martedì 31 luglio 2007

Aggiorniamo stu cazz'e blog

A Roma dicono " dice..." e poi dicono.
Dunque dice che fa caldo e dice pure che forse da adesso in poi si comincerà a respirare un poco.
Dice che ho fatto le pulizie nello stanzone e dalla mia scrivania è venuto fuori un alpinista svizzero disperso sul monte Rosa dal 2005, un maremmano in cattiva salute , un calendario del 99, una foto di un vecchio aborigeno che forse avrà 35 anni e che non so di chi cazzo sia, un criceto in avanzato stato di decomposizione, il tabacco residuale buono per altre 10 sigarette, il caricabatterie dell'alcatell che avevo a 12 anni, un pezzo di fumo incartapecorito ma forse me lo rullo, il manico della tazza gialla, il libro di Pamuk, verbi e forme verbali di greco antico, un telecomando che non si può accompagnare a niente di ciò che di tecnologico c'è in casa mia, uno smalto rosso e uno nero e nell'ordine: accendini in numero di 3, mozziconi di candela 4, una scatola di cerini, 2 pinzette per le sopracciglia, un pennello ( ), un pacco di strisce per la depilazione divenute colla bostik.
Dice poi che ho passato la vernice nera su una specie di mobile confessionale recuperato dal cassonetto. Ovviamente è venuto una merda. Come del resto tutte le cose manuali che mi metto a fare. Ma forse passo un'altra mano... una mano di vernice... è linguaggio tecnico, ignoranti!
Dice che quando mi son caricata questa sorta di scaffalone dal cassonetto fino al secondo piano ho pensato di morire di schioppamento cardiaco, ma poi non sono morta. Mi piace perchè è pacchiano e orrendamente ingombrante, però ha due piccole ante grigliate che richiamano tanto le grate di un confessionale; così dice che mi son fatta prendere dalla nostalgia delle confessioni mea culpa, all'epoca del mio stare nel gregge delle pecorelle del signore quando il prete confessore mi chiedeva: ma ce l'hai il fidanzato? e dove vai con il fidanzato? e cosa fai con il fidanzato? ma ti tocca? e dove ti tocca? e ti fai vedere nuda? e lui pure? fino a che ho capito che forse quanti pompini andavo elargendo a 15 anni non è che fossero proprio cazzi del prete così ho mollato la confessione, il gregge e sono uscita dal recinto..
Poi dice pure che finalmente ho preso un po' di colore che sono andata al mare.. udite udite... nell'orrenda riviera adriatica, dove in mezzo alle onde trovi la lattuga e gli assorbenti con le ali.
A proposito di assorbenti, dice che ho fatto una scoperta sensazionale che mi farà da qui all'eternità ricredere sull'utilità e la comodità del classico tampax. Fenomenale supposta vaginale, te la infili senza grossi problemi, lasci penzolare quello stupido filo tra le gambe e voila, è come non averlo. Non lo senti, non lo vedi, non ti fa caldo, non ti fa prurito, non ti fa nemmeno piacere( causa minime dimensioni) e puoi fare il bagno come una bimbetta in età prepuberale.
Dice che adesso vado a fare la spesa, orrenda pratica masochista.
Dice che per la grigliata di sta sera ho in mente di preparare quattro cosine molto estive, di quei cibi freschi che ti lasciano il senso di leggerezza senza appesantirti:

  • Parmigiana di melanzane con aggiunta di mortadella
  • costine di maiale grasso e sugnoso
  • salsicce di maiale grasso e arisugnoso
  • Dolce portato dall'amica Bea
  • vino a fiumi
  • rum e pera come aperitivo. Ciupito.
Dice che ora è meglio che vada.
Quell'australopiteco del padrone di casa ha finalmente aggiustato i fornelli. Ma questo è un altro discorso.
Dice che ciao.

venerdì 27 luglio 2007

Chi di fretta abbonda di...



( sto ballando con un suonatore zingaro senza denti e molto ubriaco)






Vorrei scrivere un bel post di quelli memorabili, ma non possso, sono in ritardo devo andare devo andare devo andare devo andare... oggi giorno di paga, sia benedetto Iddio, Buddha, Sandocan e ken Sciro ( e vista l'attualità anche Capitan Harlock).
Ma poi torno eh!
forse.
P.s son partiti tutti, quasi tutti. Sono sola e abbandonata nel catrame almeno fino al 15 di Agosto.

mercoledì 25 luglio 2007

Voglio una pelle splendida



Ognuno è la spazzatura che produce

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QUI

martedì 24 luglio 2007

A.A.A cercasi gattaro

Come ogni anno si ripropone il problema Gianfilippadisavoia.

  • Dove la si mette?
  • come si fa?
  • quest'anno morirà?
  • quest'anno verrà abbandonata sull'autostrada del sole?
La risposta è dentro di me e però è sbagliata*

Intanto ho cominciato a curare la mia gastrite con la birra Weiss.
Funziona.
Ho cambiato le lenzuola, ho messo quelle a righe blu elettrico e rosso sangue, le altre le ho lavate e ho riscoperto che erano giallo verde e arancione. Bello.
Stata a cena a Montemario. In un attico mini ma pieno di terrazze. A Montemario c'è un microclima particolare. Diverso da quello della city. A Montemario si può ancora pensare di poter sopravvivere a questa estate e non è solo un'illusione.
Mangiato un sacco di cose buone, bevuto pure vino bianco vino bianco vino bianco vino bianco vino bianco, fumato cannini con favolosa cartina trasparente, quella di sola cellulosa, senza colla e senza carta. ( senza peccato e senza macchia)
Le signore del sud danno del voi. Voi che fate, voi dove andate, voi quanti anni avete..
Noi siamo stanche. Rispondi. Siamo stanche dei vostri figli idioti, che non capiscono un cazzo di latino e anche di tutto il resto. Noi vorremmo solo andare via da questa fogna di città, da questo letamaio di paese. Noi vorremmo solo un posto al sole d'inverno e un posto fresco in estate. Vorremmo non avere paura, andare veloce, non piangere così spesso. Noi vorremmo avere la possibilità a portata di mano, la possibilità come concetto, che sia possibile questo o quello, che sia possibile e basta. Noi vorremmo smettere di fingere sorrisi, buongiorno e buonasera, smettere di dispensare disponibilità, noi vorremmo mandare a cagare molta più gente. Noi vorremmo un cane e tanto tempo da non dover buttare ai porci. Noi vorremmo più risate, più leggerezza, vorremmo andar via con un soffio, vorremmo scollarci dal bitume, portare gonne sempre più larghe e sempre più comode, scarpe magiche che macinino 200 chilometri in un'ora. Ma soprattuto noi vorremmo non dover sgomitare mai più, sudare, tanto meno ingoiare robe spigolose o nauseabonde o fetide.
E poi noi vorremmo veramente ammazzarci dalle risate.

*Corrado Guzzanti, l'ottavo nano

lunedì 23 luglio 2007

A Heidi puzza il culo

Ho cacciato 20 virus dal mio pc.
Regalerò una bambola gonfiabile al mio vicino di casa, quello che condivide con me la connessione che mi impalla il computer per via dei siti porci e
chilosachecosaltroancora.
Tornata dalla montagna...
ummm bello! fatto culo bis per salire scendere salire scendere arrivare in cima dove, come pronosticato, vino formaggio salamella eccetera eccetera.
Ho capito però
perchè si dice puzzi come un montanaro. Perchè i montanari puzzano. Non hanno il cesso. Cioè ce l'hanno ma non hanno acqua, perciò niente doccia, niente denti, niente bidè ( bidè) niente scarico.. perciò natura e fisiologia sono un tutt'uno, pisciare dietro le rocce, tra le fratte in mezzo ai lupi, di fare altro neppure a parlarne... io e la montagna senz'acqua non andiamo troppo d'accordo. malgrado il paesaggio, il fresco, le stelle, il vino... ma non si può vivere senza un bidè... passi la doccia per 1 giorno, ma il bidè, Cristoddio, una sciacquata di culo rigenera, rappacifica col mondo, non si può vivere senza.
Ecco.
Dev'essere un problema tutto abruzzese, perchè sull'olimpo di acqua ce n'era eccome. Portate l'acqua agli abruzzi e incrementerete il turismo montano.
Quando sono arrivata a casa ho trovato
Jess in sciopero della fame. Dice che si sta allenando per le olimpiadi delle divinità, nella disciplina digiuno con acqua, perchè in quella dello sciopero della sete ha già vinto Pannella. Dice che la finalissima sarà fra tre giorni tra lui e Siddharta, che è pure uno tosto, che lo ha visto e dice che pesa come un fuscello e ha le orbite degli occhi così in fuori ma così in fuori che sembrano due gallerie.
Gli ho detto, dai
Gesù che ce la fai!! anche se in realtà credo che perderà e mi toccherà organizzargli 67 sedute psicoanalitiche fino a Natale per fargli superare il trauma, già lo so.. uff, ste divinità!
P.s voglio farvi vedere una cosa che ho trovato sul blog di Muzzo e che è veramente scioccante.
QUI

sabato 21 luglio 2007

Heidi, Heidi, ti sorridono i monti..


