martedì 14 ottobre 2008

CIOE' E BASTA!

Cioè e basta è una tipica frase senza molto senso detta da chiunque, causa atroci sofferenze, stia delirando dal capezzale di un letto lurido e intriso di sudore e scaglie di pelle morta ( assieme a fazzolettini venduti da zingari ai semafori appallottolantisi sotto il culo e dietro la schiena- i fazzolettini appallottolati e non gli zingari-).
Torno or ora felice felice dall'ennesimo colloquio colloquio con Ciuffo Ciuffo.
Ieri:
Big Dick- Stai troppo male, devi tornare da Ciuffo
Farf- Ancora!?
B.D- Si, devi costringerlo a prescriverti qualcosa di più efficace, di più forte
Farf- Magari delle iniezioni...
B.D- Uhm
Farf- Potresti farmele tu!
B.D- No, non sono capace, no, non posso farlo
Farf- Ma dai, cazzo sarà mai
B.D- No, non puoi chiedermelo
Farf- Dai
B.D- Giammai, non profanerò il tuo culo
Farf- Per favore?
B.D- Non medicalizzerò il tuo culo
Farf- ...
B.D- Non reificherò il tuo culo
Farf-...
B.D- Non de-erotizzerò il tuo culo
Far- Va bene basta.
B.D- Non permet..
Farf- Ho capito
B.D- Non..
Farf- Hai paura degli aghi

Così insomma niente iniezioni.
Ieri notte stavo così male che ho creduto di soffocare.
Senza respiro. Davvero. Ho pensato: ora muoio, mi implode il torace, dal naso non passa una cippa di niente, dalla bocca emetto fischietti tipo ottantenne fumatore malato terminale dai polmoni incancreniti, così domattina quando verrà da me Orhan Pamuk e mi troverà stesa, col collo gonfio e nero come una porchetta d'Ariccia, la faccia trasfigurata, gli occhi di fuori, colorito bluastro per nulla rassicurante, dirà:
büyük ünlü uyumudur kökenli sözcükler oluşturmaktadır!,
che vuol dire più o meno: Azz!.
La mia presentabilità cadaverica sarà così compromessa per sempre assieme all'estetica della salma e alla riuscita del funerale in stile radical-cinico, profilo edonista ma non troppo.
Dunque in preda all'asfissia, alle 3 di notte prendo free e vado verso la farmacia notturna di quelle super barricate manco dovessero arrivare masse di zombi ticket-esenti a chiedere cervelli da banco in compresse.
Suono il campanello notturno della farmacia notturna arriva dunque il farmacista notturno e anticipando ogni mio afflato soffocato, mi fa
- Non diamo più siringhe gratis
Ma perché non ti infili un filo elettrico su per il culo caro farmacista notturno?, mi viene da dirgli, non sono mica una tossica del cazzo! Ma non lo dico perché il fiato è poco e come dice Etgar Keret, quando hai l'asma le parole contano, diciamo che più che contare hanno proprio un peso specifico speciale particolarmente significativo e che vuol dire esattamente: VENTOLIN.
Insomma prendo il buon ventolìn che nei casi disperati spesso ti salva il culìn e mi riservo di tronarci il giorno dopo con una mazza di ferro battuto a spaccargli la faccia e anche tutte le vetrine e gli occhiali a culo di bottiglione per avermi scambiato per una tossica qualunque c'hai 10 centesimi me manca n'euro pe'er biglietto eccetera eccetera..
Comunque a parte tutto, domani mi tocca incontrarmi con Ciccio Petecchia, presto, prestissimo, alle nove.