mercoledì 17 novembre 2010

EHHHHHHHHH?

M'è venuta una specie di otturazione cosmica occipitale che coinvolge tutta la parte superiore del cranio dal naso in su. Mi sento come se una cessa massaia chiatta della prova del cuoco, di nascosto, mi avesse sezionato il cranio orizzontalmente e l'avesse riempito di carne tritata, besciamella e pan grattato come si fa con il culo di uno stupido tacchino.
Ora, questa sorta di massa informe meglio definita come massa informe, mi preme sulla capacità di ragionare lucidamente.
Non che prima fossi campione mondiale di ragionamento lucido, però insomma, da qui a vagare rintronata come un'ameba ce ne passa. Intanto non faccio altro che produrre questo verso: ehhhh? non perchè non ci senta bene, sentire ci sento, ma proprio perchè la massa informe mi impedisce di afferrare al volo anche il più semplice dei concetti, questo fatto mi inquieta perchè ho come l'impressione di perdermi quelle scelte cruciali riguardanti la mia vita privata che fanno la differenza.
- Crudo o cotto?
- Ehhhhh?
- Il prosciutto, crudo o cotto?
- Ehhhh?
- Cru-do o cot-to
-Ehhhhh?
- Avanti un altro
Mi sento vulnerabile e socialmente catarifrangente. Vulnerabile perchè in queste condizioni chiunque potrebbe indurmi a fare cose che non oserei mai fare o che mai approverei nei momenti di massima efficienza cognitiva.
- Toccano a te i piatti
- Ehhhhhh?
- Devi lavare i piatti
- Ma non li ho lavati anche ieri?
- ... devi far qualcosa per questo brutto raffreddore.. intanto tieni questi..
- Che sono?
- Un rimedio omeopatico per la congestione delle vie respiratorie
- Sembrano...
- Si, sembrano ma non sono, sono un rimedio omeopatico.
- ...
- Li infili nelle mani, apri il rubinetto e cominci a insaponare.
- ....
- Sono impermeabili
- ....
- Sono gialli, ma se preferisci ce n'è un altro paio verde..fati tu

Catarifrangente perchè quando hai il raffreddore la gente ti evita e non è che lo faccia subdolamente come è più portata ad agire in genere, ma il suo disprezzo, misto a terrore per un ipotetico contagio, te lo manifesta apertamente.
- Ma cos'hai?
- Ehhhhhh?
- Sei raffreddata?
- Ehhhh?
- Stammi lontana
- Ti avevo portato un caffè
- Non fare un passo di più, sono armato
- ....
- L'agente Morgan ha appena chiamato i rinforzi, poggia a terra il caffè con calma e allontanati a mani alzate
- ....

Poi ho questa voce, del tipo che dal momento che respiro con la bocca, giustamente parlo con il naso. Ho un tono talmente nasale ma talmente nasale che il presidente dell'associazione piemontesi a Roma mi ha chiamato per propormi di diventare socio onorario.
E io ovviamente ho risposto: Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh?

mercoledì 10 novembre 2010

ODISSEA ITALIANA



L'italia nel ruolo di "Itaca".
Berlusconi e il suo governo nel ruolo di "I Proci".
Bersani e il PD nel ruolo di "Telemaco".
Penelope nel ruolo di "Fini".
Nichi Vendola nel ruolo di "Ulisse".
Rosi Bindi nel ruolo di "Atena"
Libro primo:
sintesi
Atena va da Telemaco a dirgli:
- Aò, a Bambalotto, datte na svegliata, qua se stanno a magnà tutto.
Telemaco prende allora coraggio e decide di affrontare in parlamento i Proci usurpatori.

Libro secondo:

Il mio padre io perdei! Che dico il mio?
Popol d’Itaca, il nostro: a tutti padre,
Più assai che re, si dimostrava Ulisse.
E a questa piaga, ohimè l’altra s’arroge,
Che ogni sostanza mi si sperde, e tutta
Spiantasi dal suo fondo a me la casa.
Noioso assedio alla ritrosa madre
Poser de’ primi tra gli Achivi i figli.

L’intero dì nel mio palagio in vece
Banchettan lautamente, e il fior del gregge
Struggendo e dell’armento, e le ricolme
Della miglior vendemmia urne votando,
Vivon di me: né v’ha un secondo Ulisse,
Che sgombrar d’infra noi vaglia tal peste.
Io da tanto non son, né uguale all’opra
In me non si trova esperïenza e forza.
Oh così le avess’io, com’io le bramo!
Poscia che il lor peccar varca ogni segno.
E, che più m’ange, con infamia io pero.
Deh s’accenda in voi pur nobil dispetto;
Temete il biasmo delle genti intorno;
Degl’immortali dèi, non forse cada
Delle colpe de’ proci in voi la pena,
L’ira temete. Per l’Olimpio Giove,
Per Temi, che i consigli assembra e scioglie,
Costoro, amici, d’aizzarmi contro
Restate, e me lasciate a quello in preda
Cordoglio sol, che il genitor mi reca.

Che arroganti rivali ad opre ingiuste
Trascorran ciechi della mente, io taccio.
Svelgono, è ver, sin dalle sue radici,
La casa di quel Grande, a cui disdetto
Sperano il ritornar, ma in rischio almeno
Porgon la vita. Ben con voi m’adiro,
Con voi, che muti ed infingardi e vili
Vi state lì, né d’un sol moto il vostro
Signore ìnclito aitate. Ohimé! dai pochi
Restano i molti soverchiati e vinti".

A conclusione del discorso di Telemaco, i Proci vili infingardi approfittatori, si fanno una gran risata e continuano a mangiare a sfondo e a bere a gargarozzo. Il leader della coalizione si intrattiene con quattro ancelle minorenni.

Telemaco disperato, prende la via del mare con la speranza di aver notizie di suo padre, Ulisse.
Penelope, va a coricarsi sul freddo talamo mentre intanto indugia sul da farsi.
Disfa la tela per ritesserla il giorno dopo.

Continua...ovviamente