gennaio 2010

ILLUMINAZIONE


Mi noia tutto, mi succede quando m'abbiocco al pomeriggio.
Ho capito che l'unico obiettivo della mia vita è emanciparmi dalla sveglia alle 7 e un quarto del mattino.
Quei giorni che mi ci devo alzare.
Il martedì e il venerdì.
Del resto non m'iporta nulla.

P.S: A chi ancora non l'abbia fatto, andate a vedere Avatar, esperienza mistica, ovviamente in 3D.
P.P.S: Io l'ho visto il giorno in cui è uscito, alle 15 e 35, primissimo spettacolo, assieme a orde di preadolescenti in quella fascia d'età in cui gli esseri umani puzzano di piedi e di culo. E lo vedrò di nuovo, giovedì, perchè una volta non è abbastanza.

Farfascoglions

sabato 21 novembre 2009

LA BRENDA E I FALO'

E' da quando ho aperto gli occhi che sono di cattivo umore.
Non so il perché, non c'è una ragione apparente, una di quelle cose da poter liquidare in un attimo e bon, tipo piove, tipo devo andare a lavoro, tipo ho finito le sigarette, tipo dover vedere gente che repello, tipo dover fare cose di cui non ho voglia...Quando mi prende così è una palla micidiale.
Sono di cattivo umore nonostante un signore alla coop mi abbia regalato il suo biglietto della salumeria e il salumiere mi abbia detto: arrivederci e complimenti per il look.
Nonostante tutti gli sconosciuti con cui ho avuto a che fare fino a questo momento mi abbiano sorriso e parlato con gentilezza.
Nonostante abbia comprato compulsivamente due paia di scarpe due maglioni e una cintura.
Nonostante sia stata così figa da andare a correre anche oggi.
Nonostante abbia dormito abbastanza e mangiato gorgonzola.
Non c'è niente da fare. Sono un caso disperato. La fisiologia non c'entra, non sono nel periodo dell'ovulazione.
Poi ho freddo.
E mi sento svuotata e ribaltata come un cassonetto dopo il servizio dell'Ama.
E mi sento che vorrei fare cose grandiose e che il mondo dovrebbe ringraziami per questo, ma sono priva di idee, mi sento così priva di idee che starei bene a fare il ministro.
E poi c'è questo fatto di Brenda bruciata e del mio romanzo che in tempi non sospetti aveva cominciato a raccontare una storia di trans e ora sembra tutto una barzelletta, sembra che voglia cavalcare l'onda e in questi assassinii politici mi ci voglia fare la scarpetta o sguazzarci dentro senza scrupoli, come un F. M. qualunque.
Ma tanto, poi, non ho idee su come mandare avanti questa storia, non ho idee in generale, l'ho detto, mi sento in grado di poter espletare al massimo le stesse funzioni cerebrali di un distributore automatico di caffè.
E poi non mi diverto più.
Mai, ma mai.
Avrei bisogno di una novità radicale, tipo una vincita al lotto, un cambio di sesso, un attacco alieno, elezioni anticipate.

E anche tu lettore, regalati un viaggio con me in Brasile a spese tue!.

martedì 10 novembre 2009

NON E' UN BUON MOMENTO PER ME E PER LE MANI

Minchia quanto sono abulica questo periodo.
Non c'è niente di più abulico di me in questo periodo.
Forse solo quel mezzo dado vegetale del 2002 che riposa in pace nel frigorifero.
Forse solo quello.
Ve lo dico così, non è che mi interessi farvelo sapere, del resto sono abulica, non provo interesse per niente.
Niente niente.
Neanche il cinema, neanche gratis. Neanche leggere, nemmeno quello, neanche ad avere un giovane disoccupato del servizio civile retribuito che viene in casa a leggere per te mentre tu sorseggi birra e fumi camel.
Neanche scrivere, ma vabbè, quello poi se sei abulico lascia proprio perdere. Quello funziona solo se sei molto triste o molto contento, non ci sono vie di mezzo, la rassegnazione apatica al piattume della vita non dà buoni frutti, non dà un cazzo per la verità, solo voglia di suicidarsi, ovviamente poi non lo fai perché in fondo in fondo, essendo abulica, non hai nessun tipo di voglie*.
Pensi: oddio, trova il modo, compra le pillole, vai dal medico a fartele prescrivere, no, troppo faticoso, compra la corda attaccala dove?, per carità sono troppo bassa, lanciati sotto la metro, seee, ci arrivi te fin laggiù con il freddo, il traffico e tutto, rimane il balcone, ma ti dirò, morire sfrittellata tipo crepe ripena di organi interni tumefatti davanti al cancellone videosorvegliato delle suore no!, questa soddisfazione mai.
Mai.
Sarà che sono delusa.
Ma una delusione di quelle che ti spezzano le gambe e le braccia e poi ci giocano a tennis*.
Sono delusa dal pressappochismo delle persone, dalla loro banalità, menefreghismo, mediocrità, ignoranza, qualunquismo, disonestà intellettuale, ipocrisia e dal fatto che io, non meritandomi affatto tutto questo, non so come fare a resistere senza sbroccare.
Voi lo sapete poi come sono, no? se poi sbrocco, sbrocco per benino a 360° e partono denunce e cause e casini e non lo so se sta volta mi conviene, ma tutti lo sanno, con i folli non bisogna tirare troppo la corda.