Allora, sto per partire in gita montana sulle vette del Gran Sasso ( monte Velino 2400 m).
Allegri allegri si va in moto per la Roma l'Aquila e poi su fino a un certo punto. Si lasciano le moto e si comincia a salire tacco e punta fino al rifugio dove ci daranno salumi formaggi d'alta quota prosciuttini e vino rosso a fottere.
Ecco, ovviamente di tutto ciò io prediligo la fine. Camminare mi sfrantuma, l'unico sport che abbia mai fatto in vita mia è stato un corso di nuoto a 10 anni in cui durante il saggio finale arrivai prima, ma siccome i miei genitori erano degli scellerati, invece di avermi fornito di costume normale olimpionico, mi avevano fatto nuotare per tutta la durata del corso con un bikini strafigo, così, immancabilmente riemergevo dalle acque senza pezzo di sopra. Ma in fondo questa è un'altra storia e poi a dieci anni che volete che tette avessi, cioè le stesse di adesso, praticamente.
Cmq
Sai che coglioni salire a piedi per 3 ore fino a 2400 m? che non puoi neppure fumarti una sigaretta che gli altri ti guardano male e pensano, anzi te lo dicono proprio, come fai a fumare a polmoni aperti, in mezzo a questo paradiso naturale eccetera eccetera di quell'eccetera che sconquassa i maroni.

Cambio discorso.
Ieri sera all'amica Vale, non ci crederete, a san Lorenzo, un cane al guinzaglio ha pisciato sui pantaloni. Eravamo sul muretto manse manse con la birretta e le chiacchiere concitate che a un certo punto arriva questo cane bianco a pois neri, un gran cane di quelli che ti immagini che abbiano un cazzo quasi umano e dunque anche una vescica, e splin.. svuota la sacca sulla gamba della Vale. Lei, in preda al panico, costernata non è che si sia rivolta al padrone del cane proprio così- scusi, guardi che il suo cane mi ha pisciato sui pantaloni, cosa ha da dire in proposito?-
ma piuttosto così-ma che bip ma bip porca bip bip bip bip sei una bip e ancora bip bip bip bip bippissimo e poi dulcis in fundo, che non c'entrava un cazzo, le ha detto ( giuro) Non ti voglio vedere mai più!! ahahahah, tipo come fosse un'amica di vecchia data. ma povera, in quel momento sragionava, c'è da capirla.
Io avrei chiesto ... bo!, forse l'esposizione del cane, in pubblica piazza, con attorno 3000 persone con in corpo 2 litri d'acqua precedentemente ingeriti, a pisciargli addosso per un tempo illimitato.
So che poi faccio post lunghissimi e poi tipo la gente si sbrindella a leggere, però mi viene che ci devo fare? dunque aggiungo anche che:
Ho appena lavato i piatti di 3 giorni or sono e a parte le incrostazioni organiche che ormai vivevano di vita propria e mi facevano ciao dal fondo del lavandino, ho notato che c'è sempre nella pratica malefica del lavaggio piatti, quella merda di cucchiaio messo a cucchiaio proprio sotto il getto del rubinetto, che quando apri a palla l'acqua perchè hai da lavare caterve di robe, Pum, ti rigira lo schizzo in faccia, potente che non te lo aspetti nonostante ti capiti sempre e dico sempre. Che poi è uno schizzo di dimensioni abnormi, forza 4 e di acqua torbida che è in genere quasi liquame. Dunque pensavo di chiedere l'assistenza domiciliare al comune di Roma per questioni di organizzazione domestica.
E' tutto. Vostra farfallulaheidiconleguancerosseelevaccheelepecore

P.S votate il sondaggio in alto a destra

venerdì 20 luglio 2007

Può succere a volte che esca del bello.














ULTIMO: di Gianluca Costantini, Andrea Colombari, Saturno Carnoli

Poi, fatevi questa iniezione di bellezza.

mercoledì 18 luglio 2007

Breviario del bestemmiatore pudìco, censore di se stesso.

PORCO ZIO: bestemmia parentale
PORCO ZEUS: bestemmia classico-mitologica
PORCO MIO. bestemmia possessiva
PORCO DISI: bestemmia creativa
PORCO DI-NAMO: bestemmia Edison
PORCO DI-AVOLO: bestemmia di parte
PORCO DIO-GENE: bestemmia filosofia antica
PORCO DIOSCURO: bestemmia classico-mitologica, sottogruppo gemellare
PORCO DI-TO: bestemmia ortopedica
PORCO DI-ACCIO: bestemmia invernale
PORCO DI-MMELO: bestemmia interlocutrice
PORCO DINCI: bestemmia creativa2
PORCO CRI-NE: bestemmia shampista
PORCO NESSUN DIO: bestemmia agnostica
MANNAGGIA CRISTO-FORO COLOMBO: bestemmia scopritrice
MANNAGIA G-OSUE' CARDUCCI: bestemmia letteraria
MANNAGGIA SAN FRANCES-E: bestemmia nazionalista
MANNAGGIA CRI-BBIO: bestemmia infatilistica
VAFFALLUPPOLO: parolaccia germanica
VAFF'NGIRO: parolaccia turistica
MANNAGGIA SANT'AGO-NIA: bestemmia per i malati
MANNAGGIA SANTA CATER-VA: bestemmia da sovrappopolazione
MANNAGGIA SAN TOM-ATO: bestemmia U.S.A

Come per Wikipedia: la voce " il dizionario del bestemmiatore pudìco, censore di se stesso", è aperta a revisioni e approfondimenti.

Guarda come gongolo, guarda come gongolo, na na na

.

martedì 17 luglio 2007

Jack Wolf's story

Salve, sono Jack Wolf ( Giacomo Lupo) vengo da Iron Hill ( Colleferro) sto attraversando la west cost sulla Sunfreeway street ( autostrada del Sole) con la mia Pointcar ( Punto). Sono diretto a
sud, devo giungere alla table valley ( tavoliere delle Puglie) prima di questa sera. C'è Marychain ( Maria Catena) ad attendermi.
Vuole lasciarmi, dice che si è innamorata di un certo Jhon Stone ( Giovanni Sasso), uno dell'ovest, proprio come me, uno che viene da Castels ( i castelli Romani), un luogo di perdizione, la più malfamata fogna del middle ovest.
Faccio una sosta, il viaggio è lungo e sono ridotto male. Ho bisogno di un cicchetto, mi fermo in un roadside brek ( autogrill), ordino un drink: un candidsource con ghiaccio ( bicchiere di vino Fontana Candida, con ghiaccio), il dockboy ( barista) mi guarda male, sono appena le tre del pomeriggio, lo so, ma ho bisogno di qualcosa di forte, Marychain mi vuol lasciare per uno smidollato... sono a pezzi.
Mi tornano in mente i momenti felici, il nostro viaggio di nozze a SevenHills ( sette colli), l'escursione sul Bigstone mountain ( Gran sasso), i sollazzi spensierati a Chinaland beach
( spiaggia di Terracina) e le sere nella City ( Roma) sul bagnasciuga di Cookiedhead ( Capocotta)
a far l'amore senza sosta, mangiando strawed ( pagliata) e litletelles ( telline), bevendo bigpears beer ( Birra Peroni) o littledarks ( Moretti).
Ah, bei tempi.
E ora è tutto finito. Finito a causa di quel Jhon, maledetto cowboy ( allevatore di bestiame).
Le proporrò un viaggio a Goatsisland ( Capri) e po la ricondurrò nella nostra casa a Ironcave
( Grottaferrata), quello è il suo posto. La farò ragionare, le dirò che non può abbandonare la tomatofarm ( cantina di lavorazione dei pomodori), migliaia di tomatolast ( passata di pomodoro) la attendono, per sfamare la sua famiglia, me, il suo bambino.
Ah scellerata!
Mi rimetto in viaggio, farò un'ultima tappa a Coffins ( Bari), per salutare un amico di vecchia data, littleSaint ( Santino), glielo devo, lui è stato il nostro testimone di nozze, lui ci fece conoscere durante quell'estate a Freehouse to sea ( villafranca a mare).
To be continued

sabato 14 luglio 2007

Il dolce della vita


Tre due uno

Via dalla strada
Fate largo non ho freni
Tre due uno
Tieni duro
Altrimenti vaffanculo

Tre due uno
Via dalla strada
Fate largo non ho freni
Tre due uno
Tieni duro
Altrimenti vaffanculo

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Non è elegante bestemmiare via post.......

