Ho un mal di pancia moderato. Una fame bestiale. Un brufolo su una tetta. Le idee confuse. Bisogno di un paio di scarpe rosse. Una sigaretta appena accesa che si consuma tra le labbra. Postato un sacco di roba su facebook stile bulimica del web. Una giarrettiera per Capodanno. Una vita quanto mai sana. Un gatto sempre più obeso. Una strana voglia di vivere. Il solito colorito alla Tim Burton. Le spalle rachitiche. Le gambe magrissime. I muscoli tonici. La casa che sa di verdure bollite. Una Brompton. Tanti amici. Buoni propositi. Poche lamentele. Un amore folle per le insalate del napoletano. Un passo veloce. Dei capelli opinabili. Un lavoro. Il solito sogno e la solita ambizione. Le unghie smaltate. Tempo libero. Un viaggio da fare. Un appuntamento per il cinema. Qualche paura atavica. Nessuna paura nuova. Nessun buon proposito per il nuovo anno. Una festa per il 31. Un pacco da ritirare. Pensieri per me. Pensieri per noi. Un record personale da superare nella corsa. Sorrisi dagli sconosciuti. Maggiore autocontrollo. Un bel pacco di figure di merda già confezionate. Un'irruenza sempre più difficile da gestire. Meno peli sulla lingua. Meno peli dappertutto. E, soprattutto, una nuova estetista.
mercoledì 15 dicembre 2010
QUESTIONARIO FACEBOOK
1 A tredici anni cosa volevi fare?
L'agente di Michael Jackson
2 Nel migliore dei mondi possibili dovrebbe essere abolita la parola?
Fondamentalmente e "mezzo" per indicare i 50 centesimi, es: un euro e mezzo..
3 Se la tua vita fosse un film quale sarebbe il tuo regista?
David Lynch
4 All'inferno ti obbligano a leggere sempre un libro: quale?
Uno qualsiasi di Bruno Vespa
5 Hai il potere assoluto per un giorno: la prima cosa che fai?
Cambio le regole e me ne attribuisco uno perpetuo
6 Una cosa che non hai mai capito della gente?
Perchè si ostini ottusamente ad appendere al balcone un babbo natale che sale la scaletta
7 Come ti immagini il paradiso?
Come un luogo in cui il vino non dà mal di testa il giorno dopo
8 La tua casa brucia: cosa salvi?
La borsa di Claudio Sanò, Pignolo e Pippa.
9 Il vero lusso è?
Vivere di rendita e scrivere libri
10 Ti rimangono 12 ore di vita: cosa fai?
La kamikaze a palazzo Grazioli
11 Un posto dove non sei mai stato e vorresti andare?
A Cuba
12 Una cosa che volevi e non hai avuto?
Un premio Strega
13 Se dico Italia qual è la prima cosa che ti viene in mente?
Pizza, mafia, mandolino e Berlusconi?
14 La cosa a cui tengo di più?
Il mio culo ( in senso figurato e non)
15 Il mio maggior successo?
Quello che deve ancora arrivare
16 Di cosa ho paura?
Dell'incomprensione e della cellulite
17 Tre cose che amo?
Scrivere, mangiare e bere, i tacchi 12 cm.
18 Tre cose che odio?
Il cattivo gusto, l'opportunismo, le uova
Pubblicato da zero in-coscienza alle 23:02
Etichette:
postille zen...
giovedì 9 dicembre 2010
IL SETTO NASALE
Ci vengo ormai così di rado qua su, che mi sono quasi quasi scordata la password. Intanto dalla finestra minibalcone vista suore orsoline carmelitane stronze, ragazzini urlano come fossero porci scannati e appesi per le palle al gancio del macello. Mi chiedo a volte: ma cosa gli danno da mangiare a sti qua che hanno 6 anni e sono grossi come vacche da pascolo, che hanno il vocione roco del fumatore romano di borgata, che hanno 45 di piedi e ti mandano affanculo se solo intercetti il loro sguardo e se protesti ti spaccano il setto nasale con una testata?.