Perciò ieri sera mi sono abulicamente appassionata a "Chi l'ha visto?" che detto così sembra un gioco di società e invece è una delle trasmissioni più inquietanti di rai tre.
Praticamene uno cade in un buco nero e i suoi parenti vanno a "Chi l'ha visto?".
E in effetti poi quell'uno non l'ha mai più visto nessuno e addio.
Poi ieri c'era questa vecchia morta assassinata e con le mani asportate. Una roba che solo Lucarelli sarebbe capace di farti mandar giù e invece niente, c'era quella bionda, quella di "Chi l'ha visto" che ha una faccia che butta tutto in caciara. Che fai, cerchi le mani amputate? allora chiamati "Chi le ha viste?" avrei voluto telefonare e dire: si, mi sembra in effetti, sono quasi certa, di aver riconosciuto un paio di mani sulla metro linea C direzione Garbatella, erano particolarmente provate, avevano barba lunga di due o tre giorni e l'aria confusa, come di chi non sappia più dove in genere si è attaccati, nello specifico a due avambracci.. sono scese alla fermata Spinaceto..sono sicura, dalla foto mi sembrano proprio loro...spero che il mio contributo sia stato utile al cadavere e che possa rendere un p0' di serenità alla sua famiglia..


* se ci pensate, alla lingua italiana intendo, se ci pensate la i nelle voglie è proprio superflua.

* braccia e gambe usate come racchette, ovviamente

lunedì 2 novembre 2009

ALDA

La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnanànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.
Alda Merini, da "La volpe e il sipario"

martedì 27 ottobre 2009

TRANSUMANZA

Quasi quasi me ne vado a trans.

sabato 19 settembre 2009

Mi sento scomparsa

lunedì 17 agosto 2009

ANTROPOLOGIA

Per ora sono in un posto improbabile in montagna, età media 73 anni, pochi i segni della civilizzazione, in cui la sera si attacca un carosello assurdo messo su da eclettici giostrai zingari accamperati ai margini del villaggio come in una copia scadente di un film di Fellini.
Che poi la macchina che va per la maggiore è quella della palla appesa a cui simpatici autoctoni in canottiera elargiscono cazzotti a tutto spiano, la palla rinsacca e produce un rumore tutto stelline e artifizi. E loro si divertono un casino.
Paese che trovi...