Vi prego di gradire ugualmente,
Come se lo avessi fatto!


Ecco, questo lo avevo postato questa mattina alle 8:00.
Ora si può capire un minimo il senso di oppressione sovracutanea per essermi sputtanata la dormita del sabato fino alle 12 e la colazione a letto.. ( però mica male il posto-la situazione-o come dire-in cui mi son trovata!)
In più, perchè non è finita qui, Giulio Mozzi se ne è andato in ferie senza aver avuto il tempo di fissare la riunione editoriale.

Evviva evviva sono felice come un tonno in piena mattanza.
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venerdì 13 luglio 2007

I bluesmen di iron cave maledicono le madri per non averli fatti neri


Concerto di BOB MARGOLIN con Mississipi Mood.

Ieri ho imparato due cose:
1) i musicisti blues bianchi soffrono l'invidia del nero
2) i musicisti blues hanno gli occhiali scuri e la voce catarrosa

Allora, questo signore qua, di cui io ovviamente - nel mio più mesto digiuno in fatto di conoscenze musicali- ignoravo l'esistenza fino a ieri, quando l'amica Adele e l'amico Antonio ( tra l'altro, musicista blues, armonicista, o come si dice quando uno suona l'armonica a bocca) propongono di fare capatina a castel sant'angelo..

Ecco, questo signore qua, un nano alto con i capelli e la faccia di santa klaus, solo con meno barba, ci ha fatto letteralmente rizzare i peli dallo sconcerto.

Una roba del genere io non l'avevo mica mai vista!
Non mi vengono aggettivi qualificativi adatti ad esprimere la bellezza dell'evento a cui ho assistito.
P.S siccome poi io faccio caso sempre alle cazzate più semiserie, mi sono impallata a guardare la miriade di gadget di cui il nano alto ha fatto uso, tipo ditaloni d'acciaio che sfregati sulle corde mettevano a danzare i peli ritti di cui sopra, una specie di unghia finta attaccata come una protesi al pollice, barre di varie dimensioni a strozzare il manico della chitarra. Ho pensato che li voglio tutti per andare accanto al mio chitarrino da 70 euro e dirgli piano piano con fare sadico : li vuoi? oh, si che li vuoi...e invece no!
Prima di cambiare discorso, breve dialogo tra me e Big Dick durante l'esibizione di un gruppo spalla.

Io- Certo che uno con una voce così ( riferito al cantante) non poteva fare altro nella vita che il cantante blues
B.D- Oppure il venditore ambulante

Cambio discorso.
sempre nella giornata di ieri incontro ( e ciò vuol dire che incontro per caso e a volte il caso è proprio una chiavica) una tipa che ha avuto a che fare con me per motivi che non vale la pena menzionare.
lei- Ciaoooooooo
Io- Cià
Lei- Mannaggia, mi vedi sempre con questa maglietta!
Io- Eh?
Lei- Quando ci incontriamo ho sempre su questa maglietta
Io- In effetti lo pensavo
Lei- Che cosa?
Io- "Ma guarda questa che ha solo sta maglietta"
Lei- ... ehehehe stai scherzando!
Io- No.

giovedì 12 luglio 2007

FIAT LUX

Il tabacco si è quasi seccato del tutto.
Al primo tiro al mattino mi gira sempre la testa. Ma poi continua a girarmi, forse perchè da qui a poco mi devo aspettare il famoso collasso paranoide che me lo sogno pure di notte.
Ieri era mercoledì e la gente da estate romana ha fatto senz'altro cose da estate romana: cinema, feste dell'Unità, teatro, arene, concerti.
Io no.
Io e Gianfilippa spalmate sul futon, con la voglia di divertirsi infilata nello sfintere, con la depressione sottocutanea, con la solitudine maniacale minuziosamente cercata. Gainfilippa ogni tanto, appena appena appizzava lo sguardo verso una stupida falena entrata dal balcone, ma poi manco lei aveva un gran che voglia di sbattersi per prenderla.
A fare zapping in tv tutta notte, riempiendoci il cervello di sterco fatto di documentari sull'antico Egitto, fiction sulle lesbiche, video di tettone culone su MTV tg 1 tg2 tg3 tg3 regionale e poi due ore dopo ancora tg1 tg2 tg3 tg3 regionale...Ferrara, Alessandro Magno che intanto su la 7 aveva dato il cambio agli egiziani e yogurth magro e yogurth magro e yogurth magro che sta mattina ho qualche problema connesso all'abuso di yogurth magro.

Sto pensando che questo blog che tratto come nu guaglione da primo stadio del delirio piagettiano, di quelli che ti porti in giro col passeggino e tutti che ti dicono uh ma quant'è bello, uh ma quanto ha, uh ma quanto è cresciuto, uh ma quant'ecceteraeccetera, mi sta fottendo in modo strisciante...
Mi risucchia appagandolo superficialmente, il bisogno fisiologico di scrivere.
Ma superficialmente appunto.
E' più di tre mesi che non scrivo una cippa. Di serio, intendo.
Si, faccio correzioni, si taglio qua e incollo là, si riaggiusto cucio e mando, ma non va, così non funziona.
Sono improduttiva come uno scatolone di sabbia di fronte a un seme di zucchina.

Ho passato gli ultimi 5 mesi ad aspettare.

Aspettare che XY mi faccia una telefonata e mi dica
- Ciao stella, abbiamo deciso di

  • pubblicare
  • non pubblicare
il tuo libro.
La telefonata non è ancora arrivata.

Ora aspetto inoltre che X2Y2 mi dica
- Ciao Farf, abbiamo deciso di
  • pubblicare
  • non pubblicare
i tuoi racconti.
Ma forse lui me lo dirà tramite blog e forse in questo caso il blog torna utile.

:::: leggete il racconto e pensate al corto, questo è il mio testamento.
il racconto di due post fa, non riesco a linkare me stessa, quindi do indicazioni alla romana: sotto di due, dritto fino in fondo, poi trovi un post è te ce 'nfili.

mercoledì 11 luglio 2007

Dialoghi su una panchina di fronte a una fontana con vasca


E' sempre valido l'invito per il corto ( leggi post sotto)

Io- Come lo chiameresti un figlio?
Big Dick- Dario
Io- Ah, come il re persiano..
B.D- Eh?
Io- Quello inseguito da Alessandro Magno e poi ucciso
B.D- Ah!
Io- E una figlia?
B.D- No, una figlia no!!
Io- Perchè no, scusa?
B.D- Mah... vabbè, allora Daria
Io- Sigh!
B.D- tu glielo faresti fare un bagno qua ad un bambino?
Io- In questa fontana marcia?
B.D- Si
Io- No
B.D- Perchè?
Io- Perchè morirebbe
B.D- Annegato?
Io- No, di scabbia
Guardiamo l'orizzonte..
Io- Forse è meglio che tu non lo faccia
B.D- Cosa?
Io- Un figlio
B.D- Eh già...

Poi, giusto perchè è meglio che le cose si sappiano, linko un post che chiunque dovrebbe leggere e far circolare.

martedì 10 luglio 2007

Diventerà un corto

Un poco di pazienza e un'attenta lettura è ciò che vi chiedo, oltre a...

Questo racconto ( che ho scritto un anno fa) può essere che diventi un corto, serve una sceneggiatura ( che forse farà particella di sodio) degli attori, uno e due ( maschio e femmina), ma potrebbe bastarne anche uno solo, una colonna sonora, una location e suggerimenti, tanti...è benvenuto chiunque voglia partecipare, anche concretamente ( e gratuitamente).

se viene una bella robina la mandiamo in ogni dove

( Roma-Venezia-Locarno-Taormina-Torino ecc..)

Io faccio la regia e ora che imparo ad usare premiere anche il montaggio, ovviamente chiunque voglia partecipare anche alla regia e al montaggio è ben accetto.



L’ULTIMO CAFFE’E'ULTIMO CAFFé

Seccato? Beh un poco, si, diavolo un poco seccato lo sono.

Ora vi spiego perchè


Mi sveglio alle sei e trenta, PM come direbbero gli inglesi. E non è che a quell’ora suoni propriamente la sveglia.

