lunedì 21 gennaio 2008

GATTAKA: the cat is on the table


Fossi un gatto.. ma non lo sono.
Fossi un gatto la smetterei di lanciare piccoli stronzi compatti al di là della lettiera.
Mangerei meno. Troverei fastidiosa la pratica di farmi fare le coccole con la punta di una matita.
Mi chiederei, almeno una volta nella vita, cosa cazzo ci sarà mai al di là di quella porta da cui quelli lunghi che vivono con me, ogni tanto vanno e vengono.
Guarderei la TV piuttosto che sedermici sopra. Non cercherei costantemente di prendere il cursore del mouse sul monitor, perché tanto ormai s'è capito che non è un moscerino. Non passerei ore alla finestra a guardare i colombi e fare versi come se li dovessi dilaniare, 'che tanto, non li prenderò mai. Non mi spaventerei più di fronte allo stesso quadro, perché avrei capito ormai che quegli uomini che avanzano in realtà sono fermi. Eviterei di bere dalla tazza del cesso. Non mi farei il bidè con la lingua. Né odorerei il culo all'altro gatto di casa. Starei lontana da cassetti e ante di armadi visto che non mi piace passare le nottate a grattare sul legno perché qualcuno mi senta e poi mi liberi. Avrei già capito che quella lunga che abita con me, quando dorme, non sente una cispa. Non berrei dai bicchieri abbandonati sul tavolo, perché, cazzo, io ho la mia ciotola. Il mattino alle sei me ne starei sul mio bel divano, invece che salire sul letto e guardare col mio faccione peloso quella lunga che dorme, a due centimetri dalla sua bocca. Non le respirerei nell'orecchio, non tenterei di infilarmi sotto le coperte, capirei quand'è che proprio, in quel letto, non devo rompere i coglioni...
E poi accetterei una volta per tutte, il gioco sadico di quello lungo e pelato che quando gli gira mi mette sul mobile più alto del mondo e mi lascia là, finchè non viene a prendermi quella lunga che nell'atto di tirarmi giù mi chiama schifosa cicciona obesa e rivolgendosi a lui dice cose del tipo: smettila di testare la sua intelligenza, è un gatto, non capisce un cazzo.