lunedì 15 giugno 2009

BETTY BOOP

Sono stata colta da una flemma impressionante.
Faccio fatica a digitare, a portare la sigaretta alla bocca, a grattarmi il lobo sinistro.
Mi trascino chè alzare un piede è una fatica mostruosa.
Non vi dico il sonno che ho.
Ho fatto una colazione ustionante. Il mio latte a 200 gradi fahrenhei. Il biscotto inzuppato si disintegrava come un legnetto nella lava.
E' stata una colazione tristissima.
Ho la lingua gonfia e ormai, compromessa a vita.
Mi sento la circolazione sanguigna completamente appallottolata attorno alle caviglie, una pozza stagnante che ha deciso di risalire mai più, hanno messo su stabilimenti balneari da quelle parti, globuli bianchi rossi proteine e aminoacidi spiaggiati lungo i dorsali dei mie piedi a bere granitine e giocare a racchettoni.
Hanno smesso le ronde contro i batteri; probabilmente a breve mi ammalerò.
E siamo alla seconda sigaretta.
L'ultima e mi infilo in doccia, penso.
Ad arrivarci fin laggiù, penso.
Ieri ho noleggiato il codice Da Vinci. Si perché, il mio buon senso a suo tempo mi aveva impedito di vederlo al cinema. Ma ormai lo sapete, mi sono completamente rincoglionita.
Il tipo della videoteca credo che dopo quest'ultima prova della mia cinefila bassezza, mi toglierà il saluto.
E' un tipo emo sto qua, sembra un cartoncino uscito da un film di Tim Burton, anche se ha 50 anni e forse dovrebbe smetterla di portarsi appresso quelle occhiaie da morto e quel colorito da vomito.
Insomma sto codice Da Vinci, che ormai tutti conoscerete non come me che ho sempre snobbato libro e film, il codice Da Vinci, dicevo, è la storia di un Cristo scopaiolo che a un certo punto, prima di passare dal mattatoio romano, ha ingravidato la Maddalena, sua apostola e consorte, la quale secondo l'autore, avrebbe scritto anche un vangelo in stile harmony. Ora la progenie di Cristo, continuità storica del suo sacro seme, sarebbe giunta fino a noi e interpretata nello specifico dalla figa del mondo di Amelie. Questa tipa, metaforicamente chiamata da tutti santo gral o coppa o calice, viene protetta da un manipolo di secondini anch'essi discendenti dalla stirpe divina, chiamati priorato di Sion, o templari, o guardiani, o Betty Boop.
Poi un Tom Hanks un po' sfatto, con i capelli a scodella, stabilisce in via definitiva che il sarcofago della Maddalena si trova sotto la pavimentazione trasparente del Louvre.
Io credo che un esame del DNA avrebbe sciolto ogni dubbio.
Cmq su un muro del Pigneto c'è una scritta di un analfabeta che dice: "Tizziana ti amo, io e te tre metri sopra il celo".
E questo non è l'unico segno di degrado della nostra civiltà.
Un altro sono IO.
Farfagral

venerdì 20 marzo 2009

E NON DIRAI MAI PAROLE NUOVE

E non dirai mai parole nuove, che questa primavera è posticipata all'anno zero.

E tutti gli organi interni saranno un giorno in lista d'attesa per l'espatrio.
Ho sognato a lungo, quasi 12 ore di fila, ho sognato di stanze piene di sole. E facce che portano rughe e sorrisi sparsi a caso un po' sopra e un po' sotto il naso.

E ho male dentro, tra le ossa e le viscere, e fuori, sulla pelle e tra i capelli.
E starnutisco come reazione allergica al pulviscolo dell'universo.
E è questo uno stato d'animo decomposto.

E non dirai mai parole nuove, che questa primavera è posticipata all'anno zero.

mercoledì 18 marzo 2009

La vita è veramente un affare stressante.

La vita è veramente un affare stressante.

domenica 15 marzo 2009

UNA TANTUM MA DUE SO' TROPPE



Il segretario del PD Robin Hood propone quanto segue:

  1. Assegno mensile ai lavoratori che hanno perso il posto
  2. Una tantum del 2% sull'Irpef per quest'anno sui redditi oltre i 120.000 euro
  3. Votare in un unico giorno per risparmiare 500 milioni di euro da utilizzare nel potenziamento delle forze dell'ordine, acquistare il carburante per le volanti, riparare quelle ferme, perché rotte, e pagare gli straordinari al personale
Premesso che "una tantum" è latino e significa "una sola volta e poi basta" e non, come erroneamente crede il 99,9% degli italiani, "una volta ogni tanto"
Premesso che tutto sommato Robin Hood sembra essere meno "animale impagliato" di quanto non lo fosse Walter
Premesso che le tre cose suddette sono meglio che dire( o aver detto) "Ah, non mi vuole bene nessuno? allora non ci gioco più. Mi dimetto", mi sovviene spontanea una riflessione....
Questi 500 milioni di euro, ma proprio agli sbirri li dobbiamo dare?
Ci sarà o no una meta più di sinistra verso cui indirizzare questa eventuale barcata di soldi, o no, porca di quella Eva cornuta?
Perdonate di grazia la porca Eva cornuta, ma sandoddio e la scuola? e la casa? e la ricerca? e la sanità? e i precari? e l'integrazione? e l'energia pulita?
Ma un partito di sinistra, dico, un partito di sinistra, ma un partito di sinistra...
non riesco a concludere la frase, concludetela voi..