Comunque apro gli occhi. Mi giro un po’ nel letto, le lenzuola sanno di frutta, avariata. Sul cuscino lo stampo dei miei incubi, un alone umido e spesso come una doppia federa.

Non è colpa mia, mi hanno staccato l’elettricità, da quattro giorni il mio corpo sperimenta tecniche igieniche da cane randagio.

Nora no, lei si lava nonostante il freddo, lei profuma ancora di sapone di Marsiglia, quello che ha rubato nella casa in cui ogni giorno fa la sguattera, mentre la nostra è in totale disfacimento.

Nora non c’è, è già andata via, sul comodino i segni del suo passaggio e della sua dipartita: una tazza senza manico, una tazza rotta di caffè freddo e rappreso.

Dunque buongiorno, giorno di merda.

Lancio al largo il doppio strato di lana marrone che la notte ci tiene sospesi tra il sonno e il soffocamento, ma è sempre meglio che morire assiderati. Non abbiamo il riscaldamento, ma non perché ci abbiano staccato pure il gas, no, quello c’è, è l’ultimo flebile segno di civiltà che ci distingue dalle bestie, è che non abbiamo il riscaldamento e punto, non lo abbiamo mai avuto..

Però, dicevo, il gas c'è, non so fino a quando, ma per ora c'è.. siamo due creature OGM, io e Nora, in procinto di subire un brusco e inevitabile processo di involuzione genetica. E sociale. Siamo due creature finite per sbaglio in questa palude italiana che ci risputa con il contagocce, una nicchia che non ci vuole, che da uomini ci ha trasformato in cani, che dalla casa ci butterà in strada. Dalle coperte ai cartoni il passo è breve e meno male che il bambino ce lo hanno già portato via, altrimenti.. almeno così ancora ancora riesco a bere una birra e seguire i programmi televisivi dalle mura dell’appartamento accanto.

Il vecchio vicino è sordo e questo è un bel punto a mio favore. Metto i piedi a terra, ad accoglierli non un tappeto di ghirlande, ma un posacenere colmo. Lo rovescio inevitabilmente e mi imbratto di cenere e odore rancido. Faccio qualche passo nella stanza, fa un freddo boia. Dalla bocca un fumo di gelo mi circonda la faccia, fosse nicotina! Macchè. Raccolgo i mozziconi e mi rullo una sigaretta con gli avanzi del giorno prima. Un giorno si e uno no mi tocca scendere all’angolo della strada e chiedere una sigaretta ai passanti. In genere in due ore riesco a riempire un pacchetto così poi posso tornarmene a casa e ascoltare la tv aspettando Nora che un quarto alle dieci fa girare la chiave e compare dall’uscio con buone notizie nella borsa, un pacco di caffè iniziato, un salame a metà, qualche avanzo di polpettone o una ricottine appena scaduta un pacco di farina con le farfalle, poi lei ci fa il pane che è buono comunque, nonostante le farfalle. A volte mi porta un sigaro, quando il ciccione per cui cucina e lava gliene offre uno per tuo marito le dice e mi sembra di vederlo, sazio e lucido in viso mentre trasborda dalla forma di culo che ha assunto la sua poltrona in pelle, fare una smorfia tonda e dare in pasto ai ratti l’ultimo pezzo di formaggio.

Vado in cucina, c’è un gran casino e un tanfo dolciastro di organico in decomposizione tra i piatti accatastati e le pentole senza manici e gli aloni sui bicchieri. Nessuno fa più le pulizie. Nora dice che spetterebbe a me, visto che lei non fa altro tutto il giorno, ma ormai ha smesso di protestare. Scarico il caffè direttamente nel lavandino, il liquido fa un giro strano in questo emisfero inzuppandosi nei resti del pane raffermo e nelle bucce di un frutto dalla difficile identificazione, forse un arancia. Odio il caffè freddo, ma lei si ostina a portarmelo, nero veleno e amaro per giunta, perché fa economia sullo zucchero, ma io so dove lo tiene, ho scoperto un nascondiglio segreto, in un buco nel fondo della credenza.

Ingenua.

Preparo la moca. L’acqua scorre gelida, pungente, faccio tutto con la punta dell’indice, sto attento a evitare gli schizzi.

Fumo l’avanzo di sigaretta e mastico l’avanzo della cena, una specie di pappone rotondo, lo guardo, ieri sera non faceva così schifo, dev’essere una patata reinventata, con pane e ... pane.

Nell’attesa del caffè mi siedo sulla sedia a sdraio senza braccioli. Ascolto il tg della sera oltre la parete. Un autobotte si è rovesciata sull’autostrada causando disagi alla circolazione, un uomo è stato denunciato per maltrattamento d’animali, teneva il suo cane sul balcone al freddo e per questo è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione.

Pover’uomo!

Mi accarezzo il viso e scopro con enorme sorpresa di essere ricoperto da una manto ruvido e confuso di peli, vado ancora su con il palmo e sento che la maschera mi tappezza il viso per intero fin sotto gli occhi.

Devo avere l’aspetto di uno yeti, un essere disgustoso, inselvatichito con addosso l’odore delle bestie e il prurito delle infezioni.

Mi gratto il culo.

Dev’essere per questo che Nora si rifiuta di scopare. Mi guardo allo specchio e quello che vedo mi lascia interdetto e eccitato allo steso tempo. Stento a riconoscermi. Lo stato d’abbandono in cui perverso da quanto non saprei più dirlo mi ha trasformato in qualcosa di inconsueto, dalla estraneità esaltante. La miseria mi ha dotato di un'altra identità. Sono rinato sotto il segno di una nuova epoca, una nuova condizione, quella in cui non ci sono più regole né obblighi né direzioni prestabilite né patti tacitamente costituiti né etiche di nessun genere. Mi piace, c’è una certa soddisfazione malsana e crudele nel lasciarsi andare, nell’abbandonarsi completamente al crack delle cose.

Lancio un urlo propiziatorio. Posso farlo, posso gridare finché voglio e annaspare nella mia sporcizia fin tanto che i vermi non mi avranno mangiato a cominciare dalle viscere. C’è qualcosa di estremamente anarcoide nel modo in cui le cose cominciano a dispiegarsi ai miei occhi.

Sono fiero di questa libertà belluina.

Potrei vivere ciò che mi resta sputando dove voglio e struprare donne sole e andare dal vicino, torcergli il collo e occupare il suo appartamento, mangiare dal suo frigorifero e riscaldarmi col tepore dei suoi termosifoni. E non sarebbe male. Non ho niente da perdere

La moca borbotta, è pronto il caffè. La tiro via dai fornelli e la lascio per un istante crogiolare nel suo brodo. Mi piace il sapore del caffè inzuppato degli odori dei quarantamila caffè precedenti. Intanto frugo nel buco e recupero la mia porca dose di zucchero. Sono le sette, Nora starà preparando la cena per il ciccione. Mi siedo di nuovo e immagino pregustando sapori che non mi spettano e odorando nebbie di ragù e soffiate di creme al tartufo. Sento lo scoppiettio dell’ animale che crogiola nelle fauci del forno elettrico, è coniglio, no, è lepre, una bella cena a base di cacciagione, nell’intera stanza esalazioni di essenza di rosmarino e salvia, le finestre blindate appannate dolcemente dal colore ocra della care abbrustolita.

Prima di prender sonno ieri notte pensavo alla possibilità di cacciare quanto più grasso possibile dall’incauto ciccione. Nora è contraria al trafugamento di beni di valore dalla casa di lui, è già tanto che abbia acconsentito a furtare qualcosa dalla sua dispensa. Ma da ieri mi gira nel cervello un tarlo prepotente : e se provasse a ciucciarselo?, pensavo. In fondo Nora è ancora un gran bell’esemplare, quando è arrivata in questo paese voleva fare la modella, era giovane e saporita, ma non è alta abbastanza e ha troppe tette e un culo eccessivamente generoso, non l'avrebbero mai presa come modella, forse un film porno, ma non ne ha mai neppure voluto sentirne parlare.

d'altro canto però, nessun uomo si lascerebbe intimidire da un culo generoso. Figuriamoci il ciccione bavoso. Scommetto che quello lì non fraternizza con suo uccello da secoli. Si potrebbero alzare dei begli extra da un servizio del genere. Le parlerò, ma devo trovare il momento giusto e le parole adatte, un’opera di persuasione delicata, da maestri di retorica, così mentre mi verso il caffè faccio un appunto sulla parete della cucina, tanto per tenerlo a mente:

4)sbocco lavorativo.

C’è un piccolo elenco di buoni propositi lì sulla parete, a ricoprire ritagli di carta da parati ammuffita.

