sabato 29 agosto 2009

SBERLO

Cosa succede nel frattempo in Italia.
Intanto per esempio succede che Rai e Mediaset all'unisono, ma si potrebbe anche dire Raiset e Mediai, o se volete televisioni di, pilotate da, manovrate da, strumento del potere di un certo SBerlo si rifiutino di trasmettere il trailer di questo film, presentato al 66° festival di Venezia.
Niente pubblicità per Videocracy sulle reti del re.
Ora il film esce il 4 settembre e ovviamente il pubblico dal dente avvelenato riempirà le sale, il problema di fondo però, sollevato dal film stesso, è che l'80% degli italiani attinge informazioni sul mondo direttamente ed esclusivamente dalla televisione, perciò, belli de mamma, alla fin fine, come dire, ce la cantiamo e ce la suoniamo sempre inetr nos dunque sperare che l'ago della bilancia si sposti anche solo di impercettibili millesimi di grammo, è pura fantascienza.
Questo il trailer di cui ci sono altre versioni non meno inquietanti e che vi invito a cercare sul web.
Succede poi che lo stesso SBerlo di cui sopra decida consigliato dalla sua manica di avvocati che puzzano di zolfo di citare in giudizio Repubblica a causa del famoso decalogo di quesiti in realtà fin troppo mollicci nello stile 'quanto siamo educati quanto siamo carucci e che bon ton noi di sinistra' reputate invece -ah ah ah ah- diffamatorie dal premier e dal suo entourage del maligno.
Morale, o meglio, Im-morale della favola, non è che si sia risposto neanche a mezza domandina tanto educatamente posta, ma - udite udite- è stato chiesto un risarcimento danni per un milione di euro al gruppo espresso.
Wow! Allora visto che ormai s'è tutto irrimediabilmente capovolto, io mi faccio istallare due ruote al posto delle mani e da oggi in poi vado in giro pattinando a testa in giù, con la gonna che mi si rovescia sulla faccia.
Leggetevi l'articolo su Repubblica, non mi sforzo a riassumere, è facile, si clicka e via, scoprirete anche che sotto le scudisciate degli squali c'è pure la stampa estera, El Pais e Le Nouvel Observateur.
Per quanto mi riguarda, ormai non riesco neanche più ad incazzarmi. E' come se il mio corpo avesse sviluppato anticorpi grossi come pantegane e avesse cominciato a badare solo alla propria vigliacca spravvivenza rendendosi immune al virus.
Come se, rendersi e ritenersi inataccabili dalla propaganda, sia già di per sè una gran conquista che permette di assicurarsi la salvezza, se non del proprio di dietro, almeno della propria anima, almeno di quella.
A proposito di di dietro, tornando al feceto che forse come tono mi si addice di più rispetto al tragico-apocalittico, vi informo che un'altra farfagaffe è stata consumata un paio di sere or sono.
Ristorante.
La signora va in bagno.
La signora torna dal bagno.
Nel tragitto di ritorno incrocia 178 camerieri, di cui uno inginocchiato a riassemblare roba in uno scaffale rasoterra che la guarda dal basso verso l'alto a lungo, mooolto a lungo.
In generale tutti la guardano a lungo, mooolto a lungo.
La signora torna a sedere. Venti minuti dopo l'allegra comitiva si congeda. Gli uni in una direzione gli altri in quella opposta.
Quelli nella direzione opposta, in un ultimo retrosaluto fanno dunque notare alla sottoscritta signora di avere il simpatico deretano, nello specifico della serata anche perizomato, in totale bella mostra, essendo ahimè, il lembo della gonna, la parte posteriore, rimasto completamente e inavvertitamente incastrato nelle mutande interdentali.
Perciò, imbarazzo a mille e croce sopra al ristorante in questione che si va ad aggiungere alla lunga lista dei luoghi in cui non posso più farmi vedere ( per motivi che un giorno elencherò).

P.S: Ma io mi domando e dico, dico, un cane, un cristo che mi avesse detto: scusa, non è per niente eh, ma vorrei farti notare che hai il culo all'aria, te lo dico così, non per malizia, chessò, magari non te ne sei accorta, magari ti farebbe piacere rimettere le cose a posto prima che ti vedano altri milioni di persone, poi boh, se è una forma di esibizionismo, fai pure, non mi da mica fastidio, ciao eh e scusa ancora, non volevo di certo essere insolente..

farfavvilita