sabato 19 aprile 2008

Nina Vomitich alle urne

Su fantareale Omero i noti antefatti

Ora Nina Vomitich doveva votare, ma non appena uscì di casa cadde e si stese lunga sul marciapiede con la faccia spalmata su uno stronzo di cane.
Una larva di mosca la guardò a lungo prima di decidere di entrarle nell’orecchio, ma poi non lo fece.
Quando Nina Vomitich si mise in piedi, sentì che la tenia che aveva nello stomaco era diventata un po’ più lunga di ieri, l’orologio segnava sud e i seggi stavano per chiudere.
Arrivata che fu, lo scrutatore offensivo guardò lo scrutatore negligente e disse:
- Votano veramente cani e porci
- Uhm
Disse Nina Vomitich e si apprestò a porgergli il documento.
- Il cellulare
Pretese lo scrutatore diligente
- Altrimenti lasci stare
Disse lo scrutatore negligente
- Questo me lo frego
Disse lo scrutatore mariuolo.
- Uhm
Disse Nian Vomitich.
- Che cessa
Ribadì lo scrutatore offensivo
- C’è di peggio
Disse lo scrutatore ottimista.

Nella cabina Nina Vomitich sentì un peso enorme, che non era il peso della responsabilità, non era neppure il peso dei peperoni non digeriti e men che meno il peso delle palle di piombo che aveva alle caviglie.
Ma quando alzò gli occhi dalla scheda elettorale, finalmente capì di cosa si trattasse; allora, sempre con lo stesso peso che gravava, uscì dal piccolo abitacolo e disse allo scrutatore qualunque
- Scusi, credo che un falco predatore sia atterrato sulla mia testa
- No
Rispose lo scrutatore ornitologo
- E’ un falco pellegrino
- Bisogna essere precisi
Aggiunse lo scrutatore pignolo.
- E’ sempre più cessa
Specificò lo scrutatore offensivo.
Il falco pellegrino si mise a fare il nido mentre Nina Vomitich pensò che prima o poi avrebbe fatto anche le uova e poi i falchini e forse anche il settequaranta.
- Fa solo le fatture
Disse pronto lo scrutatore commercialista
- Bisogna che mi dia il documento del falco, altrimenti non può rientrare nella cabina
Disse lo scrutatore pignolo
- Io sono apolide
Rispose il falco
- Uhm
Aggiunse Nina Vomitich, ma non servì a niente.

Poi all’improvviso ci fu un terremoto di 30cm della scala Roccosiffredi e il seggio elettorale si frantumò, il falco conficcò i suoi artigli nel cranio di Nina Vomitich e la portò in salvo, lontano.
La portò a Fontana Candida.
Nina Vomitich approfittò per bere, anche se dalla fontana candida non veniva giù acqua candida ma vino terribile.
Nina Vomitich decise di bere lo stesso ma appena che ebbe aperto la bocca il falco pellegrino le conficcò il becco in gola e si succhiò la tenia.
- Merda
Disse la tenia
- Infatti, niente di speciale
Rispose il falco e poi le fece la fattura.
- Uhm
Aggiunse Nina Vomitich, ma più per abitudine.
Poi arrivò un vecchio con una forca. Dietro di lui c’erano altri vecchi con altre forche e molte vecchie con molte sorche. Le sorche avevano tutte la candida.
Le vecchie dissero
- E’ lei, prendetela
Le sorche aggiunsero
- Deve soffrire
I vecchi fecero una partita a ramino una briscola e una a tressette con il morto, poi poterono pronunciarsi
- Non ha votato. E’ responsabile. Deve morire
Dissero i vecchi
- Si, deve morire
Aggiunse il morto.
- Uhm
Disse Nina Vomitich, ma questa volta di proposito.
I vecchi lanciarono le forche come frecce, le vecchie lanciarono le sorche come sorche, il morto lanciò una rotula, frutto della decomposizione cadaverica.
Nina Vomitich schivò le frecce, schivò la rotula, schivò le prime 115 sorche ma la 116esima la prese dritta in faccia e soffocò.
Il falco pellegrino aveva ( o era?) pellegrinato, il sole era al tramonto, Fontana Candida venne per sbaglio nuclearizzata ma subito ricostruita. Nina Vomitich forse era morta, ma non se la sentiva di giurarlo, così disse
- Uhm
E questa volta era per vaghezza