1)Fare un giro nella cantina condominiale (recuperare qualche straccio o qualche sedia abbandonata)

2) Passare dall’interno 16 e 17 (ultimi appartamenti non ancora questuati);

3) Fare un salto a Sant'Egidio (cassetta delle offerte).

Verso il caffè nella stessa tazza in cui Nora mi aveva versato il suo; volontariamente e quasi per ripicca vado oltre l’alone di grigio che segna la misura della sua avidità.

Cazzo, un uomo avrà pure diritto a qualcosa in più che tre sole dita di caffè!

Due zollette fanno glù nel fondo del liquido fumante, ne metto una terza, mi piacciono le dolcezze pur non essendo un tipo romantico. Do una prima girata con l’indice flesso mentre dalla tv del vicino le estrazioni del lotto stanno per avere inizio. Mi ciuccio il dito di riflesso e in tutta fretta vado in cerca della schedina che il giorno prima ho sapientemente compilato e invalidato con gli ultimi spiccioli che avevo in tasca. Non sono un gran giocatore, in genere non baratto una birra e delle sigarette per uno stupido gioco di sorte, ma quella notte, la notte precedente Nora aveva fatto quel sogno. Aveva sognato una nonna morta o qualcosa del genere che le appariva minacciosa e l’avvertiva che nella sua bara erano entrate delle serpi e una gran quantità di sterco e che proprio per questo non le era più consentito di riposare in pace e che qualcuno sarebbe dovuto intervenire perché lei potesse continuare a marcire in tutta comodità. Lei si era svegliata tutta trafelata, in uno stato di grande agitazione, urlava, diceva che qualcosa di terribile sarebbe accaduto e poi aveva cominciato a piangere e scalpitare perché i morti, diceva, non si scomodano per niente. Così al mattino, mentre vagabondavo accattonando sigarette ho giocato l’8 ( la vecchia) il 13 ( la bara) il 57 ( le serpi) e il 22 ( la merda).

Non si sa mai, meglio non sottovalutare la saggezza popolare cilena.

Mi sono anche dato una gran bella grattata ai coglioni, ma d’altro canto, cosa può accaderci di più terribile di ciò che stiamo già vivendo? comunque, appunto, non si sa mai. Perciò mi catapulto nella camera da letto, a momenti non rovescio il caffè, cerco tra le lenzuola, tra i panni lerci, poi il lampo di genio, guardo nelle tasche dei pantaloni, li trovo appallottolati ai piedi del letto e come per incanto ecco la schedina, il piccolo pezzo di carta in cui i numeretti dall’oltremondo sono venuti a coagularsi. Intanto il vecchio alza il volume, dev’essere che anche lui ha giocato pesante, la vocetta-valletta si schiarisce e comincia l’estrazione. I primi numeri non mi riguardano, sono ruote su cui non ho puntato, così si chiamano, ruote, forse perché uno ci va a ruota, col gioco, intendo. Ad ogni modo torno al mio caffè che rischia ancora una volta di raffreddarsi, riesco a prenderlo appena in tempo. Mi siedo comodo e con un orecchio alla parete faccio il primo sorso. Ah! Che goduria! Non c’è soddisfazione maggiore che prepararsi un caffè su misura, l’esatta quantità d’acqua che ci piace, la dose di zucchero che più ci è congeniale, il giusto tempo di attesa e di riposo perché il caffè faccia il suo porco mestiere da caffè, il perfetto livello del liquido nella tazza e la temperatura giusta, né bollente ma neppure semifreddo, il giusto. Nessuno saprà mai farti un caffè tanto buono quanto quello che prepari per te stesso. È un po' come farsi una sega. La stessa esatta differenza che c’è tra farla e farsela fare.

8, dice la vocetta. Ce l’ho.

Faccio un altro sorsetto, giusto per bagnarmi le labbra.

13. Ce l’ho.

Mi spalmo contro la parete.

22. Cazzo, c’ho pure questo.

Un pizzicore interno comincia a gravare faticosamente sulla mia capacità di mantenere la calma. È come se mi prudesse il fegato e non sapessi come grattarmi. Noto che la tazza mi trema epilettica tra le mani. Un moto incontenibile dalle viscere mi obbliga ad alzarmi, ma non devo farlo, rischierei di far rumore e fottermi il resto dell'estrazione. Mi infliggo una di quelle punizione che neppure in collegio avevo sofferto in modo così patetico. Vorrei tanto una sigaretta e nonostante il freddo mi accorgo di grondare sudore. Faccio l’ultimo sorso di caffè, tenendo il liquido intrappolato tra il palato e la lingua per evitare che ingoiando il singulto mi faccia perdere la concentrazione.

57. ce l’ho.

Oddio, ce l’ho, il 57 ce l’ho, ho vinto, lo guardo un’ultima volta, 57, stampato sulla schedina, ho vinto, cazzo ho vinto, sono ricco, mentre una intensa lubrificazione oculare ne sfoca i contorni, è lui, sono ricco, è proprio il 57.

Cado a terra ruzzolando sulla schiena, sto per lanciare un urlo disumano, il più triviale, interno, cavernoso boato che razza umana abbia mai emesso, ma improvvisamente mi accorgo che dalle mie corde vocali l’impeto del guerriero fa fatica a venir fuori. È come se qualcosa mi impedisse di parlare, di ingoiare, di respirare. Mi tiro su, forse in posizione eretta il colpo di tosse che mi abortisce nella gola riuscirà a venir fuori.

Macchè.

Poggio il palmo della mano contro la parete ammuffita, mi guardo attorno per richiamare alla mente la familiarità dell’ambiente. Ok, lì c’è la cucina, là la camera da letto, ai mie piedi la tazza rovesciata.

Il caffè mi è andato di traverso, ma basterà un bicchier d’acqua, un sorso d’acqua fresca e questa fottuta sbrebba andrà giù. Ne sono convinto. Ho vinto, la morta nel sogno di Nora ci ha reso ricchi, cambieremo casa e città, riavremo il nostro bambino.. Ma più passi faccio verso il lavandino, più in viso al color pallido esangue va confondendosi il livore del soffocamento.

Non riesco a tossire, non ce la faccio, osservo il palmo delle mani, eppure loro sembrano normali, ci vuole un po’ d’aria, forse. Guardo la finestra, meglio aria che acqua, la distanza è minore, devo sbrigarmi perché sento che dall’interno del mio corpo qualcosa sta per implodere.

Il torace è immobile.

Spalanco gli stipiti e caccio la testa verso il basso. Riesco a vedere confusamente un paio di passanti, l’umido negli occhi mi confonde la vista. Le lacrime hanno cominciato a scendere inclementi appiccicandomi le palpebre in un composto denso di colla fisiologica. Si mescolano ai riccioli di bava che dall’angolo destro della bocca mi ungono il mento, scivolando verso il collo, caldi e grumosi, come una falda inesauribile di acqua minerale. Penso che da un momento all’altro il nodo che mi ostruisce la faringe andrà via, sciogliendosi assorbito dalle mille risorse del mio organismo, evaporando, magari o risalendo sotto forma di riverbero acido. Intanto mi accorgo che non respiro più, saranno passati due minuti o forse meno, quanto può resistere un uomo in apnea? Beh, mi porto una mano al collo, sembra teso e ripieno d’aria compressa come il corpo di una zampogna. Faccio percorrere alla punta del dito i contorni della vena che dalla spalla si insinua zigzagando su per il collo per scomparire appena appena sotto il cranio, all’altezza dell’orecchio. Sembra un bassorilievo. È turgida e umida come un’esca, come un viscido stupido lombrico di terra.

Mi scappa da ridere.

Mentre soffoco e arranco tra la finestra e l’uscio, mi rendo conto che con ogni probabilità morirò a breve, ma non riesco a trattenere le risate. Una stupida ilarità mi scuote le membra, l’assenza d’ossigenazione deve avere oltre alla morte anche quest’altra controindicazione, l’idiozia; così piuttosto che piangere e disperarmi rido, di me stesso, della mia stupida fine, della mia sfiga, dei soldi che avrei incassato e che avrebbero cambiato la mia vita. Cado a terra senza inciampare, ruzzolo perché le gambe non mi reggono più, sono come burro sotto il peso del mio corpo senza respiro. Batto forte la testa contro lo stipite, avevo quasi raggiunto la porta, ma pazienza, sarà per un’altra volta. La botta è tremenda, il boato dell’impatto risuona eccellente, come amplificato nella cassa di risonanza del vuoto del mio appartamento. Ho sempre avuto un bel cranio, ma non sento dolore, non sento più niente, anche il rumore, anche quello, devo averlo immaginato, perché nelle orecchie ho sciami di api e negli occhi il nero più buio.

