giovedì 14 agosto 2008

LOCARNO PIZZA E FICHI



Ecco.
Il festival.
Una figata.

Il film piu' bello in assoluto ( tra quelli che ho visto) e'... ma che ve lo dico a fare tanto in Italia non lo vedrete mai.

Gli svizzeri sono un popolo affascinante. Che dire dunque.. sono precisi; hanno tastiere strane senza vocali accentate ne' il tasto canc; parlano una fraccata di lingue per cui ti puo' capitare di essere accanto a un tavolo in cui sei persone parlano tra di loro in inglese -francese -tedesco -italiano- ticinese e burundi rispondendosi ognuno a cazzi suoi eppur capendosi amorevolmente; guidano solo macchine da papponi e praticano lo sport del tiro all'utilitaria; sono banchieri; sono gentili; hanno il franco svizzero e il franco, sappilo, non ti ama, anzi, si direbbe che gli stai proprio sul culo; hanno un look studiato apposta per loro da uno stylist cieco e monco, sono divisi in cantoni ma il loro sentimento identitario nazionale e' forte tanto quanto la sensazione di solidità ( ho trovato le vocali accentate) che provi quando ti siedi in stazione Termini e centri in pieno sulla chiappa destra il cewingum che lo stronzo di turno ha abbandonato sulla panchina; si nutrono discretamente perché l'influenza italiana del magnamose du spaghi fatti co li contro cojioni è si forte e dura, ma la cosa più meravigliosa che il popolo svizzero è riuscito a produrre è, coltellino a parte, il festival di Locarno.

Presente il cinema indipendente americano? presente l'impegno sociale, politico che in Italia noi abbiamo stipato nello scroto? presente Osare, Sperimentare, Finanziare, Promuovere Giovani talenti? presente il Cinema di qualità? ecco, Locarno è questo e molto altro. E' anche niente tappeti rossi, niente divi, niente star, niente teste di cazzo ( Nanni Moretti a parte, ma quello in fondo un po' lo si odia e un po' lo si ama proprio come un dito nel culo).
Ma ora qualche informazione sulle mie condizioni psicofisiche: soffro di atroci cervicali, di iperbolici sbalzi d'umore, sono raffreddata, ho cronicamente freddo. Ho avuto talmente freddo che presa da raptus da abbigliamento inadeguato, pantaloncini giro figa e canotta ( inadeguato per me visto che la pellazza dura dei frequentatori del festival sembra non essere minimamente scalfita dalle basse temperature e dalla pioggia costante) sono stata costretta a comprare maglione cartonato e jeans Suisse style con Franco contro. Sono talmente strani questi jeans che mi danno l'aria di un effeminato adolescente nazista con troppi capelli.
Cmq.
Mi piace il clima internazionale che si respira a Locarno, ( gente più a sud di Roma non ce n'è) mi piace poter riesumare un po' di francese; qualche ora fa in sala Fevi c'è stata una mezza rissa perché il tizio-presentatore di film ha preso a presentare l'unico film italiano in concorso in lingua francese. Una donna italico-cantonata ha urlato: presentalo in italiano! siamo o non siamo nel cantone italiano?; Il tizio-presentatore ha precisato: in Suisse si parlano tre lingue e anche nel cantone italiano, allora subito un tizio crucco-cantonato ha ribattuto dicendo : allora presentare anke in linkua krukka! perkè mai nessun film essere presentato in linkua krukka? Poi è cominciato il film e allora i campanilisti linguistici si sono azzittiti e meno male perché devo proprio dire che gli italiani, quelli bravi davvero e non i lacchè né i baroni, il cinema lo fanno veramente bene.
Ultima chicca, fonte di cervicali, mal di schiena, cattivo umore e raffreddore: DORMO IN UN FIENILE.
Si, un fienile.
F-I-E-N-I-L-E.
I
E
N
I
L
E
Cioè, proprio un fienile, stile casa nella prateria. Tu metti il sacco a pelo su quintali di balle di fienO sintetico e dormi in una specie di stalla con tetto pregnante di ragnatele e fori che definirli spifferi è indice di superba eleganza da parte mia. Ovviamente essendo una stalla gigantesca, non è che può capitare che tu condivida la paglia con le vacche, ma con altra gente si, in particolare ho notato essere sistemazione prediletta da famiglie crucche, composte di: figli in numero di tre, padre gigantesco, madre gigantesca, prole grossa quanto vitelli.
Tutto ciò per la modica cifra di 27 franchi par nuit ( 1 franco sta 70 centesimi di euro, per inciso: con un franco non ci compri una bella minchia ma neanche con 10, un bicchiere d'acqua costa 4 franchi).
La stalla della casa nella prateria ( chiamatemi Laura Ingles) è a 2 trascurabilissimi km dalla fermata dell'autobus, due km da percorrere in salita, su per le montagne, in sterrati, al buio, con una cazzo di torcia da mezzo watt, tra bestie di tutti i tipi che si acquattano facendo frou frou fra le fratte.
Qualcuno racconta di aver incontrato anche dei cervi.
Inutile dire che tornare all'una di notte e inerpicarsi su, alla ricerca della stalla perduta, ha il suo fascino ferino anche se io continuo a cagarmi addosso dalla paura ad ogni mezzo passo.
Ora ciao, scusate ma ho della mungitura che mi attende.