mercoledì 22 luglio 2009

LA STORIA DELLE SUORE

Una volta ho tentato di denunciare le suore del convento-convitto-ristoro-parcheggio bambini di fronte casa.

Quella volta telefonai alle suore del convento-convitto-ristoro-parcheggio bambini di fronte casa esasperata dagli schiamazzi dei bambini parcheggiati nel cortile dalle 8 meno un quarto del mattino alle 8 meno un quarto della sera, in una continuità di parcheggio, senza pause pranzo merenda cena.

Ho pensato che non gli dessero nemmeno da mangiare a quei bambini parcheggiati nel cortile dalle 8 meno un quarto del mattino alle 8 meno un quarto della sera o che al massimo gli lanciassero una fetta di mortadella marcia da afferrare al volo, come si fa con le bestie allo zoo quando ti compri le noccioline apposta.

Ho pensato che quelle suore sadiche e arroganti affettassero poche fette di mortadella marcia così da scatenare la rissa ogni volta che all'una meno un quarto i bambini parcheggiati nel cortile tentavano a colpi di sciabola l'uno contro l'altro di accaparrarsi il pane quotidiano.

Ho pensato che non ce l'avrei fatta a sopravvivere a un'altra estate di schiamazzi continui di bambini bestemmioni truci e sgarrupati parcheggiati nel cortile delle suore dalle 8 meno un quarto del mattino alle 8 meno un quarto della sera, così telefonai.

Dopo la telefonata pensai che sarei andata al poligono per diventare tiratore scelto.

La suora arrogante incartapecorita e con la fuffa nelle mutande mi disse che potevo schiattare anche subito e che lei qualora fossi davvero schiattata sarebbe venuta a sputare sul mio cadavere e a pisciarci sopra con la sua urina infuffita dalla fuffa nelle mutande.

Io allora risposi che avrei sporto denuncia ai carabinieri perché ci doveva pur essere una legge a tutela del sonno pomeridiano di anziani e neonati e che non potevano sbattersene così spudoratamente in nome di quelle 1000 euro a settimana che ogni bambino parcheggiato bestemmione truce e sgarrupato mollava loro come mazzetta.

Le dissi anche che come parcheggio a ore mi sembrava davvero un po' caro.

Lei rispose che potevo morire schioppata sotto l'autobus di linea 810, quello che va in vaticano, che il tragitto è abbastanza lungo e che in mezz'ora sotto quell'autobus mi avrebbero raccolto con il cucchiaino e lei poi sarebbe venuta a pisciare sopra a quel che rimaneva di me con la sua urina infuffita dalla fuffa nelle mutande.

Le dissi che visto che così stavano le cose, l'avrei denunciata di certo.

Mi rispose che potevo denunciare quella cespa di peli ammuffiti che aveva nelle mutande.

Ai carabinieri telefonai dicendo che la suora mi aveva minacciato di piscia e di morte e che volevo sporre denuncia contro il convento-convitto-parcheggio bambini e contro il vaticano e il papa e dio e tutto sant'Anna e Maria.

Il carabiniere mi disse che non aveva proprio idea di come si dovesse fare per denunciare dio così mi consigliò di telefonare più tardi quando sarebbe arrivato il suo superiore, che magari il superiore lo sapeva come fare per denunciare un altro superiore.

Nel frattempo richiamai la suora cercando di trattare.

Brutta puttana mancata, le dissi, sarebbe così gentile da venire incontro ai residenti di questo sputo di strada che voi dominate dall'alto del vostro cesso di castello-convento-convitto medievale?

Non potendo spacciarmi per un neonato per un anziano ribadii il fatto che il disturbo della quiete pubblica è punibile per legge e che qualora mio nonno di 129 anni fosse morto a causa dell'impossibilità di fare la pennica pomeridiana e mio figlio di 4 mesi sarebbe impazzito perché sottoposto alla tortura del sonno ogni giorno dalle 8 meno un quarto del mattino fino alle 8 meno un quarto della sera, sarei andata al poligono e avrei preso il brevetto da cecchino e avrei fatto un bel kennedy a tutti in quel cortile di bambini a parcheggio a cominciare da lei, ovviamente, che non avrei ucciso subito, ma per ultima, lasciandola a scolare stile colapasta dell'ikea mentre osservava le mille euro a bambino svanire come acqua santa evaporata.

Allora lei rimase in silenzio per un po'. Dall'altro capo avvertivo il suo fiato nauseabondo di cipolla e porchetta d'Ariccia, l'odore acre del sudore appallottolato a ridosso del baffo, i tarzanelli di saliva che univano un labbro all'altro come le sbarre di regina caeli..
Dopo un breve cedimento di sfintere mi rispose.

Mi disse che mi aveva visto dalla finestra, che mi avrebbe aspettato ogni giorno e ogni notte nascosta dietro ai cassonetti, imboscata in ogni angolo di strada, infossata in ogni buca e che mi avrebbe ucciso a colpi di paletti d'argento nel torace.

Mi disse che avrebbe manomesso i freni dell'auto, che avrebbe bucato le ruote del motorino, che avrebbe dato fuoco alla mia casa, che avrebbe sterminato tutta la mia stirpe a cominciare dai primogeniti mentre già preparava una pupazza con le mie fattezze e gli spilloni dorati ce li aveva nel reggiseno.

Questo mi disse e fu allora che rinunciai alla denuncia.

Contro il demonio possiamo ben poco.