Questa è la mia fine, sono arrivato e pensare che ho solo 35 anni, ok, sono pronto, vado, non oppongo resistenza, ma prima di sparire, prima di partire definitivamente faccio un’ultima cosa, un ultimo livido gesto di profonda, tetra infima meschinità: nelle mani la schedina con i numeri vincenti. La distruggo facendola a pezzi, la divido in sei parti e me la caccio nella gola, giù, fino in fondo, più in fondo che posso. Non si sa mai, Nora avrebbe potuto ricomporla incollandone i pezzi con precisione chirurgica, quando si muore è un pò tutto il mondo a morire, perciò è bene che i soldi non incassati vengano con me. Non mi consolerebbe affatto l'idea di Nora felice alla faccia mia.

Vado.

Però, tutto sommato, effetto letale a parte, il caffè non era niente male.

lunedì 9 luglio 2007

Mi piace/non mi piace



mi piace inventare nomi, ma non mi piace dire che faccio neologismi, mi piace piuttosto dire che invento nomi, come sminchiapalle che sta per padrone di casa in generale, come cippo che sta per punta di cazzo, detta anche prepuzio, come avvoltolarto e trabeccolante, come smaronare, come cazzo a tracolla, come adesso non mi viene più in mente niente.
Non mi piacciono le famiglie, le corna e i matrimoni. Odio gli stuzzicadenti, quelli che misurano la temperatura del latte infilandoci un dito con cui un secondo prima si sono con ogni probabilità sgrullato il pisello.
Mi pace dire sgrullato. Mi piace dire pisello, ma mi piace anche, il pisello..
Mi piace dire coricarmi piuttosto che andare a dormire, mi piace dire ravanare, mi piace mangiare schifezze che le donne in genere non mangiano per via dei buchi sul culo ma che su di me non sortiscono alcun effetto ( dilatante intendo, perchè poi magari si scopre che il mais scoppiato piccante oltre a farti diventare una chiattona a lungo andare provoca gravi stati di dissociazione psiconeurobilogia irreversibili ecc)
Mi piace dire cazzimma anche se ancora non ho ben capito con esattezza cosa significhi malgrado i miei amici napoletani ci provino senza successo ogni volta. a spegarmelo. Mi piace dire Guàllara, m'ammucco, strappona, caccavella, giro di peppe e pipinara.
Mi piace la poetica dell'erezione.
Mi piace lo yogurt magro, anzi sono a ruota di yogurt magro.
Mi piace fare in casa lo yogurt e il pane. Non mi piace che poi non ci sia mai un cazzo da mettere in mezzo al pane.
Mi piacciono i vecchi vivi, cioè quelli vecchi vecchi che sfruttano al meglio quei 5 o 6 anni che gli sono rimasti. Mi piace bere birra con gli amici ma soprattutto con le amiche che ruttano quasi quanto gli amici ma sparono più cazzate.
mi piace rullarmi sigarette perfettissime che la camel fosse per me dovrebbe dichiare fallimento, per una questione d'orgoglio.
Mi piace GianFilippa di savoia, ma mi piace meno pulire la sua lettiera, bastarda quanto caga!
mi piace andare a leggere al parco, mi piace sdraiarmi e aprire uno dei libri che mi piacciono, quelli che ti rapiscono e ti mollano solo quando non gli servi più solo che tu a quel punto non vorresti mai più andar via. Mi piace bere tre litri d'aqua e poi al parco bestemmiare perchè non so mai dove andare a pisciare.
Mi piace far salire i vicini a lamentarsi perchè alle due ( del pomeriggio) tento di suonare la chitarra e la nonna e i bambini e lo gnomo irlandese stanno dormendo perchè hanno fatto il turno di notte
Mi piace cenare fuori casa, anche perchè mi piace cenare e in casa si cena veramente male
Non mi piace guidare, lavare l'auto cioè portarla a lavare, mi piace mangiare in auto, perciò se A:b=lavare :a mangiare ecco. Non mi piace la matematica, i fagioli. Odio le uova.
Domanda: perchè non ti piacciono le uova?
Risposta: credo che dal punto di vista femminile mangiare un ovulo gigante abbia un non so che di cannibaleggiante.
tu, maschio, prova a mangiare una frittata di dattero del Guatemala che è praticamente uguale a un enorme spermatozoo ... ( non esiste, il dattero del Guatemala, cmq, come non esiste uno spermatozoo gigante visto che a sua volta è difficile che esista un cazzo gigante)
Mi piacciono i miei capelli, tanto, ma tanto tanto. Vedi foto sopra.
Mi piacciono le persone disturbate. mi repellono i fighetti, i guidatori di smart, i tatuaggi enormi, le facce cartacarbone delle coatte che vogliono sembrare simonaventura e si fanno le lampade, i merletti, una scarpa male abbinata, la gente che ti dice : allora? quelli che ci provano del tipo: come ti chiami sei fidanzata, odio la gente che urla, quelli che parlano solo di bambini, solo di cani, solo di lavoro ecc.
Mi piace me stessa e anche no.
Cerco una nuova casa perchè ho bisogno di un terrazzo per fare grigliate perchè un'altra cosa che adoro sono lembi di erbivoro succoso spesso e accompagnato da ettolitri di dolcetto d'Alba.
Non mi drogo più, non perché ha smesso di piacermi, ma forse perché come pratica è divenuta inconciliabile con una certa paranoia che non mi piace per niente ma che attualmente mi galoppa contro e che è quella di morire all'improvviso per collasso colossale.
Non mi piacciono le persone serie, le ragazze serie, i bambini seri.
Non mi piacciono i preti. E nemmeno le monache. E nemmeno tutti i possedimenti del vaticano. Non mi piace il vaticano.
Non mi piace allungare troppo il brodo, (non mi piace l'espressione allungare il brodo) così taglio a corto e buonanotte.

Una leccatina sul lobo a chi aggiunge una cosa che gli piace e una che non gli piace.

domenica 8 luglio 2007

le vacanze è più bello farle che organizzarle

C'è nell'aria questa proposta di fare un giretto del mediterraneo in barca a vela nel mese di Agosto.
Bello, l'unico problema è che abbiamo uno
skipper e mezzo e magari per un viaggio abbastanza lungo ci vorrebbe non dico proprio il capitano Acab, però, insomma uno con un minimo senso della risoluzione dei problemi marinareschi. Non dico che sia la questio sine qua non, però, ecco, ci starebbe bene, cioè io sarei tanto più tranquilla. Perché io realtà la mia funzione in barca si esplicita esclusivamente nello stare spalmata a prua e fare due tuffetti ogni tanto, far cadere il libro in mare, comprarne un altro, far cadere pure quello, ustionarmi le spalle, bestemmiare perché non mi basta mai l'acqua per lavarmi i capelli ( che sono tanti, ma tanti, ma tanti ) stappare bottiglie alla sera, nelle cene fatte con il pesce surgelato, perché nessuno mai riesce a pescare una cippa di niente, malgrado i buoni propositi.
Quindi A.A.A cercasi aiuto
skipper, disposto a svolgere anche altre ed eventuali mansioni.

Oggi devo tornare di nuovo dal fattone.
Che ho scoperto chiamarsi
Vlado.
Vlado. Ma ti pare? che cazzo di nome...
Per cui
vlado da Vlado, a fare una full immersion di ore 4 chè domani vlandrà a fare gli orali e sempre che non si spari una spada nelle vene ha ancora una possibilità su1 milione di passare l'esame orale. Io mi batterò per questo e per il cash, di già virtualmente investito in consumi completamente inutili che però non riesco a bypassare, essendo il mio animo profondamente consumistico-materialista ( tipo una nuova borsa, la num. 378, scarpe comode ma eleganti, scarpe comode col tacco ma non troppo impegnative, scarpe con tacco esagerato elegantissime e scomodissime, libri in numero di tre, due o tre accessorti per il mio free e anche per la bici, che sennò si offende ecc ecc)

Ora posto un video, fatto a Milano l'anno scorso, in cui
particelladisodio e skukkiatagliata danno il meglio di se in quanto a recitazione secondo il metodo stanislavsij.
Mia è la regia e il soggetto, non la sceneggiatura, ma solo perchè non esiste.

