venerdì 14 dicembre 2007

FELLATIO A VETRO


Visto che il post precedente non ha riscosso successo alcuno, vi voglio raccontare la storia della vetreria S.
Ogni volta che passo di lì ( via Qualcosa angolo con via qualcos'altro) vedo il cartello Vetreria S. che pubblicizza l'attività di un signore grosso e grasso, con la barba lunga del grande saggio e i capelli radi e bianchi di chi abbia abbondantemente superato i 60.
Questo tizio fa il vetraio, vetriere, vetrista, taglia pezzi di vetro e li infila in una qualsiasi cornice, infissi compresi.
Perché ne parlo?
Beh, nel lontano 2002 mi capitò di recarmi da mister babbovetraio perchè quei gentilissimi signori dell'italgas mi avevano intimato di fare un foro nella finestra della cucina chè altrimenti non mi avrebbero mai, ma dico mai, nei secoli dei secoli, fatto l'allaccio del gas.
Ora, a vent' anni e qualcosa avevo meno voglia di adesso di fare cose pratiche e non, di fare cose in generale, così, l'idea di staccare la finestra dallo stipite, incollarmela giù per le scale e portarla da tiziocaiovetraio mi appariva a dir poco inverosimile.
Fatto sta che, dopo due settimane di pasti saltati, cene scroccate, autoinviti a casa delle genti, punti ristoro battuti a manetta, chiamo XYZ per convincerlo a incularsi la mia finestra al posto mio.
A contrattazione amichevole avvenuta la spunto in maniera vantaggiosa ma compromissoria. Lui si sarebbe incollato la finestra ma io averi dovuto accompagnarlo. Sostegno morale. Morale un cazzo. Comunque.
Arriviamo da S., vetreria del ventesimo secolo. Spiego le mie esigenze, mollo la finestra, prendo appuntamento per il ritiro del buco con il vetro intorno e in tutto ciò l'XYZ non ha ancora detto una parola. E non la dice fino a che non ci siamo allontanati dal posto di almeno 2 chilometri.
Io: cazzo hai che non parli?
XYZ: circa un mese fa ero sulla prenestina che facevo l'autostop per tornarmene a casa chè mi noiava prendere il notturno.
Io: ...
XYZ: era il mio compleanno
Io: 'mbè?
XYZ: a un certo punto mi carica sto tipo della vetreria S.
Io: ah
XYZ: sto qua mi fa : che fai, studi, di dove sei, quanti anni hai e io: ne compio oggi 24, è il mio compleanno e lui: bello, allora ti piacerebbe ricevere un regalo e io: magari e lui: ti va se ti faccio un bocchino?
Io: E tu?
XYZ: e io dico: come se avessi accettato... posso scendere anche qua... praticamente lanciandomi dall'auto in corsa.

Che ridere. Si va bene, lo ammetto, comincio a vivere di ricordi, come ogni vecchio che si rispetti. Ecco.
Ah, un'altra cosa, veloce.
Ieri notte, dopo il reading, ho pianto per mezz'ora perchè ho creduto che quella puttana maledetta di Satana fosse uscita di casa senza che nessuno se ne fosse accorto. L'ho cercata dappertutto, in ogni interstizio. Sono scesa in strada facendo scroccare il pacco di croccantini, mi sono affacciata nei cassonetti, nei vicoli più bui, dietro le siepi dei vicini, dentro le buche.. sono tornata su in lacrime, disperata pensavo cose orrende sul mio conto del tipo: che cazzo, non sono ingrado neppure di badare a una merda di gatto.
Invece la troia era rimasta chiusa nel cassetto dell'intimo ( che già di per se non è una bella cosa, infilarsi mutande al pelo di gatto, intendo). In sostanza, nel corso della serata, passando di là, ho trovato il cassetto aperto e d'istinto l'ho chiuso con un colpo di reni.
Dentro c'era il gatto e ci è rimasto per due ore.
Coglione.