giovedì 14 febbraio 2008

SPESA A 90°

Quando mi sposto in macchina mi succedono cose strane come se andassi con free.
Free Fa freeddo.
Free free fra le fratte.
Citazione colta. ( un Michelino a chi indovina-salvo googglanti-chi è il citato... si, si, un Michelino, che ne abbiamo a bizzaffe qui nella scuola elementare delle suore del sacro cuore straziato e sanguinante del nostro venerato, misericordioso, eccelso, puro, sacrificato-anche lui sanguinante, ci mancherebbe pure che non lo fosse- rinnegato, predicante, illibato, Gesù Cristo).
Faccio infrazione gravissima. Inversione a U sulla casilina, di fronte, ad aspettare la mia manovra folle, la volante dei vigili urbani. Ghiaccio, la macchina si spegne, riaccendo, si spegne di nuovo, panico, riaccendo, bestemmio, da dietro una fraccata di coatti strombazzano chè voglion passare... guardo il vigile panzone alla guida con accanto vigilessa caschetto biondo, rossetto fucsia, faccio ciao ciao con la manina, loro allibiti dicono e fanno niente. Ingrano la marcia, riesco a raddrizzare la macchina e vado via, con nonchalance, come nulla fosse quell'inversione mitomane sulla casilina, consolare su cui le auto si accavallano urtandosi e morendo ( la gente).
Mi aspetto un inseguimento alla Starsky e Hutch, sbircio dallo specchietto, ma quelli se ne stanno piantati come un abete morto nell'asfalto.
Beh, cazzi loro.
Parcheggio, faccio la spesa, porto le buste alla macchina, apro il portabagagli per sbatterle dentro. Sono lì a 90 gradi piegata con mezzo busto dentro e mezzo fuori che mi giunge ovattato un: voi na mano??
Quasi quasi si, penso, considerando la mole di roba che devo metter dentro...allora riacquisto la posizione eretta, mi guardo intorno e il tizio che ha fatto quella proposto è bello che andato.
Ah certo, è stato il suo cazzo a parlare.... la mano avrebbe voluto mettermela sul culo, battuta da zoo, ora va al bar e lo racconta agli amici...aò ce stava una col culo a pizzo, gl'ho detto blabla bla bla ...evvabbè, poveraccio.
Mi rinnovantagraditizzo e di nuovo: guarda che parabrezza! Mi alzo, avvisto due smorti studenti fuori sede che ciondolano di qua e di là, fancazzisti. Vai a farti fare due melanzane sott'olio dalla mamma, va.. stronzo mollusco impotente..
vabbè rimetto in linea il mio culo e vado via. In strada un tizio in moto mi viene contro. Quando sta lì lì per salirmi sul cofano, si mette su una ruota, stragalla per un attimo in quella posizione, poi si defila... ma che cazzo...perchè? cioè...perchè? che c'entra? in città? un'impennata? contro di me? con quella moto da zarro? che pensavo che a parte Big Dick, nessuno ce l'avesse a Roma una moto così zarra? di quelle ... vabbè, sarebbe impresa ardua una descrizione, mi manca il vocabolario motociclesco.
Ok, parcheggio. Cioè, ci provo. Mi infilo di culo ( di culo di macchina) in un rettangolo di spazio tra una Ka e una Là (!!!!), beh, forse ci sto, forse ci sto... no, non ci sto... un'altra manovra e ci sto... Pìpì...si affaccia un tizio: che va via?
No.
Zac retromarcia..altro tizio, PìpiPìpì: che va via?
No
Sterzo tutto di là, ci siamo quasi, terzo tizio, Pìpì Pipì: che va via?
No
Ci sto entrando... ci sto entrando... quarto tizio: che va via?
No
Ci sto dentro! Waw... Pipì Pipì: vhe va via? ( sesto tizio, il quinto me l'ha chiesto-secondo lui- con una sferzata di mento)
Esco, prendo le buste, chiudo tutto, nel frattempo il settimo ottavo nono decimo undicesimo dodicesimo tizio mi fanno: Che va via?
No
Finalmente a casa. Salgo le scale entro, poggio i sacchetti... respiro... Driiin driiin driinn
citofono.
Chi è?
Sono il tredicesimo: che va via?