Clicca qui

P.s la qualità è migliore di quel che pò sembrare, ma che ne so perchè caricandolo è venuto su così?
E' consigliata la visione a schermo intero

venerdì 6 luglio 2007

Tributo a particella di sodio

Allora, particella di sodio che oramai si è scoperto: è mia sorella, ha postato una cosa bellissima dedicata Ammemmedesima sul suo blog, ma siccome è pazza non posso linkarla.
( è l'unico blogger che ha in odio il fatto di poter essere linkato, praticamente il suo blog è una specie di bunker del cazzo dove lei si mette virtualmente all'entrata e con la faccia di culo che si ritrova- detto con amore- dice tu si tu no tu si tu no tu si tu no tu si tu no vabbè, il concetto è chiaro.
così, siccome sono la Boccadoro di narciso e la psicosi da egocentrismo edonista di Tizio, allora faccio un copia incolla, così tutti potete vedere che almeno lei ancora mi vuole bene.

Mia sorella è un calzino bucato.
Mia sorella è il ferrettino perso tra i miliardi di capelli che ricrescono.
Mia sorella è un fischio lungo e un suono breve.
Mia sorella è altissima.
Mia sorella ha un codice segreto con il quale decifrare le situazioni.
Mia sorella è bella.
Mia sorella ha le dita più lunghe del mondo (anche dei piedi).
Mia sorella ha troppe borse e in ognuna, (dentro), ci vive.
Mia sorella si chiude sempre la porta alle spalle.
Mia sorella ride come il sole quando sorge.
Mia sorella inizia per M e finisce per O.
Mia sorella è pane duro e mollica imbevuta di olio.
A mia sorella piace la carne.
Mia sorella coltiva fiori invisibili.
A mia sorella non piacciono le famiglie.
Mia sorella è un camminare dinoccolato, infatti ondeggia.
Mia sorella è un pensiero che precede.
Mia sorella si svegliava di notte e forse anche adesso.
Mia sorella sogna le parole.
Mia sorella sa tutte le parole del mondo.
A mia sorella non piacciono le sorprese.
Mia sorella scriveva sui muri e forse anche adesso.
Mia sorella è cemento molle e pasta di sale.
Mia sorella è lenta perché è sempre stanca.
Mia sorella non si pettina mai i capelli, ma si lega bene le scarpe.
Mia sorella si firma male perché ha un nome troppo lungo.
Mia sorella rompe tutte le cose che usa.
A mia sorella non piacciono le persone pazienti.
Mia sorella gioca poco, mentre prima giocava tantissimo.
Mia sorella vive in posizione fetale, ma non vuole che si sappia.
A mia sorella piaceva registrare voci e forse anche adesso.
Mia sorella non ha mai fatto un puzzle in vita sua

In ultima analisi concordo in toto, tranne che per l'altissima perché, voglio dire, 1 metro e 65 che poi diventano 1,70 con i tacchi, o anche più, dipende dai casi, non mi pare proprio una roba da cavalla danese, ma forse siccome lei misura 1,50/55 al massimo è normale che tutto sia relativo.

Ah, ancora una precisazione: siccome mi sono arrivate delle lamentele da fanciulle cosiddette amiche per via di quello che ho postato ieri notte quando ero ciucca come uno zio meridionale a un banchetto nuziale, e cioè che le donne che frequento volentieri sono solo due o tre, mi correggo e attribuisco questa figura di merda all'alcol aggiungendo che non sono due o tre ma un po' di più, ma che di certo non superano la decina.
Vabbò Carolì? si cuntenta?
Carolina ( ovvero detta anche Pialla per via dei reggiseni dalle misure con i numeri negativi)

voglio un cuoco... a domicilio


Appena tornata che ho una fame che mi mangerei pure tua madre.
Mangiato niente tutto il giorno però.... eh però bevuto che trabeccolo dalla sedia girevole e son anche caduta tre volte con la bici. Raccolta dall'amica Valentina e da alcuni tipi, per tre volte diversi che sopraggiungevano a togliermi dall'impiccio.
Io adoro gli uomini
Le donne no, a parte l'amica Valentina e un paio d'altre. Forse tre.
Oggi brutta giornata.
Cioè una giornata in cui la gente mi dice cose brutte oppure non mi dice quello che mi aspetto che mi dica.
Su quello che mi aspetto che mi dicano, vabbè, ci può pure stare che mi sbagli, ma sul fatto di prendere insulti gratuiti perchè non sono sufficientemente invasiva nel traffico, e che cazzo, e lasciatemi stare!!!
L'amica Valentina dice che mia madre, cioè che io dovrei vedere mia madre anche come una donna che ha le sue esigenze, però io le rispondo che la donna che ha le sue esigenze in fondo è pur sempre mia madre...
L'amica Valentina dice anche che quando hai una certa bisogna smetterla di considerare come bisogno prioritario di tua madre quello di venire a trovarti se capita per caso in città. Dice che è una forma mentis adolescenziale.
ma io mica ne sono tanto convinta.
Cmq devo postare la telefonata fatta al pazzo solo che ora non ce la posso fare che sono ubriaca come una zampogna, che ho fame e niente da mangiare, che son sola che nessuno mi vuole bene, l'avevo già detto che nessuno mi vuole bene? e che se voglio risolvere questo problema del cibo devo uscire di nuovo, solo che non ne ho voglia e probabilmente non ce la farei a scendere le scale o forse a risalirle, dipende dai punti di vista.
L'altro giorno mi sono fatta il caffè di primo mattino e poi sono uscita. Quando sono tornata ho sentito appena varcata la soglia una inconfondibile fragranza di suicidio, praticamente c'era la manopola del gas girata dalla parte contraria alla vita ed erano tipo le due del pomeriggio che ero stata via almeno 6 ore.
Il gatto era spalmato a macchia di vomito sul tappeto mentre Jess con la mascherina minacciava di farmi causa.
Questo è un post inutile, ma posso dire ancora una cosa?
al pigneto si rimorchierebbe un casino, cioè, esci di casa e un uomo lo trovi, anche due, anche tre, anche quattro, devi solo scegliere, però poi finisce che non ti piace niente e altro che mi innamoravo di tutto.
Farfallulaaffamata rivolgimi l'8x1000 o dammi un cuoco, baby

mercoledì 4 luglio 2007

Quando arriva il momento di quagliare i romani ti lasciano sempre insoddisfatta....


Anche se non è un blog erotico, questo titolo ci sta proprio bene lo stesso.

Mi riferisco alla capacità degli oriundi capitolini di dare informazioni stradali.
Cioè loro non sanno mai dov'è una strada e quale sia la direzione giusta però.. eh.. però.
In pratica fanno finta, inventano, commedia dell'arte allo stato puro, Plauto regnat, farse micidiali piene di vai de qua gira dellà pija dallantra parte ecc che loro non conoscono la differenza tra la destra e la sinistra e nemmeno hanno in mente una topografia normale, la mappa, no? quella digitale, macchè..loro sono tutto analogico e pietroni antichi, loro dividono il mondo in de qua e dellà dell'acquedotto, de qua e dellà der colosseo, de qua e dellà della tangenziale est. .

Sta mattina vado in culo ai lupi a fare lezione a un tipo che giuro te lo raccomando in quanto a lucidità e prontezza di riflessi ( ma poi ci torno) con free che già ha macinato 12,56 Km come dice virgilio mappe ma poi mi perdo, ovviamente come succede a tutte le persone normali che circolino in questa città. Che tu tipo prendi una traversa pensando che le parallele non siano solo concetti acquisiti teoricamente alle superiori ma che si trovino giustamente anche in natura, cioè nell'esperienza di tutti i giorni e invece giri l'angolo che siccome è senso unico devi per forza e poi Bum, ti sei persa perché quella parallela non esiste, la strada di prima che ti sei lasciata alle spalle è scomparsa e ti ritrovi a girare a girare a girare fino a che non capisci più un cazzo e ti ritrovi al mare.
Ecco in questa condizione chiedo a un vecchio dove sia via trionfale e lui ovviamente non lo sa ma me lo vuole dire lo stesso.
- Dovrebbe esse da ste parti
Grazie al cazzo nonno, ora si che sto in una botte di ferro
-Lo sa o no?
- Mah.. numme ricordo bene ma sta da ste parti
chiedo a un altro, giovane e tarro quanto Tyson
- Allora si... vai dellà poi vedi na stradina che s'enfila e ce vai
Allora adesso, non è che voglia fare la polemica per forza, ma che cazzo vuol dire una stradina che s'enfila? s'enfila dove?
vabbè alla fine m'enfilo questa stradina che dico io uno se la immagina un po' diversa visto che la mappa mi dice chiamarsi via TRIONFALE e poi ti ritrovi un vicolo lercio che ci rimani pure male.
Arrivo in questo posto dopo aver scalato un monte che il monte Ararat gli fa una pippa ebraica e una donna brasiliana inquartata sia di soldi che di rotoli di trippa, simpatica che ride sempre mi fa entrare e mi dice.
- Mio figlio si è appena svegliato
Ore 12:45
Dopo 15 minuti Figlio arriva e gesùgiuseppeemmaria
Cioè, un gran figo per la verità. 18 anni, ormone selvaggio, cazzo vispo, tu pensi ( cioè io) e invece appena apre bocca ti accorgi di avere di fronte un fattone che più fattone non si può, uno che Cristiana F al confronto è Madre Teresa.
Cioè, fatto.
Fatto d'eroina, con gli occhi a mezz'asta e le bavette agli angoli della bocca.
Morale, la prima ora passa nel tentativo assolutamente fallimentare di fargli memorizzare alcunchè: prima una pagina poi un periodo poi una frase poi A e niente, impossibile
Allora gli faccio
- Non puoi fare l'esame di maturità strafatto
e lui niente, allora gli dico
- Poggia qua sta capa tanto che ti ritrovi piena di niente e aspettiamo lo scadere delle due ore perché io devo essere pagata.
- Ok
fa lui. Ok...
Poi volevo anche dire che tutti gli accessi alla via di casa mia mi sono attualmente interdetti tipo che per tornarmene a casa devo fare un giro di Peppe che Peppe stesso si sconvolgerebbe.
Tutto ciò a causa di una merdosa fiction detta Cesaroni, che racconta a quanto pare di una famiglia romana il cui attore principale è quel quarto di bue zarrissimo del figlio del doppiatore famoso, quello che è morto, il doppiatore dico, non il quarto di bue.
ecco.
Litigato con la madre, che poi quando questo accade, regredisco a stadi infantili da dolore al duodeno. E poi mi dico per tutto il tempo che non mi vuole bene nessuno e passo le ore a esser triste...