P.S no perchè a voler allungare il post ce ne sarebbe di roba da dire, fatto è che sono in ritardo, ma giusto per accennare...dico...davvero PD ce la devi menare anche tu con la storiaccia del potenziamento delle forze dell'ordine, riempiamo le nostre città di sicurezza, mettiamo una pistola in mano a chiunque, sbirri, vigili e ausiliari del traffico, che sennò arriva l'uomo nero, mangierà le nostre donne, rapirà i nostri bambini, si prenderà le nostre case e per questo, punto primo: non uscire, punto secondo: non associarti e non condividere idee, punto terzo: odia il tuo vicino, meglio se straniero, punto quarto: spargi il terrore, punto quinto: diffida di tutti e vivi nella paura, punto sesto: riempi le tue città con coglioni manganellati e guardie col fucile, punto settimo: vota Berlusconi?


P.S: E che non si pensi che ce l'abbia con le forze dell'ordine, così, per partito preso, che sia come uno di quelli con la kefiah che vanno in giro di notte a scrivere cazzate del tipo: più sbirri morti.. anzi vi dirò che, a voler rispolverare Pasolini, il mestiere dello sbirro è un mestiere come un altro. In verità lo sbirro non lo fa certo il figlio di papà o il borghesotto di paese, uno, lo sbirro, è difficile che lo faccia per vocazione. Lo sbirro per antonomasia, quello che vediamo nei posti di blocco, quello che cammina tronfio con quel pistolotto appeso al culo, quello che ti lascia andare se sei una ragazza e ti mazzolea se sei un ragazzo, insomma, quello là, il prototipo dello sbirro, prima che diventasse uno sbirro era un ragazzo con poca istruzione, poche risorse e poche prospettive.
Era, guarda un po', un proletario..se di proletari si può ancora parlare..


vostra farfamareggiata

lunedì 26 gennaio 2009

IN PAPPA

Sono in una condizione psicofisica da neuro.
Somatizzo tutto il calendario senza sconti tre per due. Mi tornerà l'uveite, le mie difese immunitarie latitano sull'aspromonte, ho strane macchie epidermiche sul bracco sinistro, sul destro no, ma forse quello mi cade del tutto e vaffanculo.
Ho crampi addominali, sudorazione a mille, poi freddo, poi mi si fanno i ghiaccioli sotto le ascelle. Poi muoio.
Questo momento della mia vita me lo marchio a fuoco come fossi il culo di una vacca.
L'angoscia e voglia di bestemmiare.
Il mio equilibrio si è fatto un acido.
Nello stomaco mi girano farfalle delle dimensioni di falchi pellegrini.
Da grande voglio un tram su cui lanciarmi a bomba come quel tipo della locomotiva.

venerdì 23 gennaio 2009

VOGLIA DI MARE

QUI

lunedì 22 dicembre 2008

BUENOS AIRES

Aggiorno il blog nel tempo di una sigaretta.
Non è che abbia fretta nello specifico, ma diciamo che a livello di massimi sistemi si, non c'è tempo da perdere.
Sono talmente in ansia che, porcaeva, forse mi verrà un infarto.
E vabbè, mi sono svegliata così.
Tra pochi mesi mi libero di questa palla al culo dell'abilitazione, da disabile diventerò abile, ma devo stare nei termini, entro giugno, altrimenti rimarrò disabile per un altro anno. Questo implica un sacco di naturali conseguenze alla palla al culo di cui sopra delle sembianze di piccoli pallini di piombo, milioni di pallini di piombo anch'essi attaccati al culo e, credetemi, fanno zavorra.
Inoltre ho deciso di trasferirmi a Buenos Aires.
La sigaretta è finita, andate in pace.

martedì 9 dicembre 2008

GLAMOUR

Mi sento come un impermeabile bagnato fuori e asciutto dentro, freddo abbastanza, molto glamuor, poco massimi sistemi.

Mi sento come un ramo secco in una palude in cui tutto è umido e imputridisce per trasformarsi in qualcosa di nuovo, ma io no.

Mi sento come una testa enorme sopra un corpo troppo piccolo con degli arti troppo lunghi e non sono un alieno.

Mi sento ma come sotto anestesia.

Mi sento come l'arto di un paralitico quando gli pesti un piede.

Mi sento che non sento più niente.