Quando ero piccola io, cazzo, ero piccola! E avevo tutte le cose piccole dei piccoli: la vocetta, le manine, la facciuccia, i dentini, i piedini, la farfallina e ci siamo capiti. Questi li incontri all'angolo nascosti dietro un cassonetto che vogliono venderti crack e anestetico per cavalli. Dice: "il mese scorso la mia bambina all'uscita dell'asilo ha subito una violenza sessuale", "mio dio, un pedofilo!", "ma no, è stato un suo coetaneo, per la verità era anche un filino più giovane".
Insomma, a vederli, i mostri dei nostri tempi, non ti verrebbe di riprodurti. Tutta quella fatica, la pancia, le gambe gonfie, il prolasso della vescica, la smisurata espansione delle tette, le smagliature, poi, come da suggerimento biblico, partorisci nel dolore e ti viene fuori questo alien che ti si attacca alla pelle per mesi e mesi fino a quando, non appena saprà pronunciare due parole in croce, ti manderà a cagare. Poi li vedi girare, i genitori succubi e depressi, con enormi monovolume, muniti di girelli e tricicli e passeggini e lavaculi e cazzi e mazzi, che poi quando devi scendere dall'auto, mettiti lì a tirar fuori tutto l'armamentario e gira che ti rigira, ci hai impiegato 40 minuti per poi, cosa aver risolto? che appena infili l'alien nel portaalien lui, tempo record di un nanosecondo, inizia a urlare. Allora, in genere, il primate quello più grosso, quello preposto alla difesa della prole, se l'accolla per tutto il pomeriggio, così quando a sera si ritirerà nella grotta, gli saranno andate in putrefazione braccia gambe e cassa toracica, per non parlare della lussazione all'osso lombosacrale.
Sarà che mi rode un po' il culo in questo periodo, ma ovunque vada non vedo che orrore. Ieri ero al centro commerciale che come è ovvio, non è che sia propriamente il posto migliore per aprire con se stessi una sentita riflessione sul senso intrinseco dell'estetica dell'essere, se mai quello che ho appena scritto significasse qualcosa.
Però vabbè, necessità. Ero al centro commerciale e succede come per magia, come fossi in un sogno contorto di quelli che ti fanno sudare e che vorresti svegliarti ma non ci riesci, di quei sogni che un freudiano interpreterebbe come in genere interpretano ogni cosa, scopare scopare scopare, ma che ovviamente non è così. Insomma, sono al centro commerciale e vedo questa tipa, che la cosa meno coatta che ha addosso è lo stivale bianco a punta con le frange countrie, che fuma. Cioè, fuma.
FUMA.
Sigaretta in bocca, cicche a terra e fuma nel bel mezzo del centro commerciale, tutto luci e vetrine, neonati e famiglie, adolescenti coi brufoli, gente vestita di arancione o blu elettrico o verde per la promozione della nuova bibita al latte di cetaceo o della crema per il viso di capocollo di suino, luogo asettico per antonomasia, in cui ogni due metri c'è un cartello grosso così che dice vietato fumare, e questa fuma.
A quel punto sarei dovuta andare da lei e ripagarla dello sdegno che mi aveva fatto provare. Una valanga di sdegno, una fraccata di sdegno, una quantità N al quadrato perenne di sdegno. Andare da lei e dire una cosa del tipo: ti hanno ibernata nel 2005 e ti sei scongelata solo ora, sei cieca e perciò non vedi i cartelli, non sai leggere o cosa? Ma poi lei mi avrebbe spaccato il setto nasale con una testata e io sarei finita in ospedale e allora mi sono fatta venire un mancamento e come Dante, sono uscita di scena facendo cmq la mia porca figura.
Pubblicato da zero in-coscienza alle 14:35
Etichette:
ma che ne parliamo a fare
mercoledì 17 novembre 2010
EHHHHHHHHH?
M'è venuta una specie di otturazione cosmica occipitale che coinvolge tutta la parte superiore del cranio dal naso in su. Mi sento come se una cessa massaia chiatta della prova del cuoco, di nascosto, mi avesse sezionato il cranio orizzontalmente e l'avesse riempito di carne tritata, besciamella e pan grattato come si fa con il culo di uno stupido tacchino.
Ora, questa sorta di massa informe meglio definita come massa informe, mi preme sulla capacità di ragionare lucidamente.
Non che prima fossi campione mondiale di ragionamento lucido, però insomma, da qui a vagare rintronata come un'ameba ce ne passa. Intanto non faccio altro che produrre questo verso: ehhhh? non perchè non ci senta bene, sentire ci sento, ma proprio perchè la massa informe mi impedisce di afferrare al volo anche il più semplice dei concetti, questo fatto mi inquieta perchè ho come l'impressione di perdermi quelle scelte cruciali riguardanti la mia vita privata che fanno la differenza.
- Crudo o cotto?
- Ehhhhh?
- Il prosciutto, crudo o cotto?
- Ehhhh?
- Cru-do o cot-to
-Ehhhhh?
- Avanti un altro
Mi sento vulnerabile e socialmente catarifrangente. Vulnerabile perchè in queste condizioni chiunque potrebbe indurmi a fare cose che non oserei mai fare o che mai approverei nei momenti di massima efficienza cognitiva.
- Toccano a te i piatti
- Ehhhhhh?
- Devi lavare i piatti
- Ma non li ho lavati anche ieri?
- ... devi far qualcosa per questo brutto raffreddore.. intanto tieni questi..
- Che sono?
- Un rimedio omeopatico per la congestione delle vie respiratorie
- Sembrano...
- Si, sembrano ma non sono, sono un rimedio omeopatico.
- ...
- Li infili nelle mani, apri il rubinetto e cominci a insaponare.
- ....
- Sono impermeabili
- ....
- Sono gialli, ma se preferisci ce n'è un altro paio verde..fati tu
Catarifrangente perchè quando hai il raffreddore la gente ti evita e non è che lo faccia subdolamente come è più portata ad agire in genere, ma il suo disprezzo, misto a terrore per un ipotetico contagio, te lo manifesta apertamente.
- Ma cos'hai?
- Ehhhhhh?
- Sei raffreddata?
- Ehhhh?
- Stammi lontana
- Ti avevo portato un caffè
- Non fare un passo di più, sono armato
- ....
- L'agente Morgan ha appena chiamato i rinforzi, poggia a terra il caffè con calma e allontanati a mani alzate
- ....
Poi ho questa voce, del tipo che dal momento che respiro con la bocca, giustamente parlo con il naso. Ho un tono talmente nasale ma talmente nasale che il presidente dell'associazione piemontesi a Roma mi ha chiamato per propormi di diventare socio onorario.
E io ovviamente ho risposto: Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh?
Pubblicato da zero in-coscienza alle 15:23
Etichette:
cazzinculo
mercoledì 10 novembre 2010
ODISSEA ITALIANA
L'italia nel ruolo di "Itaca".
Berlusconi e il suo governo nel ruolo di "I Proci".
Bersani e il PD nel ruolo di "Telemaco".
Penelope nel ruolo di "Fini".
Nichi Vendola nel ruolo di "Ulisse".
Rosi Bindi nel ruolo di "Atena"
Libro primo:
sintesi
Atena va da Telemaco a dirgli:
- Aò, a Bambalotto, datte na svegliata, qua se stanno a magnà tutto.
Telemaco prende allora coraggio e decide di affrontare in parlamento i Proci usurpatori.
Libro secondo:
Il mio padre io perdei! Che dico il mio?
Popol d’Itaca, il nostro: a tutti padre,
Più assai che re, si dimostrava Ulisse.
E a questa piaga, ohimè l’altra s’arroge,
Che ogni sostanza mi si sperde, e tutta
Spiantasi dal suo fondo a me la casa.
Noioso assedio alla ritrosa madre
Poser de’ primi tra gli Achivi i figli.
L’intero dì nel mio palagio in vece
Banchettan lautamente, e il fior del gregge
Struggendo e dell’armento, e le ricolme
Della miglior vendemmia urne votando,
Vivon di me: né v’ha un secondo Ulisse,
Che sgombrar d’infra noi vaglia tal peste.
Io da tanto non son, né uguale all’opra
In me non si trova esperïenza e forza.
Oh così le avess’io, com’io le bramo!
Poscia che il lor peccar varca ogni segno.
E, che più m’ange, con infamia io pero.
Deh s’accenda in voi pur nobil dispetto;
Temete il biasmo delle genti intorno;
Degl’immortali dèi, non forse cada
Delle colpe de’ proci in voi la pena,
L’ira temete. Per l’Olimpio Giove,
Per Temi, che i consigli assembra e scioglie,
Costoro, amici, d’aizzarmi contro
Restate, e me lasciate a quello in preda
Cordoglio sol, che il genitor mi reca.
Che arroganti rivali ad opre ingiuste
Trascorran ciechi della mente, io taccio.
Svelgono, è ver, sin dalle sue radici,
La casa di quel Grande, a cui disdetto
Sperano il ritornar, ma in rischio almeno
Porgon la vita. Ben con voi m’adiro,
Con voi, che muti ed infingardi e vili
Vi state lì, né d’un sol moto il vostro
Signore ìnclito aitate. Ohimé! dai pochi
Restano i molti soverchiati e vinti".
A conclusione del discorso di Telemaco, i Proci vili infingardi approfittatori, si fanno una gran risata e continuano a mangiare a sfondo e a bere a gargarozzo. Il leader della coalizione si intrattiene con quattro ancelle minorenni.
Telemaco disperato, prende la via del mare con la speranza di aver notizie di suo padre, Ulisse.
Penelope, va a coricarsi sul freddo talamo mentre intanto indugia sul da farsi.
Disfa la tela per ritesserla il giorno dopo.
Continua...ovviamente
Pubblicato da zero in-coscienza alle 16:39
Etichette:
Odissea italiana
sabato 30 ottobre 2010
Auguri e figlie mignotte
Di questi tempi avere una figlia minorenne è davvero una gran fortuna.
A questo punto ci starebbe benissimo un lodo jus primae noctis, una specie di carta che le famiglie indigenti di operai, insegnanti, precari in vari settori e cassaintegrati, potrebbero giocarsi come alternativa all'assegno di disoccupazione o alla pensione o a un contratto di lavoro decente.
Io do al sovrano una minorenne mediamente bona, lui dà a me 80mila euro.
Più la minorenne è bona, più la famiglia sorride..
Immaginatevi che cambiamento in fatto di incremento delle nascite e che sorta di rivoluzione valoriale e di costume!
Tutti comincerebbero a riprodursi a 14 anni in modo da poter avere pronte sfornate procaci minorenni al momento dell'ingresso nel mondo del lavoro. Cadrebbe in disuso il detto: auguri e figli maschi, nessuno si preoccuperebbe più dei mutui, delle rate per l'armadio a sedici ante, delle vacanze a smozzica e bocconi, non tutti, certo, diciamo quelli in grado di produrre figlie minorenni bone in linea con il discorso sulla meritocrazia del ministro per la pubblica amministrazione.
Potrebbero venir istituite delle graduatorie che tengano in considerazione criteri di idoneità quali il livello o grado di bonaggine, reddito e numero di componenti del nucleo familiare, età anagrafica e una certa innata propensione alla puttanizia.
Tutto pulito, tutto istituzionalizzato, tutto burocratizzato.
Si compilerebbe e invierebbe l'apposito modello 69 scaricabile dal sito del ministero del bunga bunga il cui ministro, Pamela Anderson, controllerebbe personalmente la validità delle domande pervenute.
A parità di punteggio e di età anagrafica verrebbero istituiti dei concorsi pubblici: tre prove, due orali e una anale.
Crepè potrebbe scrivere dei manuali di riferimento per la preparazione delle aspiranti concorsiste: Teoria e tecnica della fellatio; Metodologia applicata dei pertugi vol.1, 2 e 3; Lo zen e l'arte della manutenzione della figa; Metàfisica: quella dalla cinta in giù vol.1 e 2; Metàfisica: quella dalla cinta in su vol.1 e 2.
Verrebbero istituite poi delle scuole speciali, dei licei per le signorine interessate ad approfondire le tecniche amatorie degli antichi romani e greci e degli istituti professionali che avvierebbero, subito dopo il diploma, al mondo del lavoro sulla tangenziale.
Gli insegnanti verrebbero direttamente reclutati sui set dei film porno, la selezione sarebbe spietata, anche in quel caso a parità di punteggio conterebbero gli anni di esperienza nel settore, almeno 10 e l'essere corredati di tette e pene in un'unica soluzione.
Si potrebbero poi lanciare dei bei format per la RAI, televisione di stato, degli avvincenti reality, in cui le concorrenti si contendono il lettone di Putin, mi viene in mente qualche titolo: Il grande fratello del premier; L'isola delle formose; La fattoria di Palazzo Grazioli ecc ecc, ma di certo i nostri autori televisivi, gente illuminata, creativa e geniale, saprebbero di certo pensarne di migliori...
Che mondo fantastico.
Considerando che l'INPS non permette la simulazione delle pensioni ai parasubordinati come me per evitare sommovimenti sociali, sarebbe forse il caso che cominciassi a preoccuparmi seriamente per il mio futuro.
Vado a procreare allora, e che sia femmina e mignotta!!!!
Pubblicato da zero in-coscienza alle 17:58
Etichette:
coseturche
venerdì 22 ottobre 2010
IL CONFLITTO GENERAZIONALE
Se si è disoccupati, non ci si accorge, nel concreto, dell'esistenza del conflitto generazionale.
Quando sei uno studente, uno sfancazzista, una mantenuta (la cui principale fonte di reddito è- per giunta- il vecchio con cui si scopa), un perdigiorno/tempo/spazio, eccetera eccetera, non non ti accorgi del conflitto generazionale, in altre parole di quanto sono stronzi i vecchi.
Che poi dice che dire vecchi è brutto, fuori luogo.
Va bene. Chiamiamoli anziani, prepensionati, uomini e donne con molta esperienza, esseri umani di mezza età, insomma chiamiamoli come minchia vi pare ( io li chiamo vecchi), rimane il fatto che tra un giovane e uno così ci passano almeno 35 anni di differenza e 35 anni sono un mondo con tutte le sue ere geologiche, un mondo che per altro ha fatto il suo tempo, è bello che andato, della serie molla, io uso il computer e tu le pergamene, come la mettiamo? per esempio..
Ora, il fatto che si sia vissuto di più nel senso di più a lungo non è di per sé sinonimo di migliore, di qualitativamente migliore, intendo.
Pensate a Priebke.
A chi verrebbe in mente di dire: ah, sai, lui si, lui è saggio, ha 190 anni, lui si che ha capito qual è il senso della vita, vai figliolo, va da lui, che hai molto da imparare...
Ora, il conflitto generazionale, ( pensate a totem e tabù di Freud- tralasciando per un secondo il complesso d'Edipo, per favore) è quanto di più potenzialmente cruento ci possa essere a livello di pulsioni umane; pensateci. Il rispetto per i vecchi, i sentimenti di benevolenza, il senso di accudimento e protezione, l'ammirazione per una vita vissuta quasi per intero... ci diciamo, dai, chissà quante ne ha viste, chissà quanto posso imparare da uno che galoppa da 90 anni..
Cosa sono questi atteggiamenti? nient'altro che palliativi sociali sotto forma di norme incoscie dettate dalla collettività per impedire che un giovane accoppi un vecchio a randellate.
Ora vi chiederete: perché mai un giovane dovrebbe prendere a randellate un vecchio? randellate in senso lato e non?
Perché? perché i vecchi sono saccenti, cocciuti, granitici. Perché i vecchi, anche quando dicono cazzate, non li schiodi nemmeno con le bombe, dalle loro cementificate posizioni.
Perché i vecchi hanno sempre ragione loro, secondo loro, perché secondo loro tu non capisci un cazzo e non perché abbiano ascoltato il senso del tuo ragionamento, ma semplicemente perché sei giovane.
Aprioristicamente sbagli perché sei giovane.
Aprioristicamente non conti un cazzo perché sei giovane. E le cose non le sai fare.
- Scusa vecchio, dovremmo chiudere la manopola del gas
- Ah, anch'io ero come te all'età tua, così pieno di energie non canalizzate
- Potremmo, ti prego, aprire una finestra?
- Sei giovane, hai ancora tanto da imparare
- D'accordo, ma almeno non accendere la luce
- Eh eh eh eh, come si vede che ti manca l'esperienza!
Poi salti in aria e vaffanculo.
Insomma, il senso è questo, la solfa dell'esperienza che gira e rigira te la cacciano sempre. L'esperienza di qua, l'esperienza di là, il concetto, abbastanza soffocante aggiungerei, raggiunge livelli da istinto omicida, se ci si proietta in un ambiente lavorativo.
- Il ragazzino piange
- Vedrai che darà i suoi frutti
- Lo stai frustando
- Le punizioni corporali fortificano lo spirito
- Come può risolvere un problema algebrico mentre lo frusti?
- Ah, sei giovane, come si vede che ti manca l'esperienza.
- Non respira più, è morto..
- Anch'io all'età tua saltavo subito a conclusioni sbagliate..ti manca l'esperienza..
Ora, prima di chiudere questo questo sfogo con pretese universal-filosofiche, vorrei aggiungere, per tutti i neoassunti, i neofiti, quelli che sono nuovi dell'ambiente, quelli che sono appena arrivati e insomma, ci siamo capiti, vorrei ribadire, per tutti coloro che si sentono ripetere fino alla sfiancamento questa cazzata dell'esperienza, vorrei dire loro che, nell'economia di un lavoro ben fatto l'esperienza conta il 2%, che se metti un ingegnere neolaureato a fare un ponte, stai sicuro che il ponte te lo fa, se ci metti un geometra che lavora da 45 anni, è probabile che il ponte te lo faccia lo stesso, ma io eviterei di passarci sopra e anche sotto.
Quello che voglio dire è che l'esperienza sono bravi tutti a farsela, basta che il tempo passi e che ci si ritrovi a fare lo stesso mestiere per 50 anni.
Quello che conta è ovviamente la preparazione, ossia la formazione. La formazione continua, perché il mondo è plastico e si muove e le teorie cambiano e i metodi pure e nuovi argomenti vengono fuori perché oltre a essere plastico il mondo è anche un affare complesso, di una complessità tale che non basta essere allenati a fare grazie al fatto che l'abitudinarietà ti ha incollato a un ruolo su cui non ti aggiorni dal 1956.
Perciò, carissimi, non voglio certo autorizzarvi a spaccare a randellate la mandibola del vecchio che la prossima volta vi caccerà la storia dell'esperienza, ma mandarlo a fare in culo si.
Almeno quello!
Pubblicato da zero in-coscienza alle 14:22
Etichette:
la scuola di okuto