Ah.. fondamentale: domani mattina prima di uscire mi devo ricordare di chiamare il Pazzo e disdire l'appuntamento ( direte, perchè non lo puoi chiamare anche dopo? il fatto è che il Pazzo, in quanto tale, mi ha detto che non ha un cell e che posso chiamarlo solo dalle 7 alle 8 del mattino e poi mai più.)
Pensate come sto! e per giunta non mi vuole più bene nessuno.
P.S l'ho già detto che non mi vuol più bene nessuno?

Il mio meccanico si chiama Chiave Inglese, Inglese di nome.



Ma è mai possibile che il capo della polizia si chiami Manganelli?

Manganelli, un nome, una garanzia...
.
.
una manganellata nello stomaco prima di andare a dormire o appena svegli, come più vi piace..

lunedì 2 luglio 2007

Ho dato appuntamento a un pazzo

Sono che infilo perline di madremerda in numero di dieci per segmenti di 10 cm di sottile fil di ferro comprato dal ferramenta.
Dal ferramenta c'è un uomo che a occhio e croce dovrebbe star già orizzontale nella bara e invece è lì, dietro al bancone a distribuire bulloncini, cartavetro, colla universale e chiavi d'acciaio spacca lucchetti altrui.
Ne ho già infilate 1242 ma ancora non è abbastanza, che così mi vien fuori un cubo due quadrati due bastoncini e ne avanzano due, di perline di madremerda che sono le unità..
Male alla schiena che divento cieca, le dita gialle del colore delle perline madremerda, comprate a piazza Vittorio dal cinese bazar, cancerogene di sicuro, pagate 15 euro ( moltacci tua).
Il cinese dall'età biologica inesprimibile mi fa
- Quelle pelline.. 5 eulo pacco
- Quante ce ne sono?
- quattlocento glammi
- Si ma quante sono
-Quattlocento glammi
- Non voglio sapere il peso, ma il numero
-Numelo?
- Quante cazzo...
prendo la busta di madremerde perline e faccio
- Un, due, tre, quante?
- Ah, quante numelo!! contàle, io non so
-Contàle? io contàle?
-Contàle contàle!!
passata una ora e 45 minuti per contare sacchetto di madremerde perline giallo cancerogene.
alla fine comprato 3 pacchetti che appunto 15 euro.
Ora infilo perline madremerda come un bambino cinese farebbe con maggiore maestria e velocità nel laboratortio sotterraneo del suo sfruttatore, pagato 5 centesimi ogni ora o ogni 6739 madremerde perline infilate.
Lui almeno è pagato.
Io no e tutto ciò a causa di quella babbiona della Montessori che se avesse scopato di più nella vita forse non si sarebbe inventata ste cazzate sul sistema decimale eccetera eccetera...
Squilla il telefono sta mane, prima dell'avventura delle madremerde perline giallo cancerogene.
- Pronto
- Ash ash ash..Pronto?
Ansima
- Si pronto
- Ashashashsah... pronto?
- Si
dico
- Prontissima..
- Ashashashash Salve, voi date ripetizioni di greco?
Voi? VOI?
del tipo io e Jess? ma Jess da lezioni di aramaico, non di greco...
- Beh, io si...
- Ecco, ashsahsahsah.. sentite, sono uno studente ashash avrei bisogno di ripetizioni di greco
- Um..hai avuto un debito formativo?
- Hem...no ashash ashash sono uno ashashash studente universitario..
Cik.
qualcosa mi fa cik dall'interno delle pareti dello stomaco...
- Ashash asssshhh vorrei imparare il greco, ashash shashsaa mi servirebbe perchè incontro tanti nomi in greco..
- Ma che studi?
- Scienze politiche ashash ashahsahssah
Manco avesse detto medicina..
- Ashashash ma voi siete giovane...ashashash
Non capisco se si tratti di domanda o affermazione ma mi fa schifo in entrambi i casi... me lo immagino con quella voce nasale con i capelli appiccicati alla fronte da quintali di forfora collosa e giusto per metterci un carico da novanta, me lo immagino pure con una mano nelle mutande mentre ansima e ansima e mi da del voi..
- Parti da zero?
- Ashahsah io parto da termini.... preferirei ashashash ash venire io da voi
- Intendevo se hai già qualche nozione..
- Ashahsashsh cioè
- Conosci L'ALFABETO? ALFA BETA GAMMA DELTA ...EH?
- Ashahsah no ashashhssa... però io vorrei leggere anche le tragedie
- Quelle puoi già leggerle, chi te lo impedisce
- No ashash ioash ash vorrei leggerle in greco..
Sta fuori come un culo
- Beh, mi sembra un tantino prematuro
- Però ash ash io sono disposto se voi siete disponibile ash ash ash
Aò, disponibile un cazzo... che pausa lunga sta facendo?
- Ash ash.. capite? io posso fare anche tutti i giorni due ore..
Merda.. rapido calcolo.. 25x2x7 ... cazzo 350 euro a settimana..
- possiamo fare ash ash ash venerdì primo pomeriggio?
Mi fa.
Panico... si, cioè no, mannaggia, ma uno normale no, eh? e che cazzo ha da ansimare poi?, forse è asmatico, forse è obeso...sicuro che gli puzza anche il fiato... e se è uno schifoso incrinato di quelli che collezionano foto di lampadine fulminate e si ammazzano di seghe osservando i piccioni che si accoppiano??? e se fosse solo un povero imbecille di quelli turbati dalla mamma e dalle melanzane sott'olio, amante della cultura senza amici e senza donne da sempre? mannaggia l'avidità, perchè è a causa dell'avidità che, morale della favola, mi ritrovo a dargli un appuntamento.
Ma prima di riattaccare l'ultima chicca
- Posso sapere quanti anni hai?
- Ashahshash. ashash ah tra i venti ashashashah e i trentacinque..
Ecco, botta finale, è un pazzo.
- E voi ashash hsahsah ashsha?
e io
- Ok allora a venerdì, ti saluto... ciao
Fine della conversazione. Mi vien da vomitare e ci andrei anche nel mio vomitatoio personale, solo che non ho ancora mangiato niente...
Ora sono qui che infilo perline e vorrei impiccarmi perchè gli ho anche dato l'indirizzo di casa e se è uno spostato vero, di quelli che proprio te li raccomando, sono fottuta.
E' ovvio che in un secondo momento di maggiore lucidità, scevra dalla bramosia di lucrare sulla sua ignoranza, ho deciso che lo richiamerò e gli dirò che nun se .. tipo, scusami tanto ma NOI non siamo disponibili, addio pippaiolo incallito...ciao e buon raspone con la schiena curva sulla scrivania e i libri con le pagine tutte appiccicose...
Ma intanto metti che si presenta lo stesso? dopotutto ha il mio indirizzo e anche il mio numero di telefono.. vabbè vorrà dire che mi preparerò a bollire 90 litri d'olio e lo aspetterò